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Disoccupazione giovanile e apprendimento degli adulti

Creato il 20 aprile 2015 da Sviluppofelice @sviluppofelice

L’articolo  20-4-15 di Anna Villani

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Ian Atkinson sul blog di EPALE[1] ha aperto un dibattito su questo tema. Nel primo articolo[2] l’autore chiarisce il significato di “apprendimento per adulti” e ne illustra le finalità. Secondo la risoluzione del Consiglio dell’Unione europea, “l’apprendimento degli adulti costituisce un mezzo per la riqualificazione e la riconversione di chi si trova in una situazione di disoccupazione, ristrutturazione e transizione nella carriera e offre un importante contributo all’inclusione sociale, la cittadinanza attiva e lo sviluppo personale.”

Benché utile per l’economia, un approccio incentrato sull’apprendimento degli adulti per promuovere l’occupabilità e la competitività economica non favorisce necessariamente anche l’inclusione sociale. Non tutti gli studenti – in particolare quelli colpiti da un alto livello di esclusione, emarginazione e svantaggio – sono pronti a impegnarsi in una formazione professionale. Per alcuni impegnarsi nell’apprendimento è un passo importante ma anche una sfida che fa paura.

Ciononostante, un tale coinvolgimento può avere un ruolo fondamentale per “ri-connettere” gli individui mediante un impegno sociale e comunitario, riducendo in questo modo l’esclusione e l’isolamento.

Il finanziamento di approcci e reti per l’apprendimento basato sulla comunità potrebbe essere una soluzione, in un contesto di risorse limitate, a condizione che ci sia un sostegno finanziario continuo. Tra gli esempi più promettenti ci sono i “Community Learning Trusts”, recentemente lanciati nel Regno Unito, i quali stanno già dimostrando di poter soddisfare le esigenze degli studenti adulti, in particolare di coloro che si trovano in una situazione svantaggiata.

Nel secondo articolo,[3] Ian Atkinson analizza le relazioni che intercorrono tra i NEET[4] (i giovani di 15-29 anni che non studiano né lavorano né fanno tirocinio) e la formazione degli adulti.

Sui NEET si teme di avere una “generazione perduta”. Ci sono state diverse reazioni politiche nella UE, tra cui:

  • Assicurarsi che gli Stati membri garantiscano che, entro quattro mesi dall’uscita dalla scuola o dalla perdita del lavoro, i giovani al di sotto dei 25 anni trovino un buon lavoro o acquisiscano l’istruzione e l’esperienza necessarie a questo fine.
  • La creazione di un fondo di 6 miliardi per l’occupazione giovanile, per integrare il sostegno finanziario dell’UE alle regioni in difficoltà.
  • Incoraggiare gli Stati membri a usare i fondi strutturali dell’UE e altri meccanismi a disposizione per affrontare il problema.

Dove esiste una scarsa partecipazione a iniziative di formazione, la sfida della disoccupazione giovanile è amplificata.

Per usare l’apprendimento degli adulti e l’istruzione professionale contro la disoccupazione giovanile, bisogna affrontare vari problemi; tra cui:

  • la scarsa domanda da parte dei datori di lavoro;
  • fattori strutturali specifici, per esempio la mancanza di percorsi di apprendistato per la transizione dalla scuola al lavoro; mercati del lavoro poco flessibili, che favoriscono lavoratori più anziani;
  • legami inadeguati tra gli ambiti lavorativi e quelli dell’istruzione/apprendimento degli adulti.

Ovviamente, fattori come questi variano tra i vari Stati, e non c’è una soluzione che vada bene per tutti. Inoltre, l’apprendimento degli adulti e l’istruzione professionale possono risolvere solo alcune di queste questioni; sono necessari altri provvedimenti per creare di posti di lavoro.

Riguardo all’apprendimento degli adulti e la formazione, bisogna concentrarsi con urgenza su:

  • Istituire “sistemi di transizione” più solidi tra l’istruzione e l’occupazione, in particolare mediante lo sviluppo di strutture di istruzione e formazione professionale di migliore qualità.
  • Sviluppare la qualità delle opportunità di apprendimento per i giovani, per mezzo di apprendistati, altre qualifiche professionali o un apprendimento incentrato su capacità di occupabilità.
  • Sviluppare politiche congiunte di occupazione e formazione mirate a generare posti di lavoro sicuri e di alta qualità. I posti di lavoro dovrebbero essere sostenuti da efficaci opportunità di apprendimento.
  • Coinvolgere i datori di lavoro e le parti sociali nello sviluppo di opportunità di apprendimento per i giovani vicine alle esigenze del mercato del lavoro.
  • Sviluppare la reintegrazione, usando l’apprendimento come primo passo verso il lavoro, in particolare per i giovani NEET che sono più lontani dal mercato del lavoro.

Azioni come queste non saranno facili, soprattutto per gli ostacoli strutturali. Gli sviluppi politici dovrebbero tuttavia permettere di muoversi in questa direzione e di assicurare che l’apprendimento degli adulti e quello professionale abbiano un ruolo nella lotta alla disoccupazione in Europa.

 

[1] E-Platform for Adult Learning in Europe.

[2] “What role should adult learning have in supporting social inclusion?”, 21/1/2015.

[3] “How can adult learning solve the problem of youth unemployment?” , 19/2/2015.

[4] Not in Education, Employment or Training.


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