Magazine Cultura

Docufilm - "La guerra contra las mujeres" di Hernán Zin

Creato il 17 ottobre 2014 da Michelam
La guerra contra las mujeres di Hernán Zin, vincitore come miglior produzione internazionale al Terradituttifilmfestival, denuncia lo stupro come tattica di guerra. È un documentario forte, costato al regista tre anni di riprese nei 10 Paesi in cui ha incontrato le donne protagoniste del film. Attraverso i loro sguardi, i loro corpi, le loro voci, prende così vita un panorama agghiacciante.
Già lo sono i dati statistici forniti. In Bosnia, tra il 1992 e il 1995, sono state 40 000 le donne violate. In Congo, tra il 1999 e il 2013, 200 000 donne hanno subito uno stupro di guerra. Tra il 1985 e il 2006, l’Uganda ha visto 4000 bambine sequestrate e violentate. Nel solo 1994 in Ruanda si contano tra le 250 000 e le 500 000 donne oggetto di violenza.
Dietro questi numeri ci sono anime, e voci e corpi che emergono dal buio, scagliati come pietre contro la nostra coscienza distratta o offuscata. Voci e corpi come quelli di Leila a cui viene chiesto: "Parla di quello che ti fa male". Fa parte della cura: il silenzio uccide quello che già non è morto.
Leila è bosniaca. È stata sequestrata con altre 60 donne e sottoposta a violenze ripetute. Florence, invece, è stata rapita e condotta nella giungla in Uganda, dove è diventata la sposa n. 50 di un comandante dell'L.R.A. [Esercito di Resistenza del Signore] e poi del suo carnefice definitivo. Dice che ora vorrebbe solo morire, o tornare nella giungla. I suoi occhi sono opachi. Morti. In Congo, anche a Jane è toccata la foresta, dove è stata legata mani e piedi ad alberi, ripetutamente umiliata, violata e mutilata. All'ottava operazione chirurgica, ancora soffre le conseguenze delle torture fisiche a cui è stata sottoposta. Non ci viene raccontato il nome della ventenne che Paipai ha violentato quando aveva 12 anni. Bambino soldato arruolato con la forza a 10 anni nel F.D.L.R. [Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda], gli era stato ordinato: "Quando vedi una donna, violentala".
La guerra contra las mujeres è un pugno in pieno stomaco, affonda nelle viscere e le lacera. Ma è necessario, se pensiamo che solo nel 2000, con la Risoluzione n. 1325, lo stupro di guerra è stato riconosciuto come crimine contro l'umanità. Delle sue conseguenze non possono farsi carico solo le vittime, fortunate se trovano un aiuto in volontari o professionisti capaci di guarire ferite fisiche e traumi interiori. Dopo la "cura", a cui è dedicata la seconda sezione del documentario, deve arrivare "la fine dell'impunità", tanto difficile da ottenere per ritardi legislativi, per il costo esoso o per le debolezze strutturali di una giustizia a cui in poche possono fare ricorso, per l'assenza di uno Stato che intervenga e tuteli, per il silenzio scelto da molte donne per paura e vergogna. Se il 98% di loro viene curato, solo il 9% sporge denuncia, dichiara un operatore umanitario.
Si impone allora, di forza, la lotta per il riconoscimento dei torti subiti, per la presa di coscienza collettiva che i diritti delle donne a non essere lese nella loro dignità sono pari a quelli degli uomini e per la punizione dei colpevoli. Il film di Hernán Zin ha questo scopo: mostrare la bellezza ferita di donne rappresentative di un universo femminile torturato e accendere in noi la scintilla della consapevolezza e dell'indignazione morale. C'è, infatti, ancora molto da fare. In Congo, per esempio, il 98% dei colpevoli sono a oggi impuniti.
Gli stupendi e sofferti volti delle donne che rompono il silenzio nella Guerra contra las mujeres sono l'arma che Hernán Zin ha deciso di usare a memento, segno di resistenza e volontà di giustizia, denuncia dell'orrore e risposta combattiva ma incruenta a una tattica bellica inumana e annientante. I corpi che urlano dolore sono un J'accuse reso più potente dal ritmo di César debe morir di Bebe
Su youtube il documentario è visionabile in spagnolo. Spero che la lingua non sia per voi un deterrente. Date un'occhiata, almeno. I corpi e gli sguardi nella Guerra contra las mujeres comunicano anche senza bisogno di parole.
(già qui: http://www.sulromanzo.it/blog/docufilm-la-guerra-contra-las-mujeres-di-hernan-zin)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :