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Dog trekking in Lazio: 7 km al Parco degli Acquedotti di Roma

Da Mercuriomalamute @mercuriomalamut

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Le occasioni per sperimentare il dog trekking nel Lazio non si trovano con semplicità. Ho deciso di cambiare stile di vita e di seguire un percorso di dimagrimento insieme ai miei cuccioli e il dog trekking è uno sport che amo praticare ogni giorno. Il Parco degli Acquedotti di Roma è un luogo complicato da vivere con i cani, ma può essere incluso nei percorsi di urban trekking, dog trekking e nordic walking per la quantità considerevole di opzioni da percorrere camminando attraverso i suoi sentieri. Conosco ogni strada sterrata di questo parco e, di recente, sto mettendo a punto dei percorsi da seguire con Mercurio e Sunrise in quei giorni complicati in cui non posso scioglierli al parco, vista la densità di villeggianti e pericoli presenti. Oggi vi parlerò di uno fra i miei preferiti.

IL SENTIERO DELLE PECORE – Dalla metro A fermata Giulio Agricola a Capannelle e ritorno.

Distanza: 7km

Difficoltà: T

Periodo migliore: ottobre, marzo, aprile

Punti di interesse: l’Acquedotto Romano

La prima parte di questo percorso mostra le difficoltà della passeggiata in città, ma ha come punto favorevole la semplicità totale nell’orientamento: la strada è sempre dritta e, potendo contare su una propria gestione serena del cane/dei cani, anche l’affollamento cittadino può essere superato senza problemi. In questo primo tratto urbano, è più comodo gestire l’animale tenendolo al guinzaglio piuttosto che imbragato con l’attrezzatura da dog trekking.

PERCORSO – Scendendo alla fermata della metro A di Roma, Giulio Agricola, si procede sul lato destro di Via Tuscolana, guardando ai numeri civici pari in salita. Prendete come riferimento gli studi di Cinecittà perché è quella la direzione che dovrete tenere, giungendo fino all’incrocio fra Via Tuscolana e Via di Capannelle. Lungo questo tratto cittadino troverete quattro fontane per far abbeverare il vostro cucciolo: una all’altezza della gelateria Grom, una sull’altro lato della strada, alla medesima altezza, una terza seguendo l’angolo del bar Meo Pinelli e addentrandosi per pochi metri su Circonvallazione Tuscolana e la quarta, parallela, sull’altro lato della strada, su Viale Palmiro Togliatti. Il mio consiglio è  di portarvi dietro due litri di acqua nello zaino e di far abbeverare il vostro cane in Piazzale Appio Claudio e di proseguire dritti fino a Via di Capannelle.

A questo punto, avete due opzioni: 1) entrare nel Parco degli Acquedotti prendendo il sentiero fra il vivaio e il ristorante oppure seguire Via di Capannelle (sul lato sinistro), superare Via Lucrezia Romana (tornando sul lato destro) ed entrare nel parco dal punto più estremo del suo confine. L’ingresso è semplice da riconoscere: di fronte c’è un cavallo di plastica che pubblicizza un’attività commerciale e c’è una fermata di autobus (il 654, Lagonegro). In ambo i casi, dovrete prestare molta attenzione perché è una strada molto trafficata, manca il marciapiede e lo spazio erboso nel quale potreste camminare in relativa sicurezza è, spesso, occupato dalle auto in sosta. Di buono avete che potrete ammirare altre rovine romane appartenenti a una proprietà privata. A questo punto, entrati nel parco, vi consiglio di dare da bere ai vostri cani perché saranno sicuramente assetati.

In questo primo tratto, se vorrete far correre i vostri cuccioli, potrete tagliare in mezzo ai campi e lasciargli la libertà di sfogarsi, tenendo sempre gli occhi vigili su cosa mangiano (il rischio di incontrare feci di pecore è annuale, così come avanzi di barbecue mai destinati alla raccolta) e su chi incontrano (i ciclisti, purtroppo, spesso sono convinti di gareggiare per qualche titolo e non comprendono di trovarsi in un parco pubblico. La loro velocità è, spesso, troppo elevata, ma nessuno glielo fa notare o pretende un rispetto maggiore. Attenti, quindi, a non vedere il vostro cane investito da uno di questi Pantani. Un altro pericolo sono i ratti, che potrete trovare lungo i sentieri acquosi, vicino alle postazioni delle gattare e, in generale, ovunque ci sono sacchi della spazzatura abbandonati). Una volta individuato l’accampamento ovino permanente, buttate un occhio: ci sono le pecore? Se non ci sono, siate accorti perché, girando l’angolo, potreste trovarvi il gregge che vi viene incontro oppure imbattervi nei maremmani che monitorano il branco. Dover discutere con i pastori non è una cosa divertente quindi… occhio! Non strabuzzate gli occhi: il Comune di Roma ha dato il permesso perché questo tipo di animali fossero presenti in questi territori e così vicini ai luoghi pubblici e all’abitato. Sappiate, però, che se il vostro cane entra nel laghetto e si fa il bagno, se c’è un vigile o una guardia parco (eventualità pressoché extraterrestre), dovrete pagare un’ammenda. Alcuni dicono si rischi fino a 1000,00€ di multa! Se scegliete di andarci di domenica o durante i periodi di festa e bel tempo, tenete in considerazione i villeggianti, gli incontri degli “aquilonisti” , l’agglomerato di persone varie, bambini e anziani.

Da qualsiasi parte voi abbiate deciso di entrare nel parco, seguendo la strada sempre dritta, cascherete nell’incrocio che si caratterizza dalla presenza dell’allevamento ovino e dal lunghissimo Acquedotto Romano, che si sonda davanti ai vostri occhi. E’ impossibile non vederlo. Qualsiasi strada voi scegliate di percorrere, prendendolo come punto di riferimento e seguendo la sua retta, giungerete, senza colpo ferire, nei pressi del laghetto del parco e della proprietà privata, spesso utilizzata come ambientazione dei film italiani.

Ora, alla vostra destra comparirà un secondo Acquedotto, interrato. Prendetelo come punto di riferimento fino a giungere sulla strada asfaltata, che lo attraversa. Passateci in mezzo e vi troverete, sulla sinistra, il Punto Informativo dell’Ente Parco Appia Antica, il parco giochi per bambini, la pizzeria. Potete scegliere di proseguire, tenendo la sinistra, all’interno del parco oppure di imboccare questa uscita. Ognuna di queste uscite va bene e vi consentirà di raggiungere nuovamente la fermata della metro Giulio Agricola, procedendo sempre in linea retta fino all’arrivo su Via Tuscolana. Se sceglierete di prendere la prima uscita su Via Appio Claudio, giunti nuovamente in largo Appio Claudio, dovrete girare a sinistra e ripercorrere, tenendo la gelateria Grom sulla vostra sinistra, la stessa strada dell’andata, fino all’arrivo alla stazione della metro.

Avrete percorso una media di 5-7 km e, di certo, vi sarete sperimentati in innumerevoli situazioni “a prova di cane”. Avrete sperimentato l’inebriante sensazione di attraversare una jungla, pur rimanendo in città. Sperimento questi percorsi per diversi motivi: il più importante è la costruzione costante del rapporto con Mercurio e Sunrise. Così tante difficoltà mi obbligano ad avere una certa sinergia con i miei cani, a capire le loro eventuali mosse e ad anticipare i potenziali “scatti pericolosi”. Dove è possibile, ovviamente. In questo parco, le persone portano anche le cagnoline in calore in tutti gli orari del giorno e della notte: non sai mai cosa troverai dietro l’angolo. Per questo è prezioso. Non tanto per le bellezze architettoniche,s toriche, artistiche e naturalistiche quanto per il legame che si crea con il cane. La vera difficoltà di questo urban trekking è la capacità di mantenere la serenità e la calma anche qualora si presentassero situazioni complicate. E’ un esercizio di spirito, di crescita personale: tempra il carattere e ti porta a sviluppare, con il tempo, doti di distacco e relax. Ci vuole tanta costanza e tanto esercizio per arrivare a superare indenni (senza arrabbiature) i sentieri del Parco degli Acquedotti. Non è impossibile: per me è un esercizio costante, che mi aiuta a forgiare la capacità di distacco, attenzione e a gestire il voler controllare troppo i miei cani così come l’opposta tendenza al dargli troppa libertà, esponendoli a rischi inutili (come incontri spiacevoli con i randagi oppure i cani sciolti dei pastori). Questo trekking, inoltre, è utile per capire qualcosa di Roma. Qualcosa che non è scritto nelle guide turistiche, ma che la gente romana vive ogni giorno. Si tratta di sfide al pari di quelle onorate nel Colosseo, solo vissute dall’uomo comune, con i calzari di pelle ai piedi e un cane sporco che gli cammina a fianco.


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