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Dolce & Gabbana e la Foxconn

Da Mriitan @MassiRiitano

Dolce & Gabbana e la FoxconnMentre ci confermano che ci sara’ un aumento di gas e luce che costera’ in media in un anno oltre i 50 euro a famiglia, ci dicono anche che il 50% degli italiani dichiara meno di 15.000 euro all’anno.

Non voglio entrare nel merito, perche’ ci sono diversi filoni di pensiero che indicano il perche’ di questi dati e chi ci sia dentro quel 50%, che potrebbe anche far pensare alla correttezza delle dichiarazioni, e non che tutti siano degli evasori, non tutto il 50% sia chiaro.

Ci sono imprenditori che si suicidano, impiegati che si danno fuoco perche’ sommersi da debiti o perche’ non ricevono lo stipendio da mesi, questo e’ quello che accade ogni giorno, quotidianamente, e non si puo’ piu’ dire che siano ormai casi isolati.

Ma di fianco a queste notizie ce ne sono due che mi fanno riflettere e non poco, sono diametralmente opposte, ma hanno qualcosa che le riconduce l’una all’altra secondo un ragionamento che vado a esporre.

E’ di fine gennaio la notizia che i due stilisti Dolce & Gabbana devono restituire al fisco, ad Equitalia ovviamente, 229 milioni di euro, pari a due terzi dell’evasione fiscale fatta (343 milioni di euro), perche la Corte di Cassazione ha annullato il proscioglimento con cui i due avevano pensato di essere sfuggiti al Fisco, verificando che l’operazione sospetta fosse stata fatta solo per evadere le tasse. Ma in cosa consiste questa operazione sospetta? senza entrare nei dettagli che non mi competono, in pratica avevano venduto i marchi e le relative royalty ad una societa’ del Lussemburgo, dietro cui comunque c’erano loro, che ovviamente tassava gli introiti al 4% contro il 45% italiano. Il tutto fatto alla luce del sole, perche’ la Legge prevede questa possibilita’, ma non prevede che dietro questa vendita ci sia lo stesso compratore che esegue l’operazione solo per sfuggire alle tasse.

Ora 4% contro 45% c’e’ una bella differenza, e tralasciando per un attimo il fatto che sia un atto contro legge, c’e’ sicuramente qualcosa che non funziona nel nostro modo di pagare le tasse e i vari contributi.

Fatto sta che devono pagare in attesa del giudizio definitivo, e che lo Stato recupera una bella cifra, ma quanti sono i marchi che hanno fatto questo giochetto? magari non identico e preciso, ma qualcosa di analogo.

Dall’altra parte del mondo invece, in Cina, la societa’ commissionata dalla Apple per controllare le condizioni di lavoro della Foxconn ha confermato che la situazione non e’ rosea, 12 gravissime irregolarita’ che si riassumono in ore di stroardinario fuori legge, condizioni di pericolosita’ elevatissime in alcune zone della catena, mancanza di conoscenza dei sindacati, insomma una situazione non proprio alla “Apple”.

Di qui subito le azioni correttive, con Foxconn che conferma l’adozione di ore di strao regolarizzate e urgenti azioni per mettere in sicurezza tutte la parti della catena. E sapete come hanno risposto gli operai? hanno risposto che la diminuzione di strao sara’ un problema per le famiglie, che il totale di ore accumulate in una settimana permettevano anche di raddoppiare dello stipendio e che la scelta non e’ cio’ che loro desideravano, e parliamo di uno stipendio che non arriva a 300 euro mensili. Ben il 48% dei lavoratori si e’ detto concorde agli orari di lavoro fin’ora fatti.

Insomma come si concorre in questo modo? la lotta tra poveri e’ sempre piu’ estrema e ravvicinata, anche se tra i due poveri in considerazione passano migliaia di chilometri.

Insomma va bene dover cercare il miglior fornitore, dover cercare di risparmiare, voler cercare il massimo profitto, ma c’e’ qualcosa in questo gioco che non funziona. Il concetto di forbici che si allargano e’ trito e ritrito, ma rappresenta sempre di piu’ la realta’, la gente cerca di approfittare di tutto, risparmiare su tutto, frodare su tutto, fare cause per tutto per cercare di racimolare due soldi, e’ una guerra, su tutti i fronti, e qui si parla di dover restituire 229 milioni di euro…

Massi

Dolce & Gabbana e la Foxconn


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