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DoloMiti #2

Creato il 03 giugno 2014 da Viaggiando Web
DoloMiti #2Come le maniglie per le porte o le lancette per gli orologi, ci sono oggetti che siamo talmente abituati a considerare parte di un insieme da dimenticare che in fondo anche essi hanno in realtà una loro storia individuale, tanto importante quanto è vero che senza di loro gli insiemi di cui sopra perderebbero la funzione per cui sono stati progettati.

Lo stesso accade, a pensarci bene, per gli organi nelle chiese. Nell’epoca dei sintetizzatori e della musica elettronica, fa quasi specie pensare che ancora esistano artigiani che sopravvivono grazie ad un’arte come quella organaria, forse proprio perché non siamo più in grado di pensare a questi strumenti come a qualcosa che possa avere ancora una vita al di fuori degli spazi che immaginiamo occupino da secoli.In realtà, Oswald Kauffman, nel suo laboratorio di Nova Ponente, in Val D’Ega, è un ingranaggio indispensabile all’interno di quel meccanismo ampio che tramanda la cultura dell’Alto Adige in tutte le sue forme. E se è vero che gli organi sono il cuore del luogo al quale danno un suono, con un gioco di parole, potremmo dire che chi Oswald Kauffmann – che li costruisce e li restaura - è un vero e proprio donatore di organi. E’ buffo immaginare che una telefonata possa svegliarlo nel cuore nella notte e che, dall’altra parte del ricevitore, una voce allarmata lo informi che un organo ha smesso di suonare. Eppure, da Lana a Egna, da Vipiteno fino ad Anterselva, sono tantissime le chiese che nel corso degli anni si sono rivolte a Oswald per salvare il loro cuore sonoro.Ma gli organi e l’Alto Adige hanno un rapporto unico. Nei secoli più recenti, il panorama organario altoatesino è stato caratterizzato da importanti costruttori locali. E per Oswald Kaufmann, la continuazione di questa tradizione – i cui segreti ha appreso dal padre, il quale, dopo 25 anni di esperienza alla Casa Organaria Stadelmann di Ega, fondò nel 1976 una propria officina a Nova Ponente - costituisce uno stimolo e contemporaneamente un grande onore.Con l’obiettivo di conservare la preziosa eredità culturale costituita dall'ampio patrimonio organario altoatesino, e quello di porre precisi accenti attraverso la costruzione di ciascun nuovo strumento, Oswald utilizza al meglio le nuove tecnologie per svolgere un lavoro antichissimo. Nel suo laboratorio, strumenti dall’aspetto e dal profumo di altri tempi convivono con software contemporanei che a tratti cancellano la distanza tra la progettazione di moderne autovetture e quella di testimoni di epoche in cui il motore neanche esisteva. Si potrebbe pensare all’organaro come ad un semplice artigiano con un buon orecchio ma in realtà sono poche le professioni che contemplano una paragonabile varietà di mansioni complesse. Si va dalla progettazione architettonica e meccanica al disegno tecnico, dalla concezione ed elaborazione della struttura fonica (numero, qualità, dimensioni dei registri e delle canne) ai calcoli statici, dalla falegnameria e dalla carpenteria alla lavorazione del metallo. Inoltre sono indispensabili nozioni ed esperienze di Storia dell'Arte, soprattutto nell'esecuzione di interventi di restauro. Non bisogna poi dimenticare che la lavorazione a regola d'arte dei migliori legnami e materiali (come il pellame di varie qualita') è di massima importanza nella preparazione di ciascun componente. Abete, rovere, faggio, noce, acero, ciliegio ed ontano sono fra le essenze più usate per gli strumenti; per la minuteria vengono impiegati anche l'ebano, il grenadill, il carpino, lo jakaranda ed altri legnami nobili. Specialmente nei casi di nuovi strumenti è fondamentale il rapporto fra l'organaro, le parrocchie, gli organisti, i periti incaricati diocesani e la Soprintendenza. Si potrebbe insomma dire che un organaro è tra i più fini conoscitori del territorio in cui lavora.Naturalmente, per fare tutto questo, Oaswald Kaufmann si avvale della collaborazione di un team estremamente esperto, attualmente composto da due organari e da un falegname. Anche se non può ovviamente mancare una donna, Imma Kaufmann, l’anima buona della casa, che si occupa di tutti e di tutto. E che mantiene l’armonia. Che è necessaria anche in questo laboratorio che fa suonare le chiese dell’Alto Adige.(Per informazioni: 0471 616 437; email: [email protected])Per Informazioni: Val D’Ega TurismoTel. 0471 619500E-mail: [email protected]Sito web: www.valdega.com


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