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Domani all'alba

Creato il 15 febbraio 2016 da Pim
Domani all'albaImmagino che ora ci sia il sole, l’inverno è ormai passato. Victor cammina lungo un sentiero e guarda in direzione del mare (in Normandia il mare è dappertutto). Per chi ha vissuto un esilio forzato il mare separa sempre da qualcosa e da qualcuno, le onde sono l’unità di misura della distanza, ma lui lo ama ugualmente. Victor ha comprato dei fiori al mercato. Le sue parole lasciano presagire un incontro romantico: una bella donna, civettuola, con un vestito di velluto rosso e un ombrellino. Gli ultimi versi della poesia svelano invece un’altra storia che non ci attendiamo e ci lasciano sgomenti.  

Domani all’alba, nell’ora in cui biancheggia la campagna,
partirò. Vedi, so che mi aspetti.
Vagherò attraverso la foresta, vagherò per la montagna.
non posso restare lontano da te più a lungo.
Camminerò con gli occhi fissi sui miei pensieri,
senza vedere niente al di fuori, senza sentire alcun rumore,
solo, sconosciuto, la schiena curva, le mani incrociate,
triste, e il giorno per me sarà come la notte.
Non guarderò né l’oro della sera che tramonta,
né le vele che in lontananza discendono verso Harfleur
e quando arriverò, metterò sulla tua tomba
un mazzo di agrifogli verdi e di erica in fiore.

Léopoldine non sapeva nuotare: si aggrappò al marito ma i suoi vestiti s’inzuppavano d’acqua e diventava sempre più pesante. L’uomo capì che non poteva salvarla e si lasciò colare a fondo insieme a lei. La morte della figlia è l’unica realtà che fa piegare Victor. Ce ne rende partecipi con semplicità e dignità.

(Victor Hugo, Dés que l'aube. Fotografia scattata in Place des Vosges, Parigi, il 24 ottobre 2015)


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