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Donne e Politica: il modello albionico Theresa May “barking up the wrong tree”. E sui soliti moniti urbi et orbi della triarchia europea (il “buono” francese, il brutto tedesco e il cattivo anglosassone?)….

Creato il 30 agosto 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
398px-Theresa_May_-_Home_Secretary_and_minister_for_women_and_equalitydi Rina Brundu. La Gran Bretagna ha fatto di nuovo la voce grossa in Europa in materia di immigrazione e ha affidato l’erculea fatica alla signora Theresa May Segretario di Stato per gli Affari Interni e politica già nota per le sue forti prese di posizione contro l’esistenza stessa dell’Unione Europea. La notizia è da commentarsi, a mio avviso, solo come ennesimo esempio di leadership politica e di leadership politica declinata al femminile nel favoloso regno di Albione, sul quale imperat, con mano salda, la straordinaria Elisabetta II che a breve, brevissimo, sarà anche il sovrano che avrà regnato di più, oltre 63 anni, superando in questo pure il tempo trascorso sul trono dalla mitica regina Vittoria.

Dicevo un esempio di leadership politica a tutto tondo che, pur considerando il pulpito da dove viene la predica (la recessione è ormai un ricordo da tempo in Gran Bretagna e il cielo economico non è quasi mai stato più blu), stride in maniera quasi avvilente contro la povertà dirigenziale nostrana, atavica certamente, ma che non è mai apparsa così misera come in questo particolare periodo della nostra storia dove tutto è diventato carrierismo, speculazione politica, opportunismo e un’infinità di altri –ismi della peggior specie e natura. A parte il sostantivo “mafia” che vive sempre al meglio quando si nutre di una perfetta essenza poco incline alle fratture e allo splitting declinativo.

Detto questo ed entrando nel “merito” del “discorso” della signora a base di aboliamo Shengen (cazzo vuoi se voi Schengen non l’avete mai implementato?), ci sono troppi immigrati in Gran Bretagna extracomunitari ma anche europei (sta includendo anche le società europee che dovrebbero pagare tasse nei loro paesi e non al Regno?), creiamo un mini-direttorio con Francia e Germania e poi mandiamoli affa… quando ci conviene etc, etc, ci si accorge che gli inglesi come al solito stanno facendo un “barking up the wrong tree” e un “much ado about nothing”. Fermo restando naturalmente che lo sanno fare con stile. Then again, ci si continua a chiedere perché nessun leader abbia il coraggio di dire loro una volta per tutte di lasciare l’Europa se non ci si ritrovano e di smetterla con il vizietto imperialistico del diktat alle altre nazioni che oggi come oggi fa ridere i polli: se non ci fosse infatti la grande rete di business internazionale più o meno legale che usa Londra come scalo privilegiato chissà come starebbe la signora May oggi dato che la sua terra è un pochino come un inferno wildiano: la compagnia con cui si trascorre il tempo è godibilmente amorale, ma il clima fa davvero schifo…

Però lo ripeto: averne di politicanti così! Avremmo evitato l’ennesima umiliazione della triarchia europea (una sorta di “buono” francese, di brutto tedesco e di cattivo anglosassone), che ci ordina come comportarci in materia di immigrazione mentre noi paghiamo, e avremmo avuto tutte le carte in tavola per ricordare alla signora May, tra le altre cose, che se secoli fa i banchieri genovesi non avessero finanziato le “avventure” dei sovrani di cui sopra forse oggi anche i suoi “tweet” sarebbero stati meno trendy.

Cornuti, mazziati e ammorbati dalle interviste renzistiche che guardano il dito mentre quello punta alla luna, che altra calamità potrà mai capitare? Ah sì, of course, la legge di Murphy, a giorni torna dalle vacanze Ignazio Marino!


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