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Dopo 33 anni torna il teatro in tv: questa sera su Raiuno “Filumena Marturano” con Massimo Ranieri e Mariangela Melato

Creato il 30 novembre 2010 da Iltelevisionario

Dopo 33 anni torna il teatro in tv: questa sera su Raiuno “Filumena Marturano” con Massimo Ranieri e Mariangela Melato

Mariangela Melato e Massimo Ranieri sono i protagonisti della commedia Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, in onda questa sera su Raiuno alle ore 21,10. Nei prossimi mesi sulla rete diretta da Mauro Mazza saranno proposti altri tre appuntamenti, sempre con la regia teatrale di Massimo Ranieri: Napoli MilionariaSabato, domenica e lunedìQuesti fantasmiFilumena Marturano è stata registrata con tecnologia digitale e in alta definizione nello Studio 2 del Centro di Produzione tv di Napoli.

(AGI NEWS) Ci sono voluti ben 33 anni ma il momento della grande scommessa è arrivato: restituire il teatro alla tv, agli schermi Rai. Ci prova Raiuno, la rete ammiraglia diretta da Mauro Mazza, a giocare, e anche vincere, la scommessa. E ci prova con un’opera che di per sè fa già tremare i polsi: “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo, che per quel personaggio scomodò in qualche modo il paragone con Medea. Andrà in onda domani in prima serata, affidata all’interpretazione di Mariangela Melato e di Massimo Ranieri (chiamato al tentativo di ‘liberarsi’ dall’immagine storica che si ha di Eduardo e proporne invece la forza della formidabile attualità), e anche di Clara Bindi (che con Eduardo ha lavorato in teatro) e Pino Ammendola, e altri ancora validissimi interpreti del teatro napoletano. La regia teatrale è di Ranieri, che con Guglielmo Peirce ha curato anche la traduzione e l’adattamento; la regia televisiva è affidata invece a Franza Di Rosa; musiche originali composte da Ennio Morricone.

Mariangela Melato ha parlato di “esperienza abbastanza singolare, dove tutti ci siamo sentiti molto uniti e meravigliati di avere a che fare con una cosa così bella e capire da subito la profondità del teatro di Eduardo. Testo altissimo e saremo sempre grati a chi ci dato questa possibilità. Se va bene, sarà importante in un’epoca ‘buia’, dove di cultura non si può parlare. C’è stato grandissimo coraggio nel farlo, Mazza è stato intuitivo e coraggiosissimo. Spero che il pubblico percepisca la nostra buonafede, la voglia di lavorare per una cosa bella. Poi, quello che sarà sarà…”. Certo, lei da milanese ha dovuto fare i conti con il napoletano, e non è stato facile, “mi sono molto impegnata, qualcosa l’ho imparato…”. Ha raccontato di quando Eduardo le offrì di fare Filumena, “ma mi sentivo ancora più milanese di oggi e dissi di no. Mi sembrò una stravaganza del maestro. Lui mi diceva ‘Filumena dev’essere molto bella, perchè Titina (che l’interpretava, ndr) è brava ma è brutta’. Però’ io ribadii il no. E nel tempo non mi sono mai sentita a mio agio, io sono una perfezionista schifosa, faccio quello che so di poter far bene. Poi è arrivato ‘o guaglione (rivolgendosi a Ranieri, ndr) e mi disse due cose determinanti: sarebbe stato in italiano e si faceva per la tv”.

Come spiega Ranieri, infatti, “abbiamo dovuto adattare questa commedia al mezzo televisivo, a questo meraviglioso ‘mostro’ che tanto ti affascina ma a volte di fa anche male. L’abbiamo dovuta tradurre in italiano, ed è stata la fase più dura e difficile perchè vai a toccare uno dei mostri sacri del teatro del Novecento. Abbiamo preso il coraggio a due mani e affondato il coltello fin dove è stato possibile e far capire tutto alla signora di Trento o Bolzano che paga il canone come pure a quella di Canicattì”. Ranieri ammette che c’erano dissonanze tra quello che ha detto Filumena e “quello che volevamo dicesse Mariangela (e qui ha fatto un piccolo lapsus chiamando l’attrice proprio che se di nome facesse Filumena), ma poi abbiamo tenuto conto che in realtà Eduardo ha sempre parlato in italiano per farsi capire ovunque nel Paese; e c’è una lettera della Rai che gli chiedeva di adattare in italiano il suo testo. E abbiamo lavorato”. Ranieri la definisce “una storica impresa”, e sottolinea il “prezioso contributo del maestro Ennio Morricone, mentre Clara Bindi è stata una vera chioccia per tutti noi”. Un aspetto che Massimo Ranieri ha tenuto a ribadire con forza è quello relativo all’ “anima” dell’opera di Eduardo: “Non è stata tolta, non l’abbiamo stravolta, abbiamo solo tradotto alcune frasi diversamente incomprensibili. Come direbbero i toscani, ‘non abbiamo sciacquato i panni in Arno!’ L’armonia rimane quella, abbiamo lavorato duro per non stravolgere l’opera”. Anche la Melato sottolinea che “la costruzione è rimasta napoletana, con le sue caratteristiche del linguaggio dialettale, i ritmi. La musicalità è e resta quella”.



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