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Dopo 50 anni, riapre la basilica del Rione Terra

Creato il 13 maggio 2014 da Makinsud

Sono passati giusto cinquant’anni da quel tragico incendio del 1964 che distrusse completamente uno dei monumenti più antichi della Campania: la Basilica cattedrale di San Procolo, sita nel Rione Terra, è stata restaurata ed è stata riconsegnata alla Curia vescovile di Pozzuoli e riaprirà anche ai fedeli.rione-terraLa cerimonia è stata tenuta dal vescovo di Pozzuoli, Gennaro Pascarella, e hanno presenziato, tra gli altri, anche il il governatore della Campania, Stefano Caldoro, il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, e la soprintendente per i Beni Archeologici, Teresa Elena Cinquantaquattro. Il tecnico del restauro, Marco Dezzi, ha consegnato ufficialmente le chiavi del duomo al prelato. La Basilica riaprirà al culto con una cerimonia ufficiale domenica 17 maggio alle ore 18,30

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Raggiante Caldoro che definisce la riapertura del tempio una “una giornata importante per tutti perché qui su questa rocca c’è l’identità della nostra storia passata e le aspettative importanti per il futuro. La rocca del Rione Terra può costituire una importante vetrina verso il mondo che può far conoscere ed apprezzare le bellezze ed i tesori della nostra regione ed in particolare dei Campi Flegrei. Un passaggio importante – continua il presidente della Regione Campania –  per passare da una economia industriale, prettamente manifatturiera ad una economia che si fonda sul terziario e sul turismo in generale. È questo un grande giorno anche per la chiesa: la riapertura della cattedrale-tempio riveste un significato importante per tutta la comunità locale”

Una lunga ed incredibile storia ha attraversato il Rione Terra, quartiere e primo nucleo abitativo di Pozzuoli. Gli abitanti del posto furono sgomberati nel 1970 per i danni subiti a seguito del bradisismo e del terremoto dell’Irpinia del 1980. Oggi il Rione Terra, che si trova su una piccola altura, è attualmente in fase di restauro e di riqualificazione. Ma per capirne l’importanza bisogna considerare che, al di sotto delle abitazioni, c’è un intero percorso archeologico, perfettamente conservato, che è un vero e proprio “museo a cielo aperto”, una testimonianza importante del periodo romano (risale circa al 500 a.C.) e di tutta la storia puteolana. Non a caso, per completarne il restauro, è scesa in campo anche l’Unione Europea, con una programmazione di fondi 2014-2020.


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