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Dopo Brescia, Silvio scosso: annullati tutti i comizi. Zanda vuole l'ineleggibilità. E la Porcellum finisce nel mirino della Corte Costituzionale.

Creato il 17 maggio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Dopo Brescia, Silvio scosso: annullati tutti i comizi. Zanda vuole l'ineleggibilità. E la Porcellum finisce nel mirino della Corte Costituzionale.La notizia è di quelle che colpiscono, considerato che viene all'indomani della reazione feroce di Silvio alle contestazioni di Brescia. Durante quella specie di comizio-golpe, Berlusconi aveva detto: “Se qualcuno pensa di intimorirmi, sbaglia, perché io sono qui e intendo restarci”. Circondato dai suoi, ma soprattutto da un cordone “sanitario” di poliziotti e carabinieri da “Duomo di Milano in miniatura”, il Cavaliere ha tenuto botta, ma poi, nel chiuso delle sue stanze, è venuta fuori tutta la paura che quei fischi e quegli insulti, avrebbero scatenato in ogni essere umano dotato di capacità di discernere neppure troppo elevata, standard, diremmo. Così, per non essere la causa del “morto che ci scappa”, Silvio ha deciso, per il momento, di sospendere i comizi, tutti i comizi, quelli previsti per le prossime amministrative e quelli ben più “politici” della lotta alle toghe rosse. Lo ha detto Denis Verdini, uno che basta guardarlo in faccia per iniziare a tremare, il che è tutto dire. Evidentemente, quello che è successo a Brescia deve aver colpito Silvio nel profondo, e non solo lui. Nonostante il ghigno e i gesti di sfida, Formigoni e Brunetta, accolti al grido di “ladro” e “coglione”, hanno passato un bruttissimo quarto d'ora, e lo stesso è successo alla signora Santanchè che si è sentita dare solo della “puttana”. Il fatto è che ieri sera, le immagini rilanciate da Servizio Pubblico, sono essenzialmente servite ad avvalorare la tesi che a Brescia non si sono fronteggiate due fazioni politiche, ma due generazioni, non il M5S e Sel contro il Pdl, ma i titolari di una rendita qualsiasi contro chi non riesce ad avere in tasca neppure i soldi per un BigMc. E l'aria che si respira è quella di una rivolta che non finirebbe con il lancio di monetine, ma solo perché le monetine non ci sono. In ballo non c'è l'abrogazione dell'Imu ma la tenuta sociale del paese, concetto che sfugge sia a Berlusconi che a questo governo di “pacificazione” nato per diporto. Un primo effetto positivo, comunque, il governo LettaLetta lo ha avuto e ancora una volta, solo per le casse di Silvio. Dopo la “pacificazione”, le imprese del Cavaliere hanno aumentato il loro valore del 43 per cento, fatto che ha portato nelle casse di Mediaset qualcosa come 88 milioni di euro e nel momento in cui si parla di tagli, di “uscite protette” di lavoratori, e dell'intenzione di Silvio di vendere “Premium”, la pay tv in perdita secca. Le azioni Mediaset, insomma, sembrano uno yoyo, su e giù seguendo la carriera politica del fondatore e unico proprietario, nonostante gli incarichi ai figli, agli amici, agli amici degli amici. Se poi come si ventila, dovesse essere nominato senatore a vita da Napolitano come ringraziamento per aver salvato il paese dalla catastrofe, c'è il rischio che Piazza Affari chiuda per eccesso di rialzo. Così, mentre Silvio veleggia tranquillo nel mare in bonaccia della pacificazione, quel monello di Zanda cerca di disturbarlo almeno con un refolo di vento, e ritira fuori dal suo cilindro il coniglio bianco della ineleggibilità del Re, vero leit motiv della campagna elettorale del senatore del PD. Ovviamente la bufera non si è scatenata su Silvio ma sul povero Zanda, che si è visto preso a male parole non solo da quelli del Pdl, che ormai starnazzano e basta, ma anche dai suoi stessi amici e compagni di partito, D'Alema in testa (ma in silenzio). A fianco di Zanda, si è schierato compatto il M5S che, attraverso i suoi portavoce, ha dichiarato all'unisono: “Bene, quando votiamo, ieri?” La Porcellum finisce sotto la lente d'ingrandimento della Corte Costituzionale. I giudici, finalmente, hanno deciso di buttarci un'occhiata, di andare a vedere se per caso, quella troiata legislativa non abbia dei motivi di contrasto con quanto stabilito dalla nostra Costituzione. Ma la cosa che ci ha fatto enormemente piacere, è sapere che i giudici, per un chek-up completo della Porcellum, impiegheranno non meno di 6/7 mesi. Quelli del Pdl sono felicissimi. Sono loro, infatti, gli strenui difensori della legge porcata, dalla quale hanno tratto, a oggi, i maggiori benefici. Se si dovesse tornare a votare a ottobre, i pidiellini vorrebbero farlo ancora con la summa del pensiero di Calderoli. E si sa, chi lascia la strada vecchia...

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