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“Dopo di me il diluvio"… ovvero la storia del prepuzio - parte 1: Paolo Portoghesi (di Axel)

Creato il 14 gennaio 2013 da Tafanus

Palais-lumièreDa alcuni mesi seguo con interesse sempre più elevato questa bella querelle legata alle eminenze grigie Settis, Gregotti (di cui parleremo in altri post) e Portoghesi che si “ribellano” alla costruzione in aree private di una struttura a Marghera (Ve) chiamata Palais Lumiere.

Sinceramente ritengo che la realizzazione di una simile torre in un area dismessa, che possa dare lavoro a diecimila persone per circa quattro anni e che ad opera terminata garantisca occupazione per cinquemila, sia solo una benedizione in un periodo dove a fronte di impegni economici nessun imprenditore voglia metterci il becco di un quattrino.

Il fatto, ulteriore, che vi sia indiscutibilmente un recupero di aree ad oggi altamente inquinate e che il progetto sia basato su elementi di ecosostenibilità trasformando 19 ettari di cemento in aree verdi trovo sia indiscutibilmente un merito, anche perché si va a dedicare un area oggettivamente rovinata da industrie devastanti in aree dedicate a ricerca ed a cultura.

Pare, però, che davanti a queste oggettività il Portoghesi sia assolutamente negativo: in effetti in un suo libello di elevata qualità pubblicato nientemeno che sull’”Osservatore Romano” (giornale di notorio equilibrio, come sapete) critica ferocemente la struttura del Palais Lumiere bollandola come «gigante squarciato». «L'insediamento commerciale di Pierre Cardin - spiega l'architetto - darà anche lavoro a molta gente (quanta ne darebbe se si fosse attenuto alle altezze consentite) ma la sua ragion d'essere non è un programma produttivo industriale ma un programma pubblicitario per il quale l'altezza è necessaria, perché solo facendo un gigante squarciato, il sarto potrà trovare le favolose risorse economiche necessarie.

L'aspetto etico - prosegue - sta proprio in questa inscindibilità, l'edificio deve essere alto per colpire l'attenzione, per sollecitare la risposta dei media, per mettersi in gara con le stentoree meraviglie dei Paesi del Golfo”. “Il danaro liquido in questo momento di crisi - osserva ancora Portoghesi - è in mano agli speculatori della finanza, gli stessi che la crisi hanno ingigantito e che continuano a sfruttarne le oscillazioni; c'è da chiedersi se vogliamo erigere un monumento alla finanza speculativa”.

Portoghesi
Già, perché afferma Portoghesi (seguito purtroppo anche da un sempre meno presente – a sé stesso –  DarioFo) la struttura del Palais sarebbe “orrenda ed assolutamente devastante per lo skyline di Venezia”: Ben meglio le torri di evaporazione della Vynil, volete mettere? (a lato, un "capolavoro" di Portoghesi)

A chi non sa chi è Paolo Portoghesi, comunichiamo alcune delle sue opere: casa Baldi nel 1959, la chiesa della Sacra Famiglia a Salerno, le biblioteche civiche di Avezzano e Abano Terme, l'accademia di Belle Arti de L'Aquila, i complessi residenziali ENEL a Tarquinia, "Borsalino" ad Alessandria (altri in Romagna e nella Repubblica di San Marino e il più recente, a Roma, il "Quartiere Rinascimento 1"); i complessi residenziali, commerciali e direzionali a Bologna, Abano Terme e a Senigallia (nell'area ex-Sacelit, in corso di elaborazione), il complesso di piazza civica, giardino e piscina a Poggioreale in Sicilia e la piazza intitolata a Leon Battista Alberti a Rimini (altre piazze sono quelle di Ascea, Castelgandolfo e Fondi; è anche l'autore del restauro della piazza del Teatro alla Scala a Milano); il salone nello stabilimento termale "Il Tettuccio" a Montecatini, la scuola albergo a Vieste nel Gargano (altre scuole sono ad Asti, Roma e Abano Terme; l'ultima realizzata è "Il borgo della Conoscenza", una scuola di post-dottorato nel "Podere Camporlecchio" presso Rapolano Terme (SI)); la sede dell'Associazione Industriali di Avellino, le terme del Centino a Nocera Umbra, l'Istituto di Studi Filosofici ad Ascea e l'hotel Meridien - ex Savoia - a Rimini, la valorizzazione e recupero funzionale degli edifici storici dell'ospedale San Giovanni a Roma (nellambito dell'e opere per il Giubileo), il teatro "Nuovo Politeama" a Catanzaro, l'ampliamento del Municipio di Tregnago e la ristrutturazione dell'ex scuola elementare di Faetano, nella Repubblica di San Marino.

La sua opera più nota è la moschea di Roma, con l'annesso Centro Islamico Culturale; nel 2000 ha vinto il concorso internazionale per la Moschea di Strasburgo (in costruzione) e, nello stesso tempo, ha realizzato la chiesa della Madonna della Pace a Terni, inaugurata nel dicembre 2003, vinto il concorso per una nuova chiesa a Castellaneta (TA) (in costruzione) e realizzato la nuova chiesa parrocchiale di Calcata (VT), la famosa chiesa detta “del santo prepuzio” oppure, meglio ancora, la famosa “Chiesa Moulinex” o del “Santo frullino”.

Del resto Portoghesi è un fulgido esempio di rappresentanza politica: gia nel 2011, la sua giovane età gli permette di divenire fornitore di servizi della notoriamente precisissima giunta Alemanno che decide (senza alcun concorso, si badi bene) di farlo diventare “consulente per l’architettura e le trasformazioni urbane del comune  (da artribune.com)

Secondo una moltitudine di esperti del settore la professionalità indiscussa del Portoghesi non è certamente quella architettonica: in effetti la sua frequentazione costante dei salotti dell’oltretevere gli permette di disegnare strutture che normalmente metteremmo a fianco dei nanetti in giardino.

Se avessimo un  pessimo gusto, naturalmente.

Vi invito a leggere questo commento al vetriolo della realizzazione di Portoghesi (fonte: fidesetforma.blogspot.it)

Portoghesi, e l'involucro del Sacro Prepuzio (un preservativo post-mortem?)

Di fatto, il “grande” architetto Portoghesi, che ha realizzato nella sua vita una moltitudine di progetti pubblici o collegati alla chiesa cattolica (quindi pagati in sostanza da pantalone) realizza una “pregevole” struttura a far da involucro di uno delle più autorevoli reliquie della cristianità: il cosiddetto “Sacro Prepuzio”, peraltro trafugato nel 1970.

Quello di Calcata è degno di menzione perché il reliquiario che lo conteneva venne portato in processione anche recentemente (nel 1983) durante la Festa della Circoncisione, precedentemente celebrata dalla Chiesa cattolica in tutto il mondo il 1* gennaio di ogni anno.

La tradizione ebbe fine quando alcuni ladri rubarono il contenitore ricoperto di gioielli e le reliquie in esso contenute: A seguito del furto non è chiaro se qualcuno dei presunti Santi Prepuzi esista ancora. In un documentario del 1997 della TV britannica "Channel 4", il giornalista Miles Kington andò in Italia alla ricerca del Santo Prepuzio, ma non ne trovò traccia.

Va detto che di santi prepuzi ne sono esistiti almeno 13 esemplari (al pari della proliferazione delle schegge di legno della croce con le quali se ne possono costruire una trentina), con procedure simili a quelle che garantiscono la presenza del latte della Vergine (sparso dovunque in una tale quantità da sfamare i bambini di mezzo mondo, a giudicare dalle ampolle ancora oggi conservate presso numerose Chiese) o i pannolini di Gesù, le tre vertebre della coda dell'asino cavalcato dal Messia al suo ingresso in Gerusalemme, il pelo della barba di Giovanni Battista, il piolo della scala vista da Giacobbe in sogno, la cintola di Maria caduta in terra durante l’ascensione al cielo (ufficializzata tra l’altro dalla Chiesa solo nel 1950…), o le sue ciocche di capelli, anch’esse in una tale quantità e varietà di colori da poter fare la fortuna di molti negozi di parrucche…

Tant’è, “Era il Santo Prepuzio denso, e crespo in figura d'un cece rosso, la fragranza, che trasfuse, durò due giorni nelle mani di Clarice, e della Madre…” (Del santissimo prepuzio di N. S. Gesù Cristo, Roma, 1802, capo VI pg. 15).

Originariamente si riteneva che la reliquia fosse stata consegnata a Leone III il 25 dicembre 800 da Carlo Magno in occasione della sua incoronazione: l'imperatore l'avrebbe a sua volta ricevuta da un angelo mentre pregava presso il santo Sepolcro: ritengo sia sostanzialmente da lasciare all’immaginazione di ognuno di voi come possa essersi svolta la scena della consegna di cotanta reliquia.

Si badi bene, non si tratta di una superficiale affermazione: il Portoghesi si occupa solo da ultimo di dare una casa alla reliquia, ma la stessa è da secoli al centro di vexatae quaestio come ben dimostrato dal teologo cattolico Leone Allacci nella seconda metà del XVII secolo nella sua “De praeputio Domini Nostri Jesu Christi diatriba”, ove si riteneva possibile che il prepuzio fosse asceso in cielo contemporaneamente all'ascensione di Gesù, trasformandosi negli anelli di Saturno.

Per la cronaca si ha conoscenza di ben 14 prepuzi, ciascuno dei quali dichiarato autentico e fatto oggetto di ampia venerazione: a Calcata, a Roma, Santiago di Compostela, Chartres, Besançon, Metz, Hildesheim, Charroux, Conques, Langres, Anversa, Fécamp, Puy-en-Velay, Auvergne , Clermont,  Chalons-sur-Marne, Charroux, ad Anversa, a Puyen Velay, a Filtescheim,  San Giovanni in Laterano (poi trasferito a Calcata) e a Coulumbs.

Il “Sacro prepuzio” custodito ad Anversa “…aveva al suo servizio speciali cappellani del prepuzio (sic!); ogni settimana veniva qui celebrato un ufficio solenne in onore del sacro prepuzio che una volta all’anno veniva recato “in trionfo” attraverso le strade…”.

Circoncisione di Gesù

Il Santo Prepuzio è una reliquia costituita da quelli che sarebbero i resti del prepuzio di Gesù, recisogli durante il rito della circoncisione, e a cui sono stati attribuiti diversi eventi miracolosi. In diversi momenti della storia, a volte anche contemporaneamente, varie chiese in Europa hanno dichiarato di possederlo: secondo le leggende del villaggio di Calcata (comune in provincia di Viterbo), nel 1527un soldato dell'esecito lanzichenecco, che stava saccheggiando Roma, riuscì a depredare il Sancta Sanctorum.

Quando venne catturato nel villaggio, nascose il reliquiario contenente il Santo Prepuzio nella sua cella, dove venne scoperto nel 1557; da allora la Chiesa iniziò a venerarlo, concedendo ai pellegrini un'indulgenza di dieci anni.

L'abbazia di Charroux sosteneva che il Santo Prepuzio fosse stato donato ai monaci da Carlo Magno. Nei primi anni del XII secolo venne portato in processione fino a Roma, perché Innocenzo III ne verificasse l'autenticità, ma il Papa rifiutò l'opportunità. Ad un certo momento comunque la reliquia andò perduta, per ricomparire solo nel 1856, quando un operaio che lavorava nell'abbazia dichiarò di aver trovato il reliquario nascosto nello spessore di un muro. La riscoperta portò ad uno scontro teologico con il Prepuzio ufficiale di Calcata, che era venerato ufficialmente dalla Chiesa da centinaia di anni.

Nel 1900 la Chiesa risolse il dilemma vietando a chiunque di scrivere o parlare del Santo Prepuzio, pena la scomunica (Decreto no. 37 del 3 febbraio 1900). Nel 1954, dopo lungo dibattito, la punizione venne portata al "vitandi" (persona da evitare), il grado più grave della scomunica; successivamente il Concilio Vativano II rimosse dal calendario liturgico la festività della Circoncisione di Cristo: per nostra sfortuna, invece, quella di Pantalone che paga gli “architetti” invece rimane ben fissa nel calendario della chiesa cattolica.

Come al solito, a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina…Axel


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