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Dopo il rogo, la rinascita della Città della Scienza

Creato il 03 febbraio 2014 da Makinsud

Napoli, 4 marzo 2013: la Città della Scienza viene distrutta da un incendio. Oggi, a distanza di quasi un anno, lo “Science center” rinasce.

Il devastante rogo del 4 marzo 2013
Torna in vita dunque una delle più importanti attrazioni del capoluogo campano (fondata nel 1996 da Vittorio Silvestrini  al fine di promuovere e divulgare la scienza) e lo fa grazie ad un accordo siglato giovedì 30 gennaio tra Regione, Comune, Fondazione Idis, ministeri della Ricerca Scientifica, dell’Ambiente e della Coesione territoriale. Costo dell’operazione: 64,7 milioni di euro. La nuova Città della Scienza verrà edificata lì, nel quartiere Bagnoli, dove un tempo sorgeva la vecchia struttura, e si estenderà sulla base di un nuovo progetto che la farà affacciare sul mare e la doterà di uno “Smart building” all’interno di una “Smart city”. In sostanza, sarà uno Science center ultramoderno e intelligente, con un bassissimo consumo di energia e rifiuti zero. Le spese della ricostruzione saranno a carico della Fondazione Idis (22 milioni e 500 mila euro), della Regione (34 milioni) e del Governo (8 milioni, di cui 3 assunti dalla Ricerca scientifica e i restanti 5 dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

All’incontro, tenutosi a Roma, hanno partecipato anche il ministro Trigilia, il sindaco di Napoli De Magistris, il vicesindaco Sodano, l’assessore comunale Piscopo, il vicepresidente della giunta regionale Trombetti e il presidente della Fondazione Idis-Città della Scienza Silvestrini. Logicamente soddisfatto l’assessore alla Ricerca e vice presidente della Regione, Guido Trombetti: “Sono contento perché abbiamo trovato una soluzione alta, per di più molto vicina a quella prospettata dalla commissione interistituzionale della quale il ministro Profumo mi affidò la presidenza subito dopo l’incendio, una soluzione che allora concordammo con il vicesindaco Sodano, il vicepresidente della Provincia Ciro Alfano, il prorettore della Federico II Gaetano Manfredi e i rappresentanti dei ministeri. Da un lato, ricostruendo la struttura distrutta dov’era sono state rispettate l’intuizione di Silvestrini e la vocazione originaria dei luoghi. Dall’altro, il progetto sarà nuovo e particolarmente attento al rispetto dell’ambiente. L’impegno della Regione è testimoniato anche dall’onere di spesa che ci siamo accollati, ma c’è da dire che tutte le istituzioni hanno dimostrato grande tenuta e hanno lavorato sodo, altrimenti non sarebbero bastati sei mesi“. Nell’intesa inerente la rinascita della Città della Scienza, vi è anche uno spazio dedicato all’intero quartiere di Bagnoli, per il quale è previsto il ripascimento della spiaggia. A ricordarlo è il vicesindaco Sodano: “È un’intesa molto importante perché abbiamo trovato l’equilibrio tra le esigenze della ricostruzione e quelle ambientali, infatti si lavora anche per la bonifica dell’area tra Nisida e il pontile, per la quale ci sono già i fondi“.

La Città della Scienza divorata dalle fiamme

Adesso che il più è stato fatto, bisognerà solo attendere la firma ufficiale dell’accordo, prevista a Caroglio il 4 marzo 2014, ad un anno esatto dal giorno del disastro, e il 31 dicembre 2016, data indicata per la fine dei lavori. “Sono contento – ha concluso Vittorio Silvestrini, presidente della Fondazione Idis – Dove troveremo i 22 milioni? In parte dall’assicurazione. Poi pensiamo di stipulare un mutuo: c’è già la disponibilità della Cassa depositi e prestiti e della Bce». E in risposta a chi gli fa notare i grandi cambiamenti che la Città della Scienza subirà, risponde semplicemente che “Lo Science Center sarà ancora più bello e potente di prima“.

 

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