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Dove nasce la scrittura. I luoghi del linguaggio e della memoria.

Da Fioridilylla @c_venturini
Dove nasce la scrittura. I luoghi del linguaggio e della memoria. Sulla scrittura e sulla memoria sono state scritte milioni di pagine. Lo stile, i registri, gli errori, i canoni, la storia, i perché. I blog letterari, i corsi universitari, le riviste di settore trattano l'argomento con l'intento di insegnare, trasmettere, criticare. Permane una domanda: dove nasce la scrittura, dentro di noi? Dal cuore? Dall'anima? Dalla mente? Esiste un luogo specifico all'interno del quale tutto prende avvio e la magia si crea, unendo il fisico al poetico, il metafisico allo strutturale? Certo che esiste. Nel 91% della popolazione questo ampio luogo si localizza nell'emisfero sinistro del nostro cervello. Ma è possibile scendere via via più nello specifico, fino a trovare le aree del linguaggio e le loro magie.
La capacità di comunicare attraverso l'uso della parola scritta e parlata è una peculiarità tipica e unica della specie umana. Nessun altro mammifero è in grado di trasmettere i propri pensieri attraverso l'uso di segni verbali e codificativi, come lo siamo noi. Il linguaggio e la possibilità di trasmettere le nostre esperienze e scoperte attraverso l'uso del potentissimo strumento chiamato "scrittura" sono conquiste dell'uomo, ma sono anche parte dell'evoluzione del nostro cervello.  Apprendimento, memoria e linguaggio sono le tre funzioni cerebrali superiori che fanno di noi la specie più sofisticata sul pianeta. Essendo funzioni cerebrali, quindi, possono essere trovate dentro di noi; studiate in modo sofisticato; monitorate e approfondite. Vi siete mai chiesti dove nascesse lo stimolo, l'ispirazione poetica, quel lampo di genio che vi ha portato a produrre versi o romanzi emozionanti? Io sì e studiando ho trovato qualche risposta nell'ambito scientifico. In particolare, lo studio della fisiologia umana mi sta mettendo in contatto con un mondo mozzafiato, che vorrei condividere con voi, senza entrare troppo nel tecnico, giusto per godere del piacere della scoperta. Il cervello umano è rivestito dalla corteccia cerebrale, un mantello di sostanza grigia altamente vascolarizzata, ricca di neuroni e cellule. Sotto di essa si trova la sostanza bianca, costituita da fasci di fibre nervose afferenti (che portano gli stimoli dai recettori sensoriali in periferia al sistema nervoso centrale) o efferenti (che portano il messaggio neurale dal sistema nervoso centrale alla periferia del corpo umano). Il mantello cerebrale contiene dei solchi, che determinano i giri cerebrali, i quali, in alcuni casi, costituiscono le scissure che divino fra loro i vari lobi cerebrali (frontale, parietale, temporale, occipitale).  La corteccia è la struttura cerebrale dalla quale dipendono le capacità più elevate come il riconoscimento e la gestione delle sensazioni, la discriminazione, il pensiero, la memoria, la capacità di apprendere e di comunicare. Questa specifica zona del sistema nervoso centrale (che comprende midollo spinale e cervello) è una delle tre zone che compongono il cervello stesso. Si tratta, infatti, del telencefalo ovvero quel luogo fisico che comprende la corteccia cerebrale, i gangli della base, l'ippocampo e l'amigdala che, per spiegarli in modo semplice e breve, sono luoghi deputati all'avvio del movimento, delle funzioni cognitive come l'abilità di trovare soluzioni verbali e organizzare le risposte emotive, la memoria e la modulazione dei comportamenti affettivi come l'amicizia, l'affetto, l'amore, la paura, l'aggressività. Gli altri due luoghi che costituiscono il sistema nervoso centrale sono il mesencefalo (bulbo, ponte e cervelletto) e il diencefalo (ipotalamo e talamo). Il primo svolge e regola le funzioni motorie e le attività automatiche, il secondo ricopre un ruolo fondamentale nella modulazione delle emozioni, dell'attività sessuale e di quella che in gergo scientifico si chiama "omeostasi" ovvero la regolazione della vita attraverso la gestione delle funzioni corporee vitali come la termoregolazione, l'assunzione del cibo e dell'acqua.  La capacità dell'uomo di riconoscere e articolare la parola è localizzata nelle aree del mantello corticale del nostro cervello. Queste aree, connesse fra loro, sono localizzate in base alle differenze dei loro compiti e, per ora, sono state individuate 50 diverse zone con 50 diverse funzioni specifiche. Lo studio delle localizzazioni cerebrali è avvenuto attraverso lo studio delle lesioni del mantello e la registrazione elettrica dell'attività neuronale. L'area di Broca e l'area di Wernicke, sono rispettivamente riconosciute grazie alla loro numerazione: 44 e 45 (Broca), 22 (area di Brodomann, che costituisce l'area di Wernicke, anche chiamata psicoacustica). Il coordinamento dell'articolazione della parola si fa riferimento all'area 39 del giro angolare e 40 riferita alle aree preoccipitali, parietali e temporali. L'Area di Broca (44 e 45) provvede all'articolazione verbale della parola, l'area di Wernicke  (22) ha lo scopo di riconoscere e comprendere il linguaggio. Le funzioni visive e acustiche del cervello, localizzate nel lobo temporale (area 41-42) e nell'area di Wenicke (lobo temporale) sono responsabili della scrittura e del linguaggio parlato, integrate con l'area 40 e trasmesse al giro angolare. Nell'Area di Wernicke, quindi, c'è il riconoscimento della parola, mentre nell'area di Broca tutto questo si trasforma in atto comunicativo e in scrittura. Se queste aree vengono lese a causa di un incidente o trauma di qualsiasi tipo, si possono riscontrare due diversi tipi di problemi chiamati afasia sensoriale e afasia motoria, ovvero l'impossibilità di comprendere il significato delle parole (lesione dell'area di Wernicke) e l'impossibilità di articolare le parole (lesione dell'area di Broca). A questi problemi si possono aggiungere l'alessia (l'incomprensione nella lettura) e l'agrafia (l'incomprensione nella scrittura). La scrittura, come tutti noi sappiamo, esiste perché deve assolvere alla funzione di "durare nel tempo", permettere la vita della memoria, concretizzare l'immortalità di un pensiero, manifestare il fatto di essere esistiti e di aver dato un contributo all'evoluzione della nostra specie, di aver avuto dei sentimenti, di aver detto no. La scrittura ha fini didattici e attraverso di lei è possibile memorizzare concetti, consuetudini, informazioni basilari di vita.  L'apprendimento è la capacità di acquisire nuove esperienze ed è strettamente connesso alla memoria, ovvero alla capacità di conservare nel tempo queste stesse informazioni e, se necessario, riutilizzarle nel quotidiano. L'apprendimento si materializza attraverso l'abitudine e la sensibilizzazione e ambo questi processi influiscono sulla risposta del singolo a uno stimolo o situazione. La memoria, come tutti noi sappiamo, può essere a breve termine o a lungo termine e la differenza la fa una semplice cosa: la modificazione più o meno determinante dei neuroni siti nella zona cerebrale chiamata ippocampo, facente parte del telencefalo, che si occupa principalmente dei fenomeni relativi alla memoria stessa.  Il rilascio di glutammato (aminoacido non essenziale costituente delle proteine e neurotrasmettitore eccitatorio) influisce nel processo di memorizzazione a breve o lungo termine grazie alla modificazione o meno del neurone, produzione di nuove proteine regolatrici dei canali di calcio e stimolanti la connettività sinaptica, ovvero la trasmissione degli impulsi sotto forma di energia.  I ricordi, chiamati in fisiologia "ennegramma di memoria", sono immagazzinati nelle strutture nervose e, quando vengono richiamati e riaffiorano alla coscienza si può parlare di memoria esplicita o dichiarativa, la quale può essere episodica o semantica a seconda si tratti di esperienze personali o alla conoscenza di nozioni. La sede anatomica della memoria si è individuata nelle aree corticali specifiche della corteccia visiva e acustica, distribuite nelle aree associative frontali, temporali e parietali e, ovviamente, nell'ippocampo, la cui lesione si materializza nel Morbo di Alzheimer, la quale causa un'amnesia anterograda (impossibilità di formare nuovi ricordi). Le lesioni, invece, delle aree cerebrali attraverso traumi può portare all'amnesia retrograda ovvero all'impossibilità di ricordare avvenimenti del passato.  La scrittura e il ricordo, quindi, non sono elementi astratti e mitologici. Hanno delle sedi, se non propriamente specifiche, quantomeno rintracciabili dentro di noi e sono funzioni del nostro corpo che possono essere danneggiate anche a causa dei nostri comportamenti, come l'uso di sostanze o l'andare incontro (volontariamente o involontariamente) a traumi cerebrali di tutto rispetto. Scrittura e memoria sono, inoltre, i capisaldi della nostra evoluzione. Si tratta di peculiarità preziose, sulle quali c'è ancora molto da dire e da indagare.

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