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Draft NBA: il peso del Numero 1

Creato il 30 giugno 2014 da Basketcaffe @basketcaffe

Le torri di controllo dell’aeroporto di Cleveland hanno dato l’allarme poiché nel cielo plumbeo del Grande Errore sul Lago è stato avvistato uno strano oggetto volante; pochi secondi dopo, la dirigenza dei Cavaliers ha tranquillizzato la città: il corpo del reato porta la sigla AW22 e si prepara ad atterrare nell’atmosfera rinascente della Quicken Loans Arena. È un Jayhawk; è sopravvissuto alle forche caudine del Torneo NCAA e non si è lasciato spaventare dagli effetti delle pallottole anestetizzanti che gli astuti ragazzi di Stanford gli hanno “sparato” nel match più sorprendente dell’annata cestistica universitaria. È decollato a Toronto il 23 febbraio 1995 e non ha mai voluto smettere di volare: l’audacia e la fame non gli mancano, ma riuscirà a trasformare l’eterna incompiuta della città più brutta d’America in una contender? Si smarcherà dall’alone negativo che Anthony Bennett ha lasciato sui campi più famosi del mondo? La missione di Andrew Wiggins non sarà facile, ma questo ragazzo potrà contare sulla forza della sua identità.

ORGOGLIO CANADESE

Dodici mesi dopo l’improvvida chiamata di Anthony Bennett, i Cleveland Cavaliers hanno avuto l’opportunità di scegliere nuovamente per primi al Draft NBA e hanno deciso di mettere il loro cappellino sulla testa di un altro ragazzo dell’Ontario. L’atletismo straripante di Andrew Wiggins ha sedotto la dirigenza dell’Ohio e ha suggerito a David Blatt un’opportunità intrigante: perché non riunire sulle sponde del Lago tre alfieri della Maple Leaf? L’esplosività di Wiggins, la solidità di Thompson e il mistero di Bennett: se l’orgoglio canadese risvegliasse il Grande Addormentato del 2013 e lo restituisse ai pro con un altro volto, gli scenari dei Cavaliers cambierebbero drasticamente. La dirigenza si ritroverebbe un patrimonio inestimabile di prime scelte assolute e giovani talenti pronti a diventare campioni; la point guard più intrigante dei nineties e il ragazzo che si porta sulle spalle la responsabilità di diventare il più forte canadese di sempre: l’asse obliquo Irving-Wiggins prometterebbe scintille e fuochi d’artificio a un pubblico che legge il suo rapporto con LeBron James con lo stesso spirito di Catullo. Odi et amo, ma nell’ammirazione estetica dei due piccoli geni della Quicken Loans Arena: quale migliore prospettiva per una ricostruzione progressiva?

SWING-MAN

203 centimetri di elettricità, 91 chilogrammi di tritolo: l’atletismo di Andrew Wiggins ha pochi eguali anche nel fertilissimo scenario dello sport professionistico americano. A 19 anni, l’ex-freshman dell’Università di Kansas ha mostrato una notevole attitudine difensiva e un “pacchetto” che rischia di proiettarlo immediatamente fra i migliori stopper della Lega. La metà campo offensiva lascia intravedere barlumi di talento e diverse aree completamente inesplorate: la continuità del suo tiro è tutta da verificare, le letture devono essere costruite e la verticalità irriverente delle sue leve ha bisogno di un’educazione adeguata alla necessità della squadra. Andrew troverà un allenatore ideale per il suo entusiasmo: David Blatt ha trasformato diversi giocatori elettrici in fattori decisivi per le sue vittorie. Ricky Hickman e Alex Tyus hanno messo le ali al Maccabi Campione d’Europa; la prima scelta assoluta del Draft 2014 cercherà di occupare lo spot che fu di un certo numero 23 con l’esplosività della sua giovinezza e il desiderio di riaccendere la miccia della combo-forward che lo ha preceduto di un anno. Nelle partite di pre-season, Wiggins e Bennett vivranno parecchi minuti di collaborazione sul parquet e tracceranno il nuovo corso dei Cavaliers; questo scenario dovrebbe escludere la conferma di Luol Deng, che sembra destinato a sondare il mercato dei free agent con la malcelata speranza di trasformarsi nel terzo violino di una squadra da titolo.

UNDER PRESSURE

L’avventura di Andrew Wiggins non abbandonerà mai i riflettori: il destino di ogni prima scelta assoluta prevede l’occhio di bue e porta alla stampa i bisbigli dei critici fin dai primi momenti del training camp. Dopo la crescita tortuosa di Kyrie Irving e il clamoroso flop di Anthony Bennett, la dirigenza dei Cavaliers si gioca una buona fetta di credibilità: se la point guard nata in Australia, nonostante alcune difficoltà di maturazione, si è rivelata la migliore gemma della sua classe, la combo forward canadese ha superato tutte le previsioni degli scettici e ha contribuito al fallimento del progetto tecnico 2013/2014. Wiggins è chiamato a una stagione importante: anche se le sue caratteristiche ammiccano a una carriera da hall of famer, Blatt dovrà lavorare sui limiti del ragazzo e gestire la sua esuberanza con la stessa saggezza che ha portato coach Monty Williams a ri-plasmare il fenomeno Anthony Davis. Jabari Parker e Julius Randle sono più pronti per l’NBA? Il verdetto finale spetta al campo, ma l’atmosfera magica del Draft fa salire la voglia della prima palla a due.

I tifosi di Cleveland contano i giorni: saranno di nuovo all witnesses?


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