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Drive Angry – Un film con Nicolas Cage

Creato il 04 luglio 2014 da Raystorm

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Esistono delle premesse doverose da fare per comprendere anche quanto seguirà, ossia l’analisi del film. Quando Nicolas Cage vinse l’Oscar come miglior attore, decise di percorrere una strada ben più difficoltosa rispetto a quella “classica”, che vede un vincitore ti tale premio centellinare le proprie apparizioni nei film, scegliendo ruoli di un certo spessore che magari fruttino una ulteriore vittoria. Nic Cage ha deciso invece di tirare un bel calcione al classico, tentando una impresa in grado di cambiare completamente la storia della cinematografia. Come ha fatto? Semplice ha inventato un nuovo genere, il cui nome distintivo è “film con Nicolas Cage”. Devono essere state le parole di Michael Bay agli MTV Movie Award del 2002, quando il nostro Nic premiandolo per “Pearl Harbor” si sentì dire dal regista qualcosa tipo: “ti ho trasformato nell’eroe dei film d’azione”. Quelle parole a prima vista innoque hanno innescato nella mente di Cage un programma sullo stile di “Va e uccidi”, perché da quel giorno il nostro caro Nic ha intrapreso la sua crociata rivoluzionaria per diventare leggenda. Alcuni sostengono che quanto appena raccontato non sia la verità, ma che il nipote di Coppola (si, ha uno zio illustre e una cugina sopravvalutata) abbia fatto tutto questo pandemonio a causa di problemi finanziari, decidendo di accettare ogni lavoro gli si parasse davanti (la denuncia dei redditi piega chiunque anche gli eroi). Dato però che io non credo a certe malelingue sono sicuro che dal 2002 ad oggi il nostro eroe si sia lanciato in questa lotta per la libertà filmica, che ha avuto anche una nutrita serie di imitatori (a conferma che la verità non è legata ai soldi), tra cui nomi illustri come De Niro (oppure spiegatemi film come “Last Vegas” e “Killer Elite”), i quali però non sono riusciti a raggiungere l’obbiettivo nonostante gli sforzi compiuti. 2002 anno in cui tutto questo è iniziato, non ci sarà quindi da stupirsi quando le sigle A.C. e D.C. indicheranno Avanti e Dopo Cage, rimodellando il nostro calendario attorno a quella data. Finite le precisazioni storiche, ora bisogna iniziare ad analizzare le caratteristiche del genere “film con Nicolas Cage”, in modo da mettere in condizione chiunque di capire perché “Drive Angry” è uno dei suoi più illustri capolavori.

la svolta

MTV Movie Awards 2002 Che eleganza il nostro Nic

Paramount Pictures' Premiere Of

Ed ecco il deus ex machina di tutto questo Mr. Michael Bay

 


A.B.C.: “Un film con Nicolas Cage” caratteristiche principali!

Da una approfondita analisi della filmografia di Nic post anno zero (il 2000 di cui sopra, prima i film erano abbastanza ordinari tipo “Via da Las Vegas”, “Può succedere anche a te” o robette tipo “Cuore Selvaggio” e “Al di là della vita”), ho compreso che il genere di cui ci stiamo per occupare ha dei punti fissi e ricorrenti che ne garantiscono la riuscita (nonchè un senso di già visto mica da ridere). Ogni tanto alcuni registi come ad esempio John Woo o Lee Tamahori hanno deciso di creare pellicole che pur contenendo questi tasselli essenziali avevano come scopo ultimo la rielaborazione degli stessi, ed i risultati non sono stati dei migliori (“Windtalkers”, “NEXT”). Possiamo quindi concludere che per poter definire “riuscito” “un film con Nicolas Cage”, esso deve rispettare o esasperare le regole che stiamo per analizziare.

  1. La presenza scenica. Per appartenere al genere la pellicola deve per un buon 80% del suo minutaggio complessivo, mostrare il protagonista interpretato da Nic. Nessuno paga un biglietto per poi vedere il suo eroe relegato alla mera comparsa. Ci sono più associazioni dei consumatori, che conoscendo l’importanza di questo primo tassello, saranno liete di aiutarvi qual ora voleste fare causa alla compagnia distributrice per pubblicità ingannevole.
  2. Come, dove, quando. Queste tre parole non sono importanti purché ogni 7 minuti e 28 secondi si inneschi una sparatoria, una esplosione un inseguimento, si, insomma una sequenza d’azione. Non importa se per aderire a questo diktat bisogna procedere anche al drastico stacco di montaggio nel mezzo di un dialogo, questa regola non deve mai essere infranta. Se però il regista venisse meno al rispetto di questo punto 2, possiamo giugnere alle seguenti conclusioni: la prima molto semplice, avete praticamente sbagliato film. La seconda invece è l’inserimento di una scena in cui qualcuno scopa  di sesso (non importa chi, potrebbe essere anche il direttore di produzione, l’importante è che ci sia). La terza conclusione possibile è un trucco inventato dagli sceneggiatori (che inspiegabilmente sono sempre più di uno per questo genere di pellicola), per aumentare la tensione, il qualce consiste nell’inserire una donna in pericolo per giustificare dare enfasi all’apparizione ancestrale del nostro eroe che procederà a salvarla.
  3. Il perché delle cose? Quante volte succede di andare a vedere un film e a fine visione l’amico seduto al vostro fianco, mentre voi state ancora metabolizzando quello che i vostri occhi hanno appena cannibalizzato, inizia a mettersi in mostra puntando il dito sui vari buchi presenti nella sceneggiatura? Questo fatto non può accadere dopo che i titoli di coda hanno iniziato a scorrere in “un film con Nicolas Cage”, perché la pellicola deve essre talmente veloce e densa in maniera che l’illogico non venga percepito come tale, ma anzi la sceneggiatura deve portare al massimo a domande quali: “Ma secondo te è possibile rifare quella cosa?”, “il caro Nic si sarà bombato l’attrice durante le pause?” o “chi è il parrucchiere di Nic?”. Ecco l’ultima domanda fa punto a se, ma per quanto riguarda le altre, se a fine visione iniziate a ragionare razionalmente, allora il film non è qualitativamente riuscito e potete sempre richiedere un rimborso con il metodo di cui abbiamo parlato nel punto 1.
  4. Questione di capelli. Ora chi non ha problemi di capelli faticherà a comprendere questo punto, ma tutti coloro che come Nic ed il sottoscritto, hanno la stessa chioma di Sansone dopo che questa gli è stata rasata (circa), sanno quanto possa essere invidiabile una folta chioma da esibire. Ecco nei film del genere, Cage ed il suo parrucchiere escogitano i modi più incredibili per nascondere stempiature e calvizie di vario tipo. Quindi coloro che non godono di una folta capigliatura, non possono che apprezzare un eroe recante il loro stesso problema. Insomma qualcuno disse che i super eroi hanno dei super problemi, noi invece ci possiamo esaltare con un eroe anche super ma con problemi alla portata di tutti.
  5. Il cattivo conta. Un po’ come per il punto 2, non importa molto chi sia o quanti siano i cattivi, l’importante è che siano ben distinguibili tra loro e divisi per classi come un esercito, le quali sono ricnoscibili dalla durata della permanenza scenica antecendete la morte. Se prendiamo la figura definibile come “carne da macello”, capiamo fin da subito che stiamo parlando di qualcuno che deve apparire una decina di secondi in tutto il film con lo solo scopo di crepare non appena incrocia gli occhi del protagonista. Se considerate la “carne da macello” alla stregua della “fanteria” di un esercito, non ci metterete molto a distinguere da soli le varie classi a cui appartengono i cattivi. Sono sbrigativo in tal senso perché voglio occuparmi dell’antagonista principale, senza sprecare il vostro tempo con la plebaglia malvagia. Allora il nemico dell’eroe in “un film con Nicolas Cage”, deve essere il giusto speculare del protagonista e possibilmente leggermente più forte dello stesso, in modo da dare un tocco drammatico allo scontro finale. Definito “il cattivo” deve mettere Nic in una situazione di svantaggio e puntualmente perdersi in inutili dialoghi, utili a fargli commettere l’errore fatale di far recuperare le forze al nostro protagonista, che sfrutterà la sua ultima esalazione di fiato per ammazzarlo nel più spettacolare dei modi (con ovvia esaltazione dei fan in sala). A volte c’è pure la presenza di una figura quale “il cattivone”, più forte sia del cattivo che dell’eroe, all’oscuro dei fatti (non si fa mai leggere la sceneggiatura all’interprete per sfruttare l’elemento sopresa), costretto a comprendere sempre a metà pellicola che il cattivo vuole ammazzare l’eroe per sconfiggerlo obbligandolo a schierarsi al fianco di Nic con aria di sufficienza tentando di aiutarlo ma rimanendo figura distinta sullo sfondo degli eventi (un po’ menefreghista anche).
  6. La controparte femminile. Questa deve semplicemente essere gnocca e rispettare le seguenti proporzioni fisico/psichiche che potete trovare nella tabella qui sotto (se non siete attrici ma comunque rientrate nei valori presenti nella tabella sottostante vi consiglio di presentarvi al prossimo casting):

La tabella delle proporzioni
Dalla tabella potete capire come dei bei seni siano un buon viatico per partecipare affianco del protagonista in uno dei tanti film. L’intelligenza deve essere minima o assente, questa cosa è un’altra caratteristica insindacabile per partecipare alle riprese.

  1. Il regista….non serve, il montatore conta sempre di più, i film si fanno in sala di montaggio, il regista deve solo ricordarsi che la camera ballerina e correggere eventuali errori grammaticali nei titoli di coda.

 Ora che avete ben compreso i fondamentali del genere possiamo iniziare l’analisi della pellicola.


 

confronto
La trama non è importante ma sappiate che è praticamente la stessa di “Ghost Rider” (sempre che lo abbiate visto, ma se siete arriviti qui sono sicuro di si), anche se cambiano alcune cosette. Allora diciamo che ci sta sempre un cattivo che vuole portare l’inferno sulla terra, in questo caso interpretata da Billy Burke (attore che nessuno ha mai cagato nonostante la pluripresenza nella serie di “Twilight”). C’è un eroe di nome Milton (il nostro Cage) che arriva dall’inferno assetato di vendetta per fermarlo (quindi il tema vendetta è presente anche qui e a Patrick Lussier non sono servite 4 ore di film come a Tarantino per raccontarla, quando si dice “il dono della sintesi”). Nel mezzo di questa parabola vendicativa fanno apparizione figure di ogni tipo. Ad esmpio una cameriera celebrolesa di nome Piper (Amber Heard, una che ha capito come sfruttare la propria figaggine, e a confermalo la sua filmografia, tra l’altro era etero, poi lesbica ed ora fidanzata di Depp certi eventi cambiano proprio le persone), il cui problema del giorno non è l’inferno sulla terra, ma convincere il proprio fidanzato a sposarla (al che uno pensa che il fidanzato sia uno incredibile per non dire “SI” senza pensarci ad una come Amber, ma poi scopriremo che non è così). Per riuscire nell’impresa Piper ha creato un metodo infallibile, riassumibile con la sua prima battuta “se vuoi il latte devi comperare la mucca gli ho detto”, ma poi essendo un film per tutti spiega che dietro a questo aforisma tout court si nasconde la negazione delle tette e del culo fino al lieto giorno (questa è la sua seconda battuta, il chè dovrebbe farvi ben capire che accettate hanno subito i personaggi). Ovviamente Piper oltre a possedere il giusto rapporto tette/culo/intelligenza (vedere punto 6 sopra) vince a mani basse il ruolo di spalla femminile perchè possiede una incredibile Dodge Charger nera (classica macchina da caslinga americana). Ora tutto si complica, quindi state attenti a non perdere il filo di quanto segue. Abbiamo detto che ci sta un satatnista che vuole scatenare l’inferno sulla terra, abbiamo un eroe che vuole fermarlo, una cameriera innamorata che aiuta il protagonista, ed ora anche il diavolo (interpretato da William Fichtner che dopo aver intepretato ogni tipo di cattivo possibile, gli hanno assegnato quello più tosto in assoluto e regala un motivo veramente valido per non perdersi la visione di “Drive Angry”), che vuole pure lui fermare Milton perché a suo dire “nessuno può fuggire dall’inferno”. Succede però che il diavolo alias “il contabile” (il nomignolo è un piccolo stratagemma della sceneggiatura per giustificare un dialogo più avanti nell’avventura), capisce che se il satanista porta l’inferno sulla terra sarà costretto a doppi turni di lavoro con tutte le beghe sindacali che questo comporta (il motivo nel film non è presente ma è il solo che riesco ad immaginare per il cambio di posizione compiuto dal personaggio). Come potete vedere anche in un film apparentemente semplice la trama si può complicare in un attimo. Ora che conoscete tutti i personaggi potete procedere al confronto tra “Drive Angry” e “Ghost Rider”, vedrete così che parliamo praticamente dello stesso film solo con il contorno diverso. La differenza più sostanziale tra i due sta nella presenza dell’amico del protagonista (quello che sa tutto ma non vuole raccontarlo), qui interpretato da David Morse. Ma siccome non si capisce l’utilità di quei 3 minuti in cui appare probabilmente nessuno ci farà caso. Per il resto “Drive Angry” ha uno svolgimento piuttosto canonico: vediamo infatti Nicolas Cage che uccide 10 nemici senza smettere di bere e bombare una cameriera, Amber Heard che pesta il fidanzato da sposare (metafora dell’amore rinnegato), il cattivo stupidotto che parla a vanvera per prendere tempo e trascinare avanti il film, un po’ di gente che entra ed esce a vanvera dalle varie scene, esplosioni sempre più fantasiose, cattivi che aumentano esponenzialmente di numero, due inutili personaggi come quello di David Morse descritto prima e lo sceriffo interpretato da quel figo di Tom Atkins (che assieme a William Fichtner valgono da soli il biglietto). “Drive Angry” possiede però anche una buona colonna sonora e un ritmo tesissimo che rende questa pellicola delirante anarchia, da amare o in alternativa odiare. Ma se a voi piacciono “i film con Nicolas Cage”, avete trovato il vostro capolavoro. Il 3D è consigliato non tanto per l’esaltazione degli effettacci del film, ma più che altro a scopo illusttrativo, perchè aiuta a comprendere le proporzioni femminili descritte nel punto 6. Buona visione.


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