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"Drogati dei caraibi vs Il Signore degli spinelli" (droghe al cinema)

Creato il 20 maggio 2011 da Tizianogb

Un irriconoscibile Johnny Deep esplora il mondo delle droghe psichedeliche in "Paura e delirio a Las Vegas"


Cinema, droghe e rock'n'roll: pop-corn alla marijuana e coca-ina-cola...

Esiste un sotto-genere, nel variopinto mondo della celluloide, che alcuni definiscono con il termine drug-movies, mentre altri preferiscono non definire affatto, perchè contrari all'uso smodato di sostanze stupefacenti che i protagonisti di tali pellicole in genere esibiscono, fottendosene altamente della morale del cittadino medio e dell'ipocrisia perbenista con la quale di solito viene trattato il tema delle droghe.
Benicio del Toro sotto l'effetto di droghe varie in "Paura e delirio a Las Vegas"
Quando al cinema si poteva addirittura fumare in sala, e i pop-corn - sempre se sapevi come farli - te li potevi al massimo portare da casa, non era raro entrare durante uno degli spettacoli pomeridiani, quelli di solito mezzo vuoti, e sentire un gradevole profumo di rosmarino alla piastra...
Guardarci il nostro film preferito con un cannone formato obice 155/39 tra le labbra, come Clint Eastwood il sigaro in "Per un pugno di dollari",  al giorno d'oggi è però uno sfizio praticamente irrealizzabile, a meno che non si voglia provare anche l'ebrezza di dormire in un letto a castello con camorristi e stupratori di vecchiette a San Vittore, o in qualche altra amena località blindata della penisola.
Obice da 155/39, in dotazione all'esercito italiano.

Harvey Keitel nel capolavoro di Ferra

                                                                    Trainspotting: le droghe tra mito e realtà. 

La pellicola di Danny Boyle, insieme a "Drugstore Cowboys", a parere del sottoscritto rappresenta una giusta via di mezzo del modo in cui l'argomento delle droghe è stato spesso trattato nell'ambito del cinema, e si colloca per l'appunto tra il moralismo morboso, quasi vouyeristico, di pellicole volutamente crude come "Cristiana F. e i ragazzi dello zoo di Berlino" e "Il cattivo tenente" (di Abel Ferrara) ed altre che - collocandosi agli antipodi rispetto alle prime - mitizzano il mondo delle droghe fin a farle diventare a cool way of life: "Easy Rider" e " Paura e delirio a Las Vegas" in primis (fermo restando che i titoli appena citati sono due pietre miliari, che ogni appassionato di cinema dovrebbe vedere almeno una volta nella sua vita).
Scena mitica di "Trainspotting"
In linea di massima, tra le pellicole che entrano di prepotenza a far parte del binomio "Droghe - cinema" è d'obbligo citare, in ordine sparso, alcuni capolavori (a modesto parere del sottoscritto) della cinematografia moderna: " Easy rider" (regia di Dennis Hopper); "Il cattivo tenente" (regia di Abel Ferrara);  "Drugstore cowboys" (regia di Gus Van Sant); "Trainspotting" (regia di Danny Boyle); " Paura e delirio a Las Vegas" (regia di Terry Gilliam) e "Il cattivo tenente: ultima chiamata New Orleans" (regia di Werner Herzog).

Il capolavoro di Gus Van Sant 


Naturalmente, la lista soprastante non intende essere esaustiva dell'argomento, dato che di film in cui le droghe sono uno degli argomenti principali ne avranno girati almeno un centinaio, da quando il cinema è stato inventato. I titoli sopra-elencati, però, rappresentano validi esempi con il quale i neofiti possono divertirsi ad esplorare il mondo dei drug-movies.
La classifica: Top ten Drug-movies
1) Trainspotting
2) Drugstore cowboys
3) Easy rider
4) Il cattivo tenente (Abel Ferrara)
5) Paura e delirio a Las Vegas
6) Il cattivo tenente: ultima chiamata New Orleans
7) The Doors
8) Il pasto nudo
9) Cocaina
10) Le mille luci di New York


Lucertole (parte quinta)
Un racconto malato

Clicca qui per leggere le prime quattro parti di "Lucertole"
...Per calmarsi, si accese un toscano sottile.
“ Se lo vengono a sapere i ragazzi, mi piglieranno per il culo fino a che campo. “ Brontolò espirando nervosamente fumo bianco.
Ebbe come un attimo di incertezza e lo guardò di sghimbescio, furtivamente: “E’ meglio non dirlo a nessuno… non trovi?”
Adam si prese le labbra tra due dita. “ La mia bocca è sigillata.” lo tranquillizzò.
L’eventualità che qualcuno della banda venisse a sapere di quell’ inconveniente, sembrava irritare Jackie il bello  più del tempo che stavano perdendo. Quello stronzo si preoccupava della figura di merda che avrebbe fatto con suo zio e i suoi amici, trascurando completamente il fatto che loro due si trovassero lì dentro alle tre e mezza di notte con un cadavere di cui sbarazzarsi, un tappo che non trovavano e quattro taniche piene di acido che potevano tranquillamente infilarsi nel culo una alla volta, per quel che potevano servire senza quel tappo.
Era davvero buffo, in un certo senso.
Arrivato a metà sigaro, Jakie il bello sembrò colto da un’improvvisa ispirazione e prese ad armeggiare con una delle taniche. L’aprì e con un piede tentò di staccarne il tappo. Il primo colpo gli andò quasi a vuoto e per poco non cadde a terra come un sacco di merda.
“ Che diavolo vuoi fare?”
“ Usiamo il tappo di una di queste… - disse l’italiano sovrapensiero. Ripeté il movimento e questa volta gli riuscì di staccarlo per metà. Il tappo rimase ciondolante sulla tanica, attaccato solo da una parte.
“ Non è della stessa grandezza… stai perdendo tempo…”
L’altro non gli diede retta. Non l’ascoltava nemmeno. Girò e rigirò il pezzo tondeggiante con la mano, fino a che il metallo non si surriscaldò e infine si ruppe.
“ PORCA TROIA!...”
Era riuscito a tagliarsi la mano, quell’imbecille.
Jackie il bello lasciò cadere il tappo a terra e si prese il polso con la sinistra, guardandosi la mano e continuando a imprecare. “  PORCA TROIA E PORCA PUTTANA!” Tirò fuori un fazzoletto di tasca e si fasciò la mano alla meno peggio. Adam raccolse il frutto delle sue fatiche da terra e fece il gesto di infilarlo nella vasca; naturalmente il tappo era troppo piccolo e non c’era modo di tenerlo sopra quel buco senza che questo se ne scivolasse a destra e manca, ma Adam fece ugualmente finta di provarci; poi si alzò da terra e lo porse all’italiano.
“ È  troppo piccolo. Te lo avevo detto…”
Jakie il bello continuò a canticchiare il rock delle bestemmie per una decina di minuti ancora e quando alla fine ebbe detto tutto ciò che era umanamente possibile dire contro il Signore dei cieli e tutti quelli che avevano avuto a che fare con lui, si sedette a terra stringendosi la mano avvolta nel fazzoletto: si appoggiò alla credenza con la schiena e sbuffò un altro paio di nuvolette bianche di fumo. Prese l’accendino con la mano sana e con un paio di succhiate furiose accese la punta del toscano dove la brace s’era spenta.
“ Possiamo sempre aspettare che aprano i negozi.” Gli suggerì Adam.“ Oppure, puoi andare a casa tua e vedere se ti riesce di trovare qualcosa che faccia al caso nostro… vorrei poterti aiutare, ma non ho vasche da bagno, nel mio appartamento, ne attrezzi da officina. “
L’altro parve pensarci sopra.
“ È domenica. – Gli rispose. – Non lo sai che i negozi sono chiusi, di domenica?”
“ Allora vai a casa tua. “
Jakie il bello lo guardò come si guarda un deficiente e scrollò la testa alzando gli occhi al cielo. “Abito a due ore da qui, cazzo di Budda. Faccio prima a tappare quella vasca del cazzo con l’uccello, porca puttana…”
“ Il tuo uccello non è così grande.” Obbiettò Adam.
CONTINUA...
Depositato S.I.A.E. sezione O.l.a.f.Spedito all’autore con R.R.R. sigillataApposizione data certa tramite Poste Italiane

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