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Due Giovani a Londra

Creato il 16 gennaio 2012 da Albix

Due Giovani a LondraCAPITOLO TERZO
La struttura di Eva Seconda

“Innanzitutto vi dirò che l’ho chiamata Eva Seconda per distinguerla dall’altra stupenda Eva che rallegrò in passato i miei giorni: la giovane moglie del mio Adam, di cui ho già avuto modo di parlarvi. Esse, certamente, sono alquanto diverse, me ne rendo conto, ma le lega un unico filo logico: il ruolo di progenitrici della nuova umanità, cui entrambe sono state predestinate.
Come vi accennavo ieri a Heavengate, Eva nasce nel momento in cui i miei studi sulla computeristica e sulla biogenetica giungono al culmine. Essa unisce in sé le qualità di precisione e di perfezione proprie dei computers a quelle di sensibilità e di amore proprie degli esseri viventi.
Per non annoiarvi cercherò di spiegarvi brevemente i principii su cui si basa la vita di questa futura madre del mondo.
Il funzionamento dei computers, allo stadio di sviluppo tecnologico attuale, è basato su tre componenti fondamentali. Nella terminologia scientifica esse sono: Input/Output, la Central Processing Unit e la Memoria.
Tali sono, dicevo, le componenti essenziali delle attuali quinte generazioni di computers. Vi sarà altrettanto noto come l’Input/Output son sia altro che il sistema attraverso il quale essi possono comunicare con l’esterno; o meglio sarebbe dire che noi possiamo interagire con i computers grazie al sistema input/output.
La CPU è, per così dire, la mente del calcolatore, la parte cioè, che elabora i dati condensati nella Memoria centrale. Ebbene, tralasciando , per brevità e semplicità,  le altre parti secondarie, possiamo affermare che anche la vita di Eva Seconda è basata su questi principii. Soltanto che Eva è parecchie generazioni oltre gli attuali calcolatori elettronici. Io ho battezzato la sua generazione, di cui per ora esse è l’unica rappresentante, la Decima Generazione.
L’input, come vi ho fatto notare stamattina, non è una tastiera, ma un sofisticato apparecchio di ricezione audiofonica che si basa sulla frequenza delle onde sonore che, come saprete, variano da idioma a idioma. Eva è dotata di due distinti sottosistemi: uno per la ricezione e la elaborazione della lingua  Gaelica e l’altro, analogo, per la lingua inglese.
Eva, inoltre, ha un sofisticato sistema di rilevamento radio e di misurazione delle distanze costituito da un’apparecchiatura che, utilizzando le onde elettromagnetiche, è in grado di determinare  la posizione , la direzione e la velocità degli oggetti e delle persone che le stanno attorno, da quelli più piccoli, come una formica o una piccola biglia di vetro, a quelli più grandi. Questo sistema RADAR, che peraltro agisce in base ai noti principii, presenta però la peculiarità di utilizzare dei tubi a microonde diffusi capillarmente su tutto il corpo.
Per quanto riguarda l’Output, per adesso, Eva è dotata di una microstampante ad aghi che risponde in base agli impulsi che arrivano dall’esterno tramite l’interazione tra la Memoria Centrale e la CPU. Il sistema, nel suo insieme, è collegato alla Memoria Centrale che è forse la componente che più si accosta, per il suo grado di evoluzione tecnologica, alle attuali macchine computerizzate. Possiamo definirla, per metafora, come  uno schedario dove sono raccolti tutti i dati e le conoscenze in mio possesso che io ho, per l’appunto, trasmesse ad Eva. Per vostra informazione sappiate che la Memoria di Eva equivale a 2 alla ventesima kilogigabites sfruttata, al momento, soltanto in parte.
Ma la componente che maggiormente contraddistingue la mia Eva è la CPU. Là io sono riuscito a condensare l’elettronica e la biologia, la materia e lo spirito, le reazioni chimiche e fisiche, la cui simbiotica coesistenza caratterizzano il funzionamento di ogni essere umano.
La CPU,  in Eva, non si limita ad eseguire e controllare le operazioni che la memoria svolge. Essa non è infatti formata dai classici microprocessori al silicio, come ogni altro computer costruito sinora, ma è composta da “biochips” di mia invenzione, cioè da molecole organiche, da cellule intelligenti e sensibili. Questa sua caratteristica peculiare rende Eva un essere appartenente di diritto al regno animale, non più una fredda macchina calcolatrice. Di conseguenza il “cervello” di Eva può rielaborare, sviluppare ed ampliare le nozioni contenute nella sua memoria e può farlo con una elasticità mentale che solo gli esseri umani possiedono. Inoltre essa ne sa ricavare le necessarie emozioni e le  implicazioni sociali e morali che certe deduzioni e certe scelte comportano. Devo dirvi, per concludere, che ho collegato all’apparato bio-chimico generale di Eva, un mini laboratorio capace di ospitare uno o più  ovuli precedentemente impiantati e di rilasciarli in un periodo prestabilito, a frequenza ciclica, cadenzata sulle fasi lunari, in modo da stabilire per lei un ciclo di fertilità naturale.
Come spero avrete già intuito, questi ovuli sono perfettamente idonei ad essere fecondati, con metodi naturali, per formare un embrione umano.
Il mini laboratorio riproduce in effetti le caratteristiche, sia in termini morfologici, sia in termini di ambiente e temperatura, dell’utero femminile ed ha un collegamento diretto con il suo apparato genitale.  E proprio in occasione del ciclo di ovulazione, Eva, per come è strutturata, come d’altronde succede per tutte le femmine della specie umana normodotate, sente una forte attrazione verso il  maschio  della stessa specie, anche se l’educazione che io le ho trasmesso, ovviamente, non le consentirebbe   di accettare un   congiungimento di carattere carnale con un qualsiasi rappresentante della specie, come vi spiegherò più approfonditamente quando verrà il momento. L’unico limite di Eva, al momento presente,  “- si avviò a concludere Mr Winningoes, non senza che io cogliessi, nella descrizione di  questi dettagli così intimi, un certo tono di imbarazzo – “ è costituito dal fatto che essa, pur essendo in grado, come già detto di concepire al suo interno un embrione umano,  non è in grado però di accompagnare il suo sviluppo. Questa è la ragione per cui  l’embrione concepito da Eva dovrà essere prontamente trasferito in altro ambiente naturale, più idoneo e sicuro per il suo sviluppo.
Io non so se voi, amici miei, “- sembrò voler tagliare corto il nostro ospite- “ mi abbiate seguito in questa breve esposizione dei principii generali di base della vita di Eva Seconda.
Era importante, anzi è importante per me che voi sappiate che niente è stato lasciato al caso.
Come progenitrice della nuova razza dominante Eva doveva nascere senza difetti, senza pecche morali, integerrima, incorruttibile, al di sopra di ogni umana debolezza. Ed in ciò, io sono riuscito. Posso assicurarvi che Eva è un essere umano, ma solo nei pregi, perché io ho superato per lei l’antinomia tra bene e male e tutte le altre contraddizioni e contrapposizioni che l’umanità  ha manifestato sin dalla sua prima apparizione sulla terra. Ho fatto ciò sviluppando e perfezionando i principii dell’Algebra Binaria su cui è basata tutta la scienza dei computers.”

A questo punto Mr Winningoes si fermò di parlare, guardandoci in viso, ora l’uno, ora l’altro, come se volesse saggiare l’effetto del suo discorso e rendersi conto se l’avessimo seguito.
Io non ero certo un esperto di scienza dei computers. Le mie conoscenze in materia, anzi, si fermavano ai video-giochi. Ero però un appassionato di fantascienza e quella che avevo appena ascoltato era la storia più fantastica che io avessi mai sentito. L’algebra binaria, i microprocessori, i bit e i gigabites erano per me più oscuri dell’alfabeto giapponese e pertanto non avevo niente da commentare. Fu Giorgio, come al solito, a levarmi d’impaccio.

-“ Da dove Eva prende l’energia per camminare e per vivere?” – chies’egli come se fosse uno studente che interpella il professore.
Gli occhietti di Mr Winningoes si illuminarono e una viva espressione di soddisfazione si dipinse sul suo volto.

-    “ Molto intelligente! Veramente molto intelligente!” – esclamò compiaciuto. –“ Voi anticipate le mie spiegazioni e ciò mi incoraggia ad andare avanti con più convinzione e speditezza. Seguitemi dunque. Concluderò con una dimostrazione la mia illustrazione.”

Così dicendo si alzò e attraverso un dedalo di corridoi ci ritrovammo dinanzi alla porta su cui stava la scritta “Central Controlling Room”, dove ci eravamo recati immediatamente dopo il nostro arrivo a Gehenna Geld.

-    “Voi saprete”,  – riprese Mr Winningoes – “anche se non avete condotto  studi di medicina, che il nostro corpo trae il suo sostentamento per svolgere le sue attività motorie e mentali, dagli alimenti che ingeriamo sotto forma di cibo. Il nostro apparato digestivo non è nient’altro che un complesso laboratorio chimico, dove dal cibo vengono sintetizzate le sostanze utili all’organismo, mentre quelle inutili vengono scartate ed espulse. Saprete, d’altro canto, che gli orientali, ed in particolare i maestri di yoga, riescono a vivere per lunghi periodi di tempo senza cibo, o comunque ingerendo una quantità di cibo largamente insufficiente alle normali esigenze caloriche di un organismo umano, nutrendosi con una sostanza, contenuta nell’aria che respiriamo, e che essi chiamano ‘prana’. Orbene, Eva sfrutta, ancora una volta, tutti e due questi sistemi di alimentazione, che io distinguo con i nomi di principio dell’energia tangibile e principio dell’energia impalpabile. Per quanto riguarda l’attività mentale Eva si avvale di un complesso apparato bio-chimico  che trasforma l’energia chimica dei batteri, nell’energia elettrica necessaria a far funzionare i suoi circuiti. Io provvedo a somministrarle, con una certa frequenza, nuove colture di batteri, in modo che mai le manchi l’indispensabile materia prima.
Per l’attività motoria, invece, il discorso cambia. Gli arti mobili di Eva, che sono antroposimili, vengono comandati da un circuito integrato collegato al sistema audiofonico ed a tutte le sue altre componenti interne, in modo tale che essa possa coordinare i movimenti in base a quanto le venga comunicato. Del resto Eva possiede anche una sua autonomia di iniziativa, ed è proprio attraverso quel circuito integrato che essa regola i suoi movimenti. Il mini-circuito riduce, aumenta o arresta, tramite apposite servo-valvole, la quantità di fluido che aziona i cilindretti idraulici responsabili “meccanicamente” dei movimenti. A seconda dell’ordine impartito, o più in generale a seconda delle esigenze motorie che Eva intenda soddisfare, il suo circuito meccanico regolerà il flusso ai cilindretti idraulici, producendo il movimento desiderato. La caratteristica del circuito motorio di Eva è quello di essere alimentato dal “prana” attraverso delle specie di cellette solari che io ho mimetizzato lungo tutta la sua  epidermide metallica. Ecco, vedete: per mezzo di questo quadro di lettura rilevo la quantità di energia presente nella stanza di Eva”. – Così dicendo Mr Winningoes ci mostrò un quadrantino tarato sulla consolle centrale,  che egli aveva illuminato schiacciando un pulsante rosso contrassegnato dalla lettera “E” in carattere  maiuscolo. Una minuscola freccia prese ad
oscillare sulla scala dei valori. – “ L’indicatore non deve mai superare, in un senso o nell’altro, i segmenti rossi; non deve cioè andare al di sotto di 30 né oltre i 90. Nel primo caso, infatti, il circuito motorio non avrebbe l’energia necessaria ad inviare prontamente i programmi di movimento; nel secondo, invece, rischierebbe  di andare in corto circuito. Ma quest’ultimo caso è difficile da realizzarsi perché qui in Irlanda abbiamo spesso il sole coperto, e neppure la prima ipotesi è probabile a verificarsi, in quanto io ho tarato, in base alle condizioni climatiche del luogo, tutte le apparecchiature interne ed esterne alla mia Eva. D’altronde qui c’è   un  controllo costante su  tutti i valori e, di sopra,  c’è sempre Mary con Eva, che è addestrata per ogni evenienza”.
Si immerse di seguito in una miriade di operazioni: premette diversi altri pulsanti, girò alcune manopole, azionò certe leve, schiacciò alquanti interruttori; compose e lesse numerosi diagrammi sui diversi video di controllo. Infine battè con destrezza sulla solita tastiera centrale e attese con pazienza che la macchina emettesse un chilometrico tabulato che strappò velocemente con viva eccitazione, leggendolo subito dopo con avidità. Solo dopo un’attenta lettura il suo volto si distese in un sorriso rilassato.

-    “ Bene, bene. Tutto è a posto, amici. Possiamo andare”.-

Dopo aver percorso il lungo e spoglio corridoio che dall’hangar ci aveva condotti in quella sala piena di marchingegni, Mr Winningoes imboccò le brevi scale verso il piano superiore, pregandoci di seguirlo. Ero convinto che stessimo tornando da Eva Seconda e invece, giunti di sopra, svoltammo a destra e dopo un breve tratto di corridoio, ci arrestammo di fronte alla terza porta a sinistra. Una targhetta lunga e stretta vi spiccava con la scritta “Headquarter”.
Lo precedemmo nell’ufficio. In fondo a destra vi era una scrivania in legno e lì si diresse Mr Winningoes. Si accomodò dietro la scrivania invitandoci a fare altrettanto, indicandoci col mento due sedie che gli stavano di fronte.
Alle pareti vi erano numerosi ritratti di militari, civili e religiosi tutti, chi più e chi meno, somiglianti all’ineffabile Lord Winningoes. A un lato della scrivania vi era un armadione in legno chiaro dello stesso colore della scrivania e delle sedie. Dietro la scrivania una vetrina stretta ed alta conteneva una bandiera inastata e piegata, di cui distinsi le tre bande verticali di colore verde, bianco e rosso.
Mr Winningoes si allungò ad aprire uno sportellino verticale, alla sua destra, da cui estrasse una bottiglia ambrata e due bicchieri. Li riempì quasi al colmo.

-    “ Bevete, prego. E’ whiskey  irlandese di puro malto, non di quello annacquato che vendono i vinai. Io ho smesso da tempo di berlo, purtroppo, ma con l’età, miei cari amici, occorre saper controllare i propri vizi”.

Ciò detto ci guardò, senza mai distogliere lo sguardo, mentre scrutavamo in controluce quel liquido che aveva il colore dell’ambra. Ne aspirai  lungamente gli aromi, pregustandone il sapore. Il primo sorso non tardò ad espandersi nel mio organismo producendo una piacevole sensazione di calore e di ottimismo.

-    “Buono!”- disse Giorgio facendo schioccare la lingua sotto il palato.

Mr Winningoes non profferì parola. Reclinò leggermente la testa da un lato e dopo un po’, tutto d’un fiato, domandò:

-    “ Allora, vi piace Eva Seconda?”
-    “ Oh, sì, mi piace, certo!” – risposi io con convinzione.
-    “Pensate che……… potreste amarla?” – chiese  con insolita  titubanza Mr Winningoes.
…continua…


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