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due serate a tema Favino.

Creato il 21 giugno 2012 da Pa1978 @peverina
due serate a tema Favino.
due serate a tema Favino.
Favino è uno degli attori più validi che abbiamo in Italia.Trasformista quanto basta, fisico, coatto che piace ai coatti, anche un pò intellettuale per piacere alle donne impegnate, insomma un suo difetto potrebbe essere quello di piacere a tutti, uomini, donne e gay, ma mi rifiuto di fare la radical chic affermando che piacere a tutti è necessariamente un male. Si può essere belli e bravi e volonterosi e intensi e piacere per questo, punto. Così quanto mi tornano le fisse di solito non mi limito ad un'opera sola: per i musicisti recupero intere discografie, per gli attori mi sparo solitamente un paio di film di fila.
Baciami ancora (2010) di Muccino lo avevo volutamente snobbato, nonostante ai tempi ormai lontani fossi addirittura andata al cinema a vedere L'ultimo bacio (ma il cinema non costava otto euro, e non avevo il mutuo).Baciami ancora è pessimo. I dialoghi sono triti e ritriti, senza un minimo di impegno da parte di chi ha steso la sceneggiatura. Il film è un pullulare di personaggi isterici, si urla e si piange in ogni singola scena, si sbraita e si sbattono porte e ci si comporta da viziati figli di papà indistintamente. Non commuove, non fa riflettere, fa solo innervosire. Questo è il mio secco parere.Nonostante io non manchi di apprezzare Santamaria, è proprio Favino ad interpretare il personaggio costruito meglio, il più onesto, il più plausibile.Che poi è l'unica figura con una sua nobiltà, una sua etica.Discutibile se volete, se fate parte della schiera dei quarantenni che vivono ancora come ne avessero venti, di anni, e che proprio non reggo più. Vi lascio con la curiosità (per i pochi che ancora non l'hanno visto) e poi mi piacerebbe avere un vostro parere. Su ACAB - All Cops Are Bastards (2011) di Stefano Sollima devo ancora riflettere, nonostante ai tempi avessi letto molte recensioni e articoli e interviste.Il tema sicuramente è di quelli che spacca il pubblico in due, le due facce dell'Italia del resto. Si entra nella vita di un gruppo di celerini, tre poliziotti del Reparto Mobile, si scoprono le loro paure, le loro ossessioni, le abitudini da duri e gli improvvisi crolli. Ma con questo film il punto non è se simpatizzare con i celerini o meno, e in tal senso il regista fa un intelligente lavoro di analisi.Più di ogni altra cosa si penetra nell'estrema solitudine di Cobra, Negro e Mazinga, nel loro sentirsi in contrasto con il ruolo che ricoprono, incapaci di posare la maschera persino nel privato, incapaci di analizzare la propria vita e di mettersi in discussione. Anche qui, Favino si rivela nettamente superiore, anche se sono tutti davvero molto bravi. Sì, pollice alzato per Acab, e qui ci sarebbe ancora molto da dire, il discorso è ampio ma va riconosciuto il merito di aver sollevato un discreto polverone di discussioni, e io apprezzo i film che riescono nell'intento di fare riflettere sull'epoca in cui viviamo."Crede che mi piaccia spaccare la testa alla gente? Che mi diverto, a farlo?", dice il protagonista, e noi tutti pensiamo sì, lo sappiamo che ti piace, ma sappiamo anche che è lo Stato a non tutelare nessuna delle parti: te non ti difende dal tuo bisogno di violenza e di riscatto sociale, non difende gli extracomunitari, non difende chi va allo stadio la domenica, nè la gente costretta a sopravvivere ogni giorno nei quartieri dormitorio delle nostre periferie.

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