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Durata tricopigmentazione con pigmenti bioriassorbibili e non.

Creato il 28 febbraio 2014 da Claudiaboldi
Primo caso: effettuazione del tatuaggio con pigmenti bioriassorbibiliQuando la dermopigmentazione viene eseguita con pigmenti bioriassorbibili, (impropriamente detti "semipermanenti"), è denominata "Tricopigmentazione bioriassorbibile", ed in questo caso può durare da 4/6 mesi, fino a 14/16 mesi. Il lasso di tempo entro cui il lavoro potrebbe rimanere visibile è molto ampio, e non si può in nessun modo stabilire in anticipo quando scomparirà del tutto. Anche se normalmente la dermopigmentazione eseguita con questi pigmenti con il tempo è destinata ad andare via del tutto, è però importante ricordare che raramente, o in caso di dermopigmentazione effettuata scorrettamente, la zona trattata potrebbe conservare un leggero alone. I fattori che possono accelerare la scomparsa del pigmento nel derma sono molti, tra questi i più importanti sono:
  • Il potere di fagocitosi nell'individuo
  • L'età dell'individuo (fattore complementare al precedente)
  • Il potere di cicatrizzazione post-trattamento dell'individuo
  • Conformazione anatomica della cute dell'individuo
  • Il tipo di pigmento spinto nel derma
  • La tecnica manuale impiegata per la dermopigmentazione
  • Tempi di esposizione al sole o a lampade abbronzanti
  • Assunzione di farmaci tipo anticoagulanti e cortisonici 
In virtù di quanto esposto quindi, si può affermare che la durata di una Tricopigmentazione è fortemente soggettiva. Di solito si ottiene un buon lavoro di copertura con almeno due sedute, anche se in rari casi è possibile avere un effetto soddisfacente con un'unica seduta tatuatoria. La prima seduta può avere un tempo di esecuzione variabile in base al lavoro da svolgere: mediamente và dalle 2 alle 8 ore di lavoro. L'eventuale seconda seduta di rinforzo, va fatta non prima di 40/60 giorni dalla prima. Se dovesse presentarsi la necessità di eseguire altre sedute oltre la seconda, è bene aspettare sempre circa 50 giorni dall'ultimo trattamento.Una volta raggiunta l'omogeneità di tutta la zona sottoposta al trattamento, il lavoro si conserverà dignitosamente per circa 8/10 mesi (dati statistici). In realtà il pigmento impiegherà almeno il doppio di questo tempo per scomparire totalmente. Benché l'impiego di preparati coloranti bioriassorbibili, possa sembrare relativamente effimero, ed eccessivamente difficile da mantenere, è invece sicuramente la scelta più prudente e razionale che può essere presa. La possibilità di rivalutare le proprie scelte "annualmente", rende questa soluzione ideale per tutti coloro che non vogliono rischiare ripensamenti. Ma non solo, in soggetti predisposti ad incanutimento (capelli bianchi), la soluzione temporanea e certamente quella più adatta. L'approccio al tatuaggio estetico del cuoio capelluto andrebbe sempre fatto attraverso questo tipo di opzione, soprattutto per valutare l'effettiva resa estetica e l'impatto grafico, che la micropigmentazione della cute offre.
Secondo caso: effettuazione del tatuaggio con pigmenti definitivi (molto rischiosa, da effettuare solo in rari casi) In alcuni particolari e rarissimi casi, è possibile eseguire il lavoro con preparati coloranti definitivi. Questa scelta deve essere valutata molto attentamente insieme al dermopigmentista. Attira la maggior parte delle persone interessate alla Tricopigmentazione, prospettando un'ambitissima conclusione di tutti i problemi legati ai capelli, ma in realtà non è così.C'è da dire che in natura nulla rimane inalterato nel tempo, inclusi gli ossidi di ferro impiegati per la creazione dei pigmenti. In altre parole, non esiste la sicurezza che un lavoro eseguito con preparati coloranti definitivi rimanga inalterato nella vita. Può succedere che determinate tonalità castane, mutando, possano virare verso altri colori. Anche se questo inconveniente può essere relativamente controllato con un opportuno bilanciamento delle componenti cromatiche dei castani, rimane comunque un notevole collo di bottiglia per la dermopigmentazione in genere oltre che una scelta molto rischiosa. Tra i fattori che contribuiscono o, in qualche modo, interferiscono con il fenomeno del viraggio dei castani impiegati nel tauaggio ci sono:
  • Esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti: sole o lampade abbronzanti
  • Forti sbalzi di temperatura
  • Alcalinità dei liquidi extracellulari presenti nel derma
  • Purezza delle materie prime impiegate nei preparati coloranti impiegati (ossidi di ferro)
  • Malattie autoimmuni dell'individuo sottoposto 
Nel caso in cui dovesse presentarsi negli anni un importante viraggio, che pregiudichi pesantemente la naturalezza e la credibilità del lavoro, è possibile intervenire nei seguenti modi:
  • Rimozione con laserterapia
  • Ritrattando nuovamente la zona precedentemente trattata, con una nuova miscela di pigmenti. Infatti, introducendo ad arte una componente "antidoto", è possibile ripristinare il colore castano iniziale. (Questo metodo di ripristino del colore è certamente il più difficile e complesso, e non dà garanzie sull'effettivo successo) 
Inoltre rimane sempre il problema dell'incanutimento, che in questo tipo di scelta potrebbe creare un importante fattore da valutare, ed eventualmente controllare in tre modi:
  1. Tingere continuamente i capelli bianchi per evitare lo stacco con il tatuaggio
  2. Rasare a zero i capelli bianchi ed estendere la pigmentazione sfumando sulle zone circostanti o su tutto il cranio
  3. Rimuovere il pigmento introdotto nel derma in precedenza attraverso laserterapia 
Per quanto riguarda la strategia di copertura con pigmento definitivo, si utilizzerà la stessa impiegata con i pigmenti bioriassorbibili, ossia: prima seduta da circa 2 – 8 ore (dipende dal tipo di lavoro da effettuare: copertura scar, alopecia areata o rinfoltimento cute), ed infine eventuale rinforzo dopo 40/60 giorni. Una volta coperta omogeneamente la zona trattata, il pigmento rimarrà nel derma per sempre. Oggi non è possibile affermare che tale preparato colorante, rimarrà invariato nel tempo.
A fronte di questi rischi è giusto dire che un buon numero di persone sono già passate al definitivo senza avere problemi, ma la mancanza di un vero e proprio "follow-up" in tal senso, rende questo dato non sufficientemente affidabile.

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