I cittadini di Péccioli conoscono bene DustCart. Il buffo robot acchiappa rifiuti ha girato a lungo per le strade del borgo toscano, durante le sperimentazioni fatte dal team di ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna (SSSA), coordinato dal professor Paolo Dario. DustCart fa parte di un ambizioso progetto finanziato dall’Unione Europea. Si chiama DUSTBOT – Networked and Cooperating Robots for Urban Hygiene. Gli esperti dei nove istituti europei che fanno parte di DUSTBOT, hanno progettato, sviluppato e testato un sistema che lavora per pulire gli ambienti urbani e migliorare la vita dei cittadini europei, in particolare di anziani e disabili. Il robot fa parte di una nuova generazione di macchine all’avanguardia ideate per fare cose che sono difficili, se non impossibili, per alcune categorie di persone.
DustCart in giro per le strade di Pèccioli
Il progetto prevede che un robot raccolga su richiesta la spazzatura dalle case senza che coloro che vi abitano facciano nulla, se non una telefonata. Negli ultimi mesi, DustCart, robot prototipo, ha servito circa 100 abitazioni nel paese di Peccioli in Italia. Presto ci saranno 100.000 DustCart operativi in Europa.
DustCart, grande quasi come un uomo, è abbastanza intelligente per muoversi tra strade e vicoletti, percepire gli ostacoli che incontra (evita collisioni con pedoni modificando il suo percorso) e trovare la strada fino alla porta di casa per prelevare i rifiuti domestici.
DustCart fa il suo lavoro in piena autonomia, sorvegliato a distanza. Nel centro di controllo arrivano le immagini delle videocamere sistemate sul robot e, se c’è un problema tecnico o un’emergenza, scatta l’intervento umano.
Il professor Paolo Dario dice che DustCart è stato costruito con “i componenti robotici migliori e più avanzati” e che il robot “risolve un problema molto sentito per le autorità che si occupano di rifiuti in Europa.”
La prova fatta nel mondo reale a Peccioli – sostiene il coordinatore del progetto – è un’eccellente opportunità di valutare uno degli elementi più importanti del progetto: la soddisfazione del cliente. “Diversi comuni sono interessati, ma gli investitori hanno bisogno di sapere che c’è un mercato credibile per questo sistema, che i cittadini accoglieranno questo nuovo metodo con favore. Abbiamo parlato con molti potenziali investitori e potremmo ottenere diversi milioni di euro in investimenti, ma prima c’è bisogno di una valutazione più approfondita. Se gli esperimenti hanno risultati positivi, ci metteremo subito a lavoro per raccogliere il denaro e speriamo di cominciare la prima fase di sviluppo di un sistema commerciale entro la fine del 2010″.
Secondo il professor Dario, i costi di funzionamento di DustCart sono equivalenti a quelli dei sistemi attuali di raccolta porta a porta di rifiuti e di materiali da riciclare. Il team crede anche che il sistema di raccolta dei rifiuti su richiesta sia allettante, dal punto di vista economico e ambientale.