Magazine Diario personale

E adesso due risate, due per sdrammatizzare un po’!

Da Gattolona1964

Pensieri e parole tra donne.

Correva veloce il febbraio 2004, mi trovavo nella impellente necessita’ di dover provvedere all’ennesimo trasloco per iniziare la mia nuova vita,nella mia nuova dimora,dove da lì a 3 mesi circa sarei dovuta andare ad abitare con il mio figliol prediletto.Prediletto e all’epoca dei fatti narrati,unico e solo.Dimora a prova di uomo, dimora da single non convinta, dimora dipinta di rosa antico ovunque, a parte il lilla provenzale delle toilettes per signore bene.Mobili ed animo nuovi, rose e ninnoli, pizzi e pizzetti ovunque, voglia e tenacia di ricominciare una vita serena e felice, dopo tanti pianti e dolore a iosa.Preparai anche la cameretta per gli ospiti, che sarebbero stati di sesso femminile, onde evitare imbarazzanti e spiacevoli altre ferite.Cameretta romantica, stile retro’, con tanto di letto antico in ferro battuto, dipinto a mano dalla sottoscritta, amorevolmente, armadio veneziano bianco e rosa, tendine di pizzo che solo a guardarle si sporcano, fotografie in cornici a forma di cuore e quadri a mezzo punto,da me ricamati nelle sere di meditazione.Da sola sul mio comodo divano rosa, con la sola compagnia di Eros, Claudio, Adelmo, Vasco, Luciano, Gianni, Massimo, Adriano, Dodi, Stefano, Orazio, Red, in sottofondo.Nei miei programmi mentali avrei, e dico avrei (al condizionale), invitato solo amiche, zie, sorella, per interminabili cene e chiacchiere in allegria, forse qualche suora di clausura per consigli su come invasare le marmellate di marroni o prunge secche. Cene con incluso dopo cena a sorpresa. Cene che terminavano inevitabilmente a parlare e sparlare di uomini, facendoli a pezzi sotto tutti i punti di vista, spogliandoli di ogni loro più piccolo indumento e segreto.Si conversava  metro alla mano, nel senso reale della parola, per misurarne in centimetri,tutto ciò che possedevano (a volte solo pochissimi millimetri). Si stilava  una specie di dichiarazione dei redditi modello 740, di tutto quanto era in loro possesso, gioielli di famiglia inclusiantichi o recenti, cronometrandone durata, grinta, passione e  sex appeal che mettevano nel compiere le varie PERFORMANCES di tipo sessuale.Tra un bicchierino di limoncello ed una fetta di torta alla cioccolata, le lingue si scioglievano come neve al sole, ed emergevano difetti, tic nervosi, aliti non sempre alla menta piperita, denti storti o peggio d’oro massiccio dei soggetti maschili.Tutte noi avevamo una regola ferrea: a scatola chiusa si comprava solo ARRIGONI, motivo per cui si doveva controllare sotto e dentro all’involucro corporale, se non c’era solo la bottiglietta della Coca Cola, prima di imbarcarci in una fallimentare relazione.La oramai anziana del gruppo, S.M., raccontava sempre di quando vent’anni fa, alla prima serata importante con F, quale non fu la sua disperazione nel constatare, toccando con mano titubante e goniometro di precisione, che l’arquestro di F, descriveva una curva ad angolo retto di 45 gradi. Non vi dico l’umiliazione ed il senso di sgomento, nel dover ammettere, che nonostante manovre di ogni tipo, esso,(lo strumento) si affacciava timidamente sulla porticina di casa, salutava, ma indietreggiava subito dopo, non riuscendo minimamente ad entrare all’interno della calda e confortevole dimora. S., non riusciva a trattenersi dal piangere ogni volta che ricordava questo triste evento e nonostante le nostre rassicurazioni, lei diceva che sulla sua fronte vi era scritto JOE CONDOR, di conseguenza gli uomini, fallati,o di seconda mano li trovava solo e sempre lei. Mai bugia fu più plateale.Mi chiedevo il motivo per cui ne esaminiamo i caratteri, ne cerchiamo peculiarità fin ora sconosciute anche ai migliori psicologi, ne ipotizziamo lo stipendio e le rendite,  controllandole poi su Internet, (come fa la sorella della mia adorata amica L., ogni qualvolta inizia una nuova relazione, memore di quando dovette pagare le rate di ben 3 mutui accesi dal proprio fidanzato).Ne commentiamo persino i calzini e gli slip, che possono essere aderenti, solo se se lo possono permettere. A volte invece indossanno boxer più o meno igienizzati, contenitivi per pance pronunciate, o a mutanda classica, bianca di cotone con mezzeria centrale in modo da non sbagliare mai carreggiata, oppure.. e qui potrei svenire!Mini perizoma dotato di reggi utensili, a scomparsa o a ricomparsa nel momento del bisogno!Di solito con disegni di tigri a fauci aperte e vignette con scritto “Roarrrrr”, (leggere ruggito), oppure bottiglietta di champagne con tappo che esplode facendo fuoriuscire il contenuto spumoso. Abominevoli qust’ultimi e per ultimi dell’anno da suicidio.A prescindere dai buchi nei calzini, che sovente hanno, facendo fuoriuscire dita pelose non fresche di pedicure, odiamo fin da subito e per partito preso, la potenziale suocera che non li ha rammendati per bene. Causa la nostra linguaccia ed il suono che essa ne produce, ne uccidiamo più della spada, facendo danni irreparabili alla psiche dei nostri poveri uomini, genere destinato all’estinzione e considerato pertanto un vero patrimonio dell’umanità, un pò come i sassi di Matera. L’uomo, stritolato e macinato come una polpetta, potrebbe pertanto decidere di girarsi verso i suoi simili, con i quali sicuramente non vi è tutta questa guerra al massacro, come solo noi perfide vipere sappiamo fare.Non lamentiamoci se poi i nostri figli e i nostri mariti, non hanno più’ lo stendardo e la bandiera di veri uomini e cacciatori, come dovrebbe essere dalla notte dei tempi, e noi leggiadre ed ingenue pulzelle pronte e prone per essere catturate ed amate e come docili cagnolini abbandonarci dolcemente tra le loro possenti braccia. Invece se ci fanno un “tortino” (e non di piselli o carciofi!) , ce lo leghiamo al dito per tutta la vita, ed il malcapitato non avrà pace sino alla fine dei suoi giorni.Se non ci corteggiano spudoratamente ci arrabbiamo,  se ci tempestano di SMS e di telefonate, di fiori, di telegrammi, li denunciamo per “STALKING”. Se nel bel mezzo di un amplesso agognato da anni, usano passione estrema e urla tarzaniane, anziché sentirci onorate di far loro produrre questi primordiali ruggiti, chiediamo alla nostra migliore amica se per caso egli non è un maniaco sessuale o depravato.Se non trovano il punto “G”, sono guai seri: gli regaliamo subito una cartina stradale e se per disgrazia loro, non ci fanno provare almeno i 4 orgasmi base in simultanea, non hanno vita lunga con noi. Anzi, li rimandiamo a settembre, invitandoli a studiare molto, con libri alla mano e non solo quelli, suggerendo di fare esercizio davanti allo specchio, per il raggiungimento dell’obbiettivo finale: il nostro unico solo nostro godimento.Ed era ora, dopo secoli nei quali la donna doveva solo rimanere pregna e produrre la figliolanza per il proseguo del genere umano, finalmente ci siamo accorte che possediamo anche una vagina ed un clitoride, oltre ad altri componenti anatomici creati allo scopo di stare bene e gioire felici. Tutto questo naturalmente per fini terapeutici,allo scopo di non farci cadere in depressione, ma di far cadere loro, esausti, dopo una maratona di qualche oretta. Come dire, riprendiamoci l’Organdis, ce lo hanno tolto i nostri avi, ma sarebbe ora di riaverlo indietro.Tremende che siamo noi donne.Una mia amica sosteneva di aver chiuso con il suo ultimo compagno, accusandolo di non averle ancora trovato la clitoride (o devo usare il maschile, non l’ho mai capito) ma di confonderlo con le piccole labbra, dato che ella, confesso’ in “vino veritas” a noi, sue carissime ed invidiose amiche, che possedeva circa quattro  etti di grandi labbra, non ritoccate nè con le extensions  e che aveva spesso pensato ad un intervento di riduzione delle medesime.Il poveretto non aveva ben capito di che cosa si trattava, aveva avuto anche il sospetto che G. forse era un trans, dato il ragionevole dubbio che quel mezzo chilogrammo di natura umana, potesse essere un altro non ben definito organo sessuale. G. si offese moltissimo e, dopo avergli procurato una fotografia dettagliata in bianco e nero delle sue parti anatomiche, lo lascio’, tra fiumi di lacrime consigliandolo di farsi mandare dalla mamma,a prendere il latte. No, pardon lezioni di vita e di sesso, visto che i primi rudimenti ancora non li aveva imparati.Tremende, subdole, machiavelliche, arzigogolate, umorali, puntigliose, strane, con ormoni sempre in guerra, e nel contempo pronte e prone a fare da zerbino a colui che di passaggio, intravediamo sulla nostra strada. Colui per il quale saremmo disposte ad immolare lavoro e figli, marito e dignità, amiche e salute, anche solo per bere con lui un bicchiere d’acqua non depurata, al rubinetto dei giardini pubblici nell’ora della pausa, in pieno luglio con 42 gradi all’ombra. Non puoi bere certo con lui bere acqua con IDROLITINA o una cedrata Tassoni, al bar del centro storico, seduti comodamente ad un tavolino infiorato, con il condizionatore che ti rinfresca! Ti piacerebbe, ma sei sotto tresca, sei una clandestina e non hai il permesso di soggiorno, quindi sono cavoli tuoi…Mi ripete da sempre la mia cara e storica amica A., che E.M. persona stimata e molto nota, non poteva permettersi il lusso di farsi notare con lei cioè l’altra.Vergogna delle vergogne, lui, noto dirigente di banca, tutto casa, chiesa, figlie,consiglio pastorale, ultra laureato, decorato al valore, ammogliato con ex signorina bene, che ha sposato vent’anni fa in perfetto stato di conservazione, (dicasi Vergine), non può e non deve assolutamente provare a provare dei pruriti a ridosso della tanto temuta andropausa. Queste interminabili e sempre utili conversazioni dopo pasto tra amiche,mi portano a decidere che per un tempo ancora non ben precisato ma comunque sia, molto molto lungo, me ne rimarrò da sola, con mio figlio, a pensare e a meditare sul da farsi, leccandomi le ferite ancora fresche, e leccando quel che rimane nel vassoio, della mia squisitissima torta di mele.

Punto e a capo.

Reggio Emilia, anno 2008.



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