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E alla Fifa si continua a blatterare

Creato il 27 ottobre 2011 da Vivalafifa @WlaFifa

Questo il mio ultimo pezzo comparso su Linkiesta. Nella versione di Viva La Fifa ho aggiunto alcuni video…:

E alla Fifa si continua a blatterare

Sepp Blatter

La Federazione mondiale del calcio, la Fifa, si è riunita in questi giorni nella cosiddetta ‘Task Force 2014′. L’obiettivo del congresso era quello di migliorare alcune regole del pallone che negli ultimi anni hanno generato confusione e disparità di trattamenti da Paese a Paese, in vista della Coppa del mondo che si giocherà in Brasile fra tre anni. Dal fuorigioco (si andrà verso l’abolizione della differenza tra quello attivo e passivo) al cartellino rosso e conseguente rigore solo se il fallo in area è davvero cattivo, la Task Force ha però perseverato nel tralasciare la tecnologia fuori dai campi di calcio. L’utilizzo di iPad e iPhone sarà vietato in panchina agli allenatori.

Da quando lo svizzero Sepp Blatter è segretario della Fifa, il binomio tecnologia-calcio è sempre stato tabù. L’International Board, l’organo della Fifa deputato a cambiare le fondamentali regole del calcio, non ha mai avuto il nulla osta da Blatter per introdurre una novità che molti addetti ai lavori ritengono fondamentale: la moviola in campo. Preferendo ad essa altre modifiche per assicurare un calcio meno esposto alle incertezze e agli errori arbitrali, introducendo ad esempio un quinto direttore di gara (oltre ad arbitro, guardalinee e quarto uomo) da piazzare a bordo campo e che valuti se la palla oltrepassa la linea o meno quando va in porta.

Il tabù di Blatter, che in questi anni ha preferito trasformare i Mondiali in una macchina da soldi capace di esplorare mercati meno avvezzi al calcio (vedi i Mondiali del 2002 in Corea e Giappone o quelli del 2010 in Sudafrica), si è rafforzato nel 2006. E più precisamente la sera del 9 luglio. Italia e Francia si affrontavano nella finale del Mondiale in Germania. Per il numero dieci dei ‘bleus’ Zinedine Zidane era l’ultima partita in carriera prima del ritiro. A pochi minuti dai calci di rigore, ‘Zizou’ abbattè con una testata in pieno petto l’italiano Marco Materazzi, reo di avergli riferito qualcosa di poco piacevole su sua sorella. Zidane fu espulso, ma solo perchè l’arbitro potè rivedere il replay sui megaschermi dell’Olympiastadion di Berlino. L’Italia vinse ai rigori e la coppa fu consegnata al capitano Fabio Cannavaro non da Blatter, come impone la prassi, ma dal suo vice Johansson. Lo svizzero era negli spogliatoi a consolare il francese. Il suo sogno di regalare a Zidane un finale di carriera avvolto nella gloria era sfumato.

E alla Fifa si continua a blatterare

Così, quando deve aver scoperto che con gli strumenti della Apple (così comodi da poter essere portati in panchina) era possibile per gli allenatori e i loro staff connettersi a internet e vedere in tempo reale le azioni come in una moviola personalizzata, Blatter ha imposto il divieto. Perchè è proprio questa la motivazione, riportata dal vice presidente della Federcalcio italiana (e rappresentante della nostra nazione alla Task Force) Demetrio Albertini: «Con l’iPad in panchina un allenatore può rivedere tutte le immagini della partita, anche al rallentatore. Di fatto, è come avere la moviola in campo. È come dare spazio totale alle nuove tecnologie. Cosa che la Fifa ha sempre combattuto».

Più che una giustificazione, un’ammissione. Il calcio, ancora una volta, ha deciso di restare indietro. Nel rugby, sport emergente per eccellenza, la moviola in campo è una realtà perfettamente integrata nel gioco. E lo stesso si può dire del tennis, con la tecnologia del cosidetto ‘Occhio di falco’ che dice se una pallina è dentro o fuori dal campo. Il calcio invece no. Preferisce rimanere nel grande bar sport che è sempre stato. Meglio continuare a vivere di leggende come il famoso ‘gol fantasma’ di Hurst nella finale del 1966 tra Inghilterra e Germania, piuttosto che togliersi ogni dubbio al ripresentarsi di casi simili in futuro. A proposito di leggende. A dirigere i lavori della Task Force c’era il tedesco Franz Beckenbauer, uno dei più grandi giocatori del Novecento, presente in quella famosa finale a Wembley persa contro l’Inghilterra. Finiti i lavori, il ‘Kaiser’ ha dichiarato: «Il nostro obiettivo principale è quello di ridare credibilità alla Fifa». C’è da augurarsi che fra tre anni, nella finale al Maracanà di Rio de Janeiro, non aleggino gol fantasma o partano testate.

E alla Fifa si continua a blatterare


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