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E allora tifo Tavecchio

Creato il 23 agosto 2014 da Zamax

E’ andata com’è andata: ha vinto il brutto, sporco e cattivo. D’altronde aveva la vittoria in tasca, anche per mancanza di candidati alternativi autorevoli o di qualche reale carisma, nella corsa alla presidenza della FIGC. Ci aveva provato lui ad auto-silurarsi con la frase sui pedatori africani ex mangia-banane e senza pedigree. Se l’avesse detta con intenti genuinamente provocatori sarebbe stato meglio. Il fatto che gli sia scappata ingenuamente e non solo genuinamente di bocca dimostra invece che Tavecchio vive in un mondo tutto suo. Gli è arrivato addosso di tutto e tutti – diciamo la verità – lo davano per morto stecchito. Invece Tavecchio – vivendo in un mondo tutto suo – non ha capito d’aver perso ed ha perciò stupidamente continuato a lottare tra lo sbalordimento generale fino alla vittoria finale.

Fortissimo! Be’, è andata così. Amen!

Ma adesso vedo purtroppo in giro gente che si era esposta contro Tavecchio, specie dopo la scivolata bananiera – legittimamente, ma anche un po’ furbescamente – e che adesso, ferita nell’amor proprio, tenta di sbalzarlo di sella dopo una regolare e democratica vittoria, profittando dell’inchiesta aperta dall’Uefa sulle parole di Tavecchio. In un’intervista al Corriere della Sera il presidente del Coni Malagò, per esempio, che già aveva evocato la possibilità di un commissariamento della FIGC prima della vittoria del dirigente settantunenne, dice che di questa inchiesta aveva avuto dei segnali. E aggiunge: «E non mi sorprenderei se si muovesse la Fifa e sulle prese di posizione dell’Associazione calciatori anche la procura federale. (…) [Tavecchio] l’ho sentito, gli ho parlato, sta preparando la sua difesa, mi è parso sereno, sta lavorando molto. Ma aggiungo che se il neo-presidente federale dovesse sentirsi condizionato da certi eventi, tipo quello dell’Uefa, o da altre manovre, da pressioni di parte, corporative, non mi stupirei affatto se facesse un passo indietro e rassegnasse le dimissioni». 

Questo è un invito a sloggiare, chiaro nella sostanza quanto sgradevolmente obliquo nella forma. No, non va affatto bene. Si può cavalcare il politicamente corretto ma non andare oltre. Questi scenari li abbiamo già visti nella lotta politica. Augusti consessi di censori, giustizieri, arbitri istituzionali che si arrogano il diritto, in nome naturalmente dei valori democratici eccetera eccetera, di decidere chi ha e chi non ha i requisiti, anche retroattivamente; e che non hanno fatto altro che screditare la democrazia e la politica. Abbiamo visto com’è finita: gente che invocava il commissariamento della democrazia pro domo sua e che adesso, scontenta dei risultati, nell’impazzimento generale, grida contro «i ladri di democrazia».

[pubblicato su Giornalettismo.com]


Filed under: Bar Sport, Rubrica Giornalettismo Tagged: Carlo Tavecchio, FIGC, Giovanni Malagò

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