Magazine Attualità

È boom di badanti nelle case degli italiani

Creato il 16 maggio 2013 da Freeskipper

E' boom di badanti nelle case degli italiani!

Laddove lo Stato non arriva, bisogna pensarci da soli e arrangiarsi come meglio è possibile! Non c’è di che stupirsi allora se nelle case degli italiani dove vive un anziano non autosufficiente ci sia quasi sempre una badante! La famiglia patriarcale, quella nella quale i più grandi provvedevano ai più piccoli e i più giovani agli anziani, di fatto non esiste più. Papà e mamma escono di casa all’alba e rientrano la sera per sfangare il mese. E ai bambini e agli anziani chi ci pensa? Non certo lo Stato alle prese con i buchi di bilancio, bensì un esercito di badanti! Il loro numero è ormai arrivato ad un milione e 655 mila, facendo registrare un aumento del 53% in dieci anni. Sono prevalentemente stranieri (77,3%) e donne (82,4%), tra i 36 e 50 anni (56,8%). E' quanto emerge dai dati forniti dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in occasione del convegno “Servizi alla persona e occupazione nel welfare che cambia”. E si stima che, mantenendo stabile il tasso di utilizzo dei servizi da parte delle famiglie, il numero dei collaboratori salirà a 2 milioni 151 mila nel 2030 (circa 500 mila in più). La spesa media per le famiglie è di 667 euro al mese. Ma con la crisi, oltre la metà dei bilanci familiari non tiene più: così nel 15% dei casi è prevedibile, sempre stando ai risultati della ricerca, che un componente della famiglia lasci il lavoro per assistere un congiunto. O nel 41,7% dei casi si pensa anche a rinunciare al servizio. L'area dei servizi di cura e assistenza per le famiglie rappresenta quindi un "grande bacino occupazionale": il numero dei collaboratori è passato da 1,083 milioni del 2001 a 1,655 milioni del 2012 (quando è stata condotta l'indagine su 1500 collaboratori). Sono 2 milioni 600 mila le famiglie (il 10,4%) che hanno attivato servizi di collaborazione, di assistenza per anziani o persone non autosufficienti, e di baby sitting. Il cosiddetto "welfare familiare" ha però un costo che grava quasi interamente sui bilanci familiari. A fronte di una spesa media di 667 euro al mese, solo il 31,4% delle famiglie riesce a ricevere una qualche forma di contributo pubblico, che si configura per i più nell'accompagno (19,9%). Se la spesa che le famiglie sostengono incide per il 29,5% sul reddito familiare, non stupisce che già oggi, in piena recessione, la maggioranza (56,4%) non riesca più a farvi fronte e sia corsa ai ripari: il 48,2% ha ridotto i consumi pur di mantenere il collaboratore, il 20,2% ha intaccato i risparmi, il 2,8% si è dovuto addirittura indebitare. L'irrinunciabilità del servizio sta peraltro portando alcune famiglie (il 15%, ma al Nord la percentuale arriva al 20%) a considerare l'ipotesi che un componente della stessa rinunci al posto di lavoro per prendere il posto del collaboratore. Intrappolate tra esigenze crescenti e risorse in calo, il 44,4% delle famiglie pensa che nei prossimi cinque anni avrà bisogno di aumentare il numero dei collaboratori o delle ore di lavoro svolte. Ma al tempo stesso la metà delle famiglie (il 49,4%) sa che avrà sempre più difficoltà a sostenere il servizio e il 41,7% pensa addirittura che dovrà rinunciarci. Con una domanda crescente di protezione sociale è pressoché indispensabile incrociare il "welfare familiare", che impiega rilevanti risorse private, con un intervento pubblico di organizzazione e razionalizzazione dei servizi alla persona basato su vantaggi fiscali alle famiglie per garantirne la sostenibilità sociale, almeno che non si voglia rinunciare alla famiglia, gettando a mare bimbi, anziani e disabili


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

COMMENTI (2)

Da Mirko
Inviato il 22 maggio a 16:19
Segnala un abuso

Wow, quelle cifre sono davvero impressionanti...

Da Alba
Inviato il 22 maggio a 01:24
Segnala un abuso

Dimostra la disgregazione che sta vivendo la famiglia italiana. Da nucleo complesso composto da genitori figli e nonni che condividono la stessa casa di campagna alle microfamiglie da appartamento cittadino che esclude ed isola gli anziani.