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E Castro fece arrabbiare il Vaticano…

Creato il 25 luglio 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

E Castro fece arrabbiare il Vaticano…C’è stato un tempo in cui pensavo che essere anticlericale fosse sostanzialmente una perdita di tempo. Pensavo fosse meglio lasciarli nel loro brodo. Pensavo. Il fatto è che nel loro brodo non ci rimangono e hanno sempre da dire sulla minestra altrui, su come va fatta e come va mangiata. Cosa piuttosto diffusa tra le religioni monoteiste. Non è una questione di religione, ma di come vivere la propria religiosità e cercarla di imporla anche al resto del mondo, che crede ad altro o non crede affatto.
Scusate, ma queste cose mi fanno arrabiare, perciò vi invito a leggere il comunicato stampa..

“I pių grandi campioni dello sport diventano santi e personaggi di biblica memoria: un’iconografia forte, quella scelta da Sky per la sua nuova campagna pubblicitaria Solo su Sky lo sport fa miracoli. Ma la sensibilità di un credente può venirne colpita? Tv Sorrisi e Canzoni, in edicola martedì 26 luglio, lo ha chiesto ad alcuni esponenti del mondo cattolico e a personaggi della tv.
Primo fra tutti il cardinale Ersilio Tonini, che risponde in modo netto: “è una gravissima mancanza di rispetto: associare la religione al concetto di vendita e acquisto insito in una pubblicità è contro la dignità. E se perdiamo questo rispetto, come facciamo a insegnare i giusti valori ai più giovani?. Duro anche il parere della critica televisiva Mirella Poggialini: “E’ una pubblicità antipatica, un esempio di cattiva educazione. Non si può usare la parola “miracolo” per una pantomima così”. Critico, ma con giudizio, il direttore dell’Avvenire Marco Tarquinio: “Premesso che questi spot non mi piacciono, ugualmente però non li trovo cattivi. Mi rifaccio alla saggezza popolare che dice: Scherza coi fanti e lasciare stare i santi. Sky si è avventurata su una china scivolosa perché tocca i sentimenti pių profondi della gente: forse anziché fare una parodia sarebbe stato meglio inventare qualcosa di nuovo”.
Stessa linea anche per Massimo Giletti: “Non amo questa pubblicità, ma non la condanno. Un po’ di ironia e autoironia sono fondamentali nella vita: certo è che in questo modo si svilisce il concetto di religiosità”. Più aperta Lorena Bianchetti: “Non credo ci sia un’intenzione denigratoria: la pubblicità ha bisogno di forme di comunicazione semplici e credo sia questo il caso. Il problema è, piuttosto, di carattere generale: è tutta la società ad aver svuotato la religione della sua profondità”.


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