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E dopo il Napalm il ministero “Digitale”

Creato il 24 gennaio 2015 da Cristiana

Su verybello.it sono d'accordo Mantellini che invoca il napalm:

[...]Io sostengo da tempo che per la presenza web istituzionale dell'Italia, che si tratti di ministeri, del sito del governo o dei mille progetti satellite che nascono ormai con cadenza settimanale (tutti con il loro ridicolo profilo Facebook e Twitter d'ordinanza) servirebbe il napalm.Sarebbe utile spazzare via tutto, creare una task force di gente brava e competente (tocca pagarli bene perché sono pochi) che si occupi della faccia digitale dell'Italia fuori dal magma informe delle mille commesse date a caio e sempronio (talvolta alla web agency del figlio del cugino ma molto spesso anche a grandi decadute aziende del sofware dal nome altisonante con risultati spesso molto simili) i cui effetti sono sotto i nostri occhi da oltre un decennio. [...]

Nel 2014 non si può partorire un sito da 2001 (forse va bene per la CEI e la LUISS......ehm) , quando si viaggia coi i QRCode, con le app e con gli sms che ti arrivano se passi in punti strategici per dirti cosa c'è nei dintorni. C'è un mondo tecnologico e poco costoso tra l'altro da "usare" per rendere accessibile la cultura, per digitalizzare le guide, risparmiare in materiali e quindi spese (con lo smartphone le cuffiette non servono più....).

Lo Stato, secondo me, dovrebbe dare meno soldi ad agenzie private e consulenti esterni e creare una task force dedicata al digitale, un ente trasversale che sia di supporto agli altri ministeri, come accade nelle aziende con le funzioni di staff. Anche perché le cose una tantum, non vengono mai manutenute, e raramente si integrano con gli strumenti istutuzionali e tra loro.

Se non è questo il tempo, quando?


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