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E’ morto a 77 anni Arnaldo Ninchi

Creato il 07 maggio 2013 da Appnetwork

Attore poliedrico di cinema e televisione in ruoli non sempre da protagonista. Nato a Pesaro il 17 dicembre 1935, Arnaldo Ninchi era cresciuto fra una città e l’altra. In gioventù era stato una promessa della pallacanestro, arrivando anche a giocare in nazionale. Ma poi la vocazione di famiglia aveva preso il sopravvento. Le prime prove a teatro, diretto da Guido Salvini, sono del 1959. Nel 1960 fa il sindaco in uno spettacolo storico, Un marziano a Roma di Flaiano diretto da Vittorio Gassman. Negli anni 60 è in palcoscenico ancora con Gassman e poi con Enriquez, Ferrero, Squarzina. Intanto inizia a recitare anche per il grande e il piccolo schermo. In ruoli non di rado minori ma sempre incisivi, perché con la sua presenza quieta e insieme imponente, lo sguardo liquido esaltato da una sapiente economia di gesti, Ninchi sapeva dare profondità ai personaggi più diversi. E senza cadere nei percorsi obbligati del caratterista.

Al cinema lavora, fra gli altri, con Chabrol, Montaldo, Lina Wertmuller, Sergio Corbucci. Ma è l’olimpico carnefice medievale impersonato nel Magnificat di Pupi Avati, 1993, a regalargli un ruolo davvero memorabile in età matura. Appare anche in film di Wilma Labate, Emanuela Piovano, Franco Giraldi, Silvio Soldini, Maria Sole Tognazzi.

Volto tv ne La famiglia Ricordi a Incantesimo, da La vita che verrà a Piccolo mondo antico, da Onora il padre a L’ultimo papa re. Molti lo ricorderanno per un personaggio senza volto, con poche fugaci eccezioni: il dottor Cane, imperscrutabile direttore di rete nella serie di culto Boris.



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