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è morto Bowie e io sono a Prato

Creato il 12 gennaio 2016 da Plus1gmt

È morto David Bowie e io sono a Prato. Questa è la prima cosa a cui ho pensato quando sono stato messo al corrente della notizia. Ero davvero a Prato in una riunione di lavoro e, nella stanza, c’era pure puzza di piedi. Ecco le successive, se ve la sentite di elaborare insieme a me il lutto.

La seconda cosa a cui ho pensato è stata quel post di Fabio De Luca in cui ha pubblicato il mistone dei pezzi di Bowie remixati dai 2Manydjs, quando dice che “vederlo (il video del mistone) mi ha fatto pensare al giorno in cui David Bowie se ne andrà da questo mondo, e a quanto bisognerà evitare internet quel giorno”. Ecco, fatta eccezione per il fotogramma di Christiane F. di spalle che osserva nella metro di Berlino il poster del concerto con la sua iconica faccia frecciata di rosso di Aladdin Sane mi sono ripromesso di non leggere, scrivere e ascoltare nulla su Facebook. Anzi, se prima avevo la mezza intenzione di cancellarmi, ora sono a oltre tre quarti.

La terza cosa è che non l’ho mai visto dal vivo e che speravo in un tour di “Blackstar” anche perché, a differenza di quanto sostengono i telegiornali, non ho mai letto da nessuna parte né che fosse malato e tantomeno che avesse i giorni contati. Quando è venuto in Italia e io ero già in età da concerti il periodo della trilogia berlinese era già finito da un pezzo, erano gli anni 80 e Bowie suonava versioni delle sue canzoni piuttosto discutibili. Per farvi capire, ascoltate questo estratto della sua performance a Live Aid

e paragonatela con questa

quindi insomma, vederlo con quelle spalline non mi interessava granché. Poi è rinsavito, come tutti a una certa età, e si è rimesso a suonare i suoi pezzi come devono essere suonati, per esempio così:

La quarta cosa è “Blackstar”, il nuovo disco che ho pre-ordinato appena è stato disponibile su Amazon, quindi mi è stato spedito come a tutti giovedì scorso con consegna venerdì 8 nel giorno del compleanno di David Bowie. Il mio programma per il fine settimana scorso prevedeva infatti un ascolto continuo del nuovo disco di Bowie, tenete conto che mai e poi mai avrei immaginato che sarebbe mancato di lì a poco. E invece il corriere di Amazon non è arrivato in tempo e “Blackstar” mi è stato recapitato in ufficio ieri quasi nello stesso momento in cui venivo a sapere che Bowie non c’era più. Ma io non c’ero in ufficio ieri, ero a Prato e Bowie è morto mentre io ero a Prato.

La quinta cosa è il video di “Lazarus” tratto da “Blackstar”, che non sono riuscito a vedere quando è stato pubblicato qualche giorno fa perché mi ha fatto impressione pensare a Bowie vecchio e malato, e torno a ripetere che non sapevo nulla delle sue condizioni di salute.

La sesta riguarda invece tutte le canzoni di Bowie che ho suonato nella mia vita passata da musicista, su tutte “Ashes to Ashes” con quel gruppo di cover new wave che avevo intorno al 2000, e tutte le sue canzoni che invece non ho mai imparato a partire dalla parte di piano di “Life on Mars”. Peccato davvero.

Il settimo pensiero è andato ad Aurora che è un’amica che era sputata David Bowie. C’è in giro una gif animata che mette in sequenza tutte le foto più celebri di Bowie con una sorta di effetto di morphing (mi spiace non linkarla ma non la trovo in questo momento EDIT: l’ho trovata, è qui) e in più di un passaggio, tra un trucco e l’altro, sembra di vedere Aurora quando ne eravamo tutti innamorati perché sembrava proprio Bowie.

L’ottava e ultima cosa riguarda ancora “Heroes” e quella scena di “Christiane F.” che ha proprio quel brano in sottofondo che ogni volta in cui la vedo mi fa venire voglia di correre strafatto come loro e come loro spaccare tutto. Ma non posso farlo per motivi anagrafici, quindi faccio finta che a Berlino, nell’81, ci sono stato pure io.

A dire la verità ne avrei ancora una di cosa, ma che sono distrutto dalla notizia della morte di David Bowie è inutile che ve lo stia a dire.



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