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E’ morto Pietro Ingrao: addio ad uno dei padri della sinistra italiana e del Pci. “E’ stato la nobiltà della politica”

Creato il 27 settembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

E’ morto a Roma Pietro Ingrao, uno dei padri della sinistra italiana, storico dirigente del Pci e ex presidente della Camera. Ingrao aveva compiuto 100 anni il 30 marzo scorso. “Nelle città venni al tempo del disordine, quando la fame regnava. Tra gli uomini venni al tempo delle rivolte, e mi ribellai assieme a loro”: così Pietro Ingrao aveva affidato il suo saluto ai lettori del web sul suo sito Internet. E questi versi di Bertolt Brecht riassumono infatti la sua vita, e il suo grande impegno che ha segnato oltre cinquant’anni di storia italiana. Fiumi di commenti e cordoglio per la morte di Pietro Ingrao, scomparso quest’oggi a Roma. Ecco tutti i messaggi su Twitter per l’addio a Pietro Ingrao.

(corriere.it)

(corriere.it)

E’ morto Pietro Ingrao: addio ad uno dei padri della sinistra italiana e del Pci. “E’ stato la nobiltà della politica”. La sinistra e tutto il mondo politico piange ora la sua morte, avvenuta a Roma all’età di 100 anni (li aveva compiuti il 30 marzo scorso). Storico esponente del Pci e grande protagonista della storia politica del nostro paese, in “Volevo la luna” (pubblicata nel 2007), Ingrao aveva affidato le sue riflessioni sui grandi temi del nostro tempo, ossia la pace, la democrazia, il razzismo, le lotte operaie. Ricordato anche come il fondatore della “certezza del dubbio”, fu celebre il passaggio di uno dei suoi discorsi, a proposito della drammatica repressione della rivolta ungherese nel 1956: “Non sarei sincero se dicessi a voi che sono rimasto persuaso…”. Non era una sconfessione, ma piuttosto l’acuto invito a considerare il dubbio non come un ostacolo o un impedimento a rinnovarsi, quanto la chiave di volta del pensiero politico e della modernità. Concetto “sposato” da molti intellettuali e politici del nostro tempo.

Il cordoglio di Renzi: “Testimone scomodo e lucido del Novecento”. “Con Pietro Ingrao scompare uno dei protagonisti della storia della sinistra italiana. A tutti noi mancherà la sua passione, la sua sobrietà, il suo sguardo, la sua inquietudine che ne ha fatto uno dei testimoni più scomodi e lucidi del Novecento, della sinistra, del nostro Paese”. Così il premier, Matteo Renzi, esprime in una nota il cordoglio. Vendola: ‘E’ stato la nobiltà della politica’. “E’ stato la nobilta’ della politica, l’amore per la vita, la ricerca della liberta’. E’ stato tanta parte della nostra vita. Lo abbracciamo con amore e gli diciamo: grazie, vecchio Pietro”. Cosi su twitter Nichi Vendola, presidente di SEL, rende omaggio a Pietro Ingrao. Il Presidente della Camera, Laura Boldrini, su Twitter: “Profondo cordoglio per morte Pietro #Ingrao, storico Presidente della Camera e grande figura della democrazia. Montecitorio saprà onorarlo”.

L’ingresso di Ingrao nel mondo della politica risale al 1936, quando l’aggressione franchista alla Repubblica spagnola lo induce a intensificare i suoi contatti con altri giovani antifascisti. Dopo un periodo in clandestinità, nel 1947 viene nominato direttore dell’Unità, carica che ricoprirà fino al 1956. Nel 1948 entra nel comitato centrale del Pc e viene eletto deputato per la prima volta: sarà rieletto per dieci legislature consecutive. Fu lui, nel 1992, a chiedere di non essere ricandidato più. Per 10 anni, dal 1956 al 1966, fece parte della segreteria Pci e diventò punto di riferimento per l’ala sinistra del Pci e per chi voleva rifondare l’identità comunista rompendo con lo stalinismo. Nel 1968, viene eletto presidente del gruppo parlamentare comunista alla Camera e nel 1976 viene eletto presidente. Vive così in prima linea i giorni drammatici del sequestro Moro, ma nel ’79 chiede di essere sollevato dell’incarico. Nel 1991 aderisce poi al Pds, ma abbandona il partito nel 1993, aderendo a Rifondazione Comunista cui rimarrà iscritto fino al 2008.


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