È più importante leggere o scrivere?

di Massimo

Mettiamola così: dal punto di vista dello scrivere è più importante leggere perché lo scrivere è un mezzo che ha per fine il farsi leggere, mentre dal punto di vista del leggere è più importante avere qualcosa da leggere, quindi il leggere sarà il mezzo col quale apprezzare lo scrivere. Si dovrebbe concludere, dunque, che poiché il fine è necessariamente superiore al mezzo usato per la realizzazione… ognuno dei due punti di vista ha ragione. Come sempre accade quando si tratta di punti di vista, come in questo caso contrari e complementari tra loro, la ragione sarà a propria volta relativa e non di principio. Quale sarà, quindi, questa ragione di principio? Essa dovrà essere superiore sia al piano dello scrivere che a quello del leggere, perché dovrà essere il fine di entrambi. Cosa può costituire il fine dello scrivere e del leggere? La comunicazione della conoscenza. Quali ordini di conoscenze possono essere comunicati?

Intendendo la conoscenza come l’insieme delle esperienze individuali o collettive si deve ammettere che queste conoscenze occupano una gradazione che va dal piano materiale, che è comunicabile, a quello spirituale, incomunicabile. I valori interiori dei quali l’esistenza è l’espressione concreta sono esprimibili dalle azioni degli esseri che questa esistenza vivono, e possono riempire pagine di libri restando vuote parole, oppure entrare tutti nella carezza che aiuta un moribondo a morire o vivere. Ecco a cosa è sottomesso lo scrivere e il leggere: all’Amore universale e al riconoscimento della veridicità dei principi che lo rendono attuabile. Questi principi, anche se scritti con chiarezza e semplicità, non entreranno nei cuori e nelle intelligenze che leggono di loro. Sarà la vita a mostrarne l’essenza, e la morte l’aiuterà in questo lavoraccio.