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E poi ci son le feste!

Da Decantour

E poi ci sono le feste!
Luci, gioia, amicizia … ci si ritrova tutti intorno a grasse tavole imbandite con conversazioni affettate come il salame dell’(ei fu) antipasto all’italiana, sequenze lunghissime di amarcord e il tintinnare delle forchette a fare da colonna sonora

Carpaccio, pasticcio,  cotechino, capitone, pandoro e panettone e su tutto … grandi vini: quelli delle selezioni Decantour che quest’anno ho scelto di condividere durante il pranzo con i parenti.

Dei rossi non vi racconto, tanti li avete già trovati due o tre post fa.

Vi dico dei bianchi, piuttosto, quelli che ho preferito tenermi per il dì di festa.
Scelgo di aprire l’incontro con un tripudio di bollicine: Valdobbiadene Superiore di Cartizze Garbara. Sontuoso, dai riflessi verdognoli, spuma abbondante e giustamente evanescente, perlage regolare assolutamente allineato con le collane di perle delle mie vecchie zie. 

Vecchie zie dalle perle allineate ©GettyImages

Un ouverture delicata che ha lasciato aperta la porta a vini più impegnativi, al crescendo di alcolicità e di struttura. Sia chiaro, cominciare con un bianco strutturato o con un rosso non è vietato, ma questo significherebbe precludersi molte possibilità di abbinamento nelle portate successive … e in queste occasioni, meglio non rischiare.

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Casale Soave Superiore DOCG di Vicentini ha accompagnato i primi.
Ti incanta già mentre lo versi nel bicchiere: colore giallo con riflessi verdi e oro, profumo floreale ampio, sapore pieno lievemente amarognolo con note di miele e di mandorla. Ma quel che inebria è la sua potenza e fierezza.  Ad ogni sorso sembra quasi di ripercorrere i fasti della Soave medievale, quando prodi cavalieri combattevano per l’onore della propria dama … E proprio sulle note del ricordo che il nonno si alza in piedi a raccontar di com’era bella la nonna, gli aneddoti sui figli e …  i pettegolezzi sulla vicina di casa che si sa, fa sempre qualcosa per farsi chiacchierare.

E poi ci son le feste!

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In abbinata ai piatti della tradizione invece propongo un Pietralava Durello DOC di Cecchin, un vino inconsueto e particolare, prodotto solo in poche bottiglie in questa versione ferma.

E’ un vino così bello che anche mia cugina ne ha riconosciuto le note fruttate e di fiori bianchi. Dopo il primo assaggio, ha chiesto subito di averne un secondo bicchiere … ed ecco spiegato il significato di “vena minerale e fresca che ne aumenta la lunghezza e ne stimola la beva.” 

… E poi il dolce e ancora bollicine.

Ce l’abbiamo fatta, un altro Natale è passato, simile a tanti altri ma speciale per una cosa: quest’anno, il giorno dopo, hanno richiamato tutti per ringraziare.

“Ottimi vini” mi hanno detto “li abbiamo davvero apprezzati”.

Cosa ha reso questi accompagnamenti speciali rispetto gli anni precedenti? La differenza l’hanno fatta i racconti: quelli che ho appreso dalle winebox Decantour, quelli legati al progetto e quelli raccontati dai sommelier.

Per questo posso affermare che Decantour è un’esperienza sul vino, e che a quanto pare, è facile da trasferire … anche alle vecchie zie dalle perle allineate.

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un ringraziamento speciale anche agli altri vini presenti al pranzo:
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