Magazine Diario personale

E poi ci sono i libri non letti…

Da Lara Ruzza @ruzzieri

E poi ci sono i libri non letti.
Quelli che finiscono in alto in un armadio, quelli che fanno da spessore tra il mobile e il muro, quelli che restano invenduti nel negozio di un vecchio libraio alcolizzato.

Questo ho incontrato mentre ero alla ricerca di un regalo intelligente per un’amica: in una sera come tante, mentre cerco di scaldarmi le mani sono attratta da uno sbiadito cartello di una sporca vetrina “Libri 2 €”

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La porta è aperta, il freddo è mortale, un panciuto signore mi accoglie con l’alito di vino e uno sguardo sconcertato.
- Cosa cerchi?-
Timidamente rispondo: – Non lo so, un libro?-

Mi guardo intorno.
Centinaia di volumi di diritto penale, codice civile, diritto d’autore.
In mezzo, quasi a volerla soffocare, un romanzo di Danielle Steel mi implora di aiutarlo.

Non me ne voglia, cara Steel, ma a me le sue scogliere di Dover proprio non interessano. Non posso dire di detestarla, come non posso dire di aver mai letto nulla di suo, ma vederla li sotto, braccata come da una morsa infernale tra gli altisonanti libri di diritto, mi ha fatto godere.

Dietro di me, l’Infinito Viaggiare di Magris mi fa l’occhiolino.
Sembra aver colto il mio pensiero e lo approva.
Lo accarezzo. Il vecchio libraio sposta una colonna e mi guarda stupito: – Qui di libri ce ne sono un sacco, basta aver pazienza.-

- Cerco un pò allora – rispondo, nel tentativo di allontanare il suo alito pesante da me.

Le librerie stracolme di carta urlano forte: vogliono essere liberate, chiedono aria e dignità.
Tolgo la polvere da una vecchia collana del Sole 24ore: Pessoa, Roth, Chatwin, Chomsky. Anche Stefano Benni.
Bruno, il libraio, mi guarda arrampicarmi sulla scala per cercare altre perle rare un pò più su.

Ho trovato il reparto “innovazione elettronica”.
- Per quello ti faccio uno sconto – mi sbraita, credo infastidito dalla mia permanenza prolungata.
- Bruno – lo calmo – questi raccontano i floppy disk come supporto innovativo! -.

Non mi capisce e rassegnato cerca un cavatappi: – Beviamo un bicchiere -.
Il vetro è sporco ma dentro c’è del buon Valpolicella.

Guarda i libri che ho poggiato sopra gli altri e mi dice: vabbè per quelli facciamo 10 €.
Non mi convince, ne aggiungo 2, in un’edizione economica della Feltrinelli, di cui non leggo la quarta di copertina ma che regalerò alla mia amica.

“Aggiungimi questi … e anche questo La semantica del dialogo televisivo dalle teche rai.

Propongo 15 € e “Se sapessi quanto lavoro c’è dietro ad un libro” mi dice come per farmi sentire in colpa “dallo scrittore al libraio, che è l’ultimo della catena”
“… e in mezzo ci sono i grafici e gli impaginatori, che non si caga mai nessuno!”

Comprende. Sottoscriviamo il contratto con un cin cin.
Me ne vado. Non so se ho fatto un buon affare ma Bruno ha bisogno di soldi per pagarsi i vizi del bere e della lettura.
Mi piace pensare che sia un avvocato dalle cause perse, che ha riversato la sua conoscenza nei libri di diritto.
Poi il vino ha preso il sopravvento su tutto e la storia è finita in fretta.

Alla mia amica poco avvezza alla lettura regalerò una saliera e un libro dalla libreria di Bruno:
la ricetta perfetta per dare sapore alla vita.



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