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E' possibile far guarire gli olivi affetti dalla BATTERIOSI causata da Xylella fastidiosa concausa del ‘complesso del disseccamento rapido dell’olivo’ (olive rapid decline complex)????

Creato il 14 agosto 2014 da Antoniobruno5
E' possibile far guarire gli olivi affetti dalla BATTERIOSI causata da Xylella fastidiosa concausa del ‘complesso del disseccamento rapido dell’olivo’ (olive rapid decline complex)????
E' possibile far guarire gli olivi affetti dalla BATTERIOSI causata da Xylella fastidiosa concausa del ‘complesso del disseccamento rapido dell’olivo’ (olive rapid decline complex)????
LAssessore Fabrizio Nardfoni ha visitato un oliveto in agro di Lecce L'iniezione con “acqua informatizzata” ha funzionato su un focolaio a Torre Chianca». L’assessore regionale alle Politiche agricole, Fabrizio Nardoni, sotto il fuoco incrociato delle polemiche per l’emergenza Xylella, tira fuori l’asso dalla manica, una possibile soluzione al batterio che sta decimando le piantagioni di ulivi del Salento, ad oggi 23mila gli ettari colpiti dall’epidemia, un numero destinato a crescere e a moltiplicarsi senza una giusta via di fuga.
E' possibile far guarire gli olivi affetti dalla BATTERIOSI causata da Xylella fastidiosa concausa del ‘complesso del disseccamento rapido dell’olivo’ (olive rapid decline complex)????
«Siamo stati in una zona di Torre Chianca, a Lecce, contaminata dalla Xylella, e con sorpresa abbiamo potuto constatare che un esperimento praticato a marzo, proprio in quell’appezzamento di terreno, ha dato i suoi frutti: lì dove c’erano gli alberi coi rami secchi ora c’è una rigogliosa vegetazione - ribadisce l’assessore con dovizia di particolari -. Sia chiaro: questo non significa che abbiamo trovato la cura per la Xylella, ma che si potrebbe lavorare per comprendere se proseguendo in quella direzione si possono salvare gli ulivi». Nessuno vuole tagliare gli alberi d’ulivo, che rappresentano il patrimonio e la storia del territorio salentino, sebbene la direttiva del 23 luglio scorso a firma della Comunità Europea, nel fissare le misure per impedire l’introduzione e la diffusione della Xylella in tutti i paesi comunitari, abbia detto in maniera inequivocabile che gli alberi malati vanno eradicati.
Ora, questo esperimento raccontato dall’assessore Nardoni potrebbe evitare questa strage. «È stato condotto da uno scienziato di Bari, che nei mesi scorsi, esattamente a marzo, ha iniettato in quegli alberi di Torre Chianca contaminati dal batterio dell’“acqua informatizzata”. Ebbene, dopo cinque mesi, è stato entusiasmante vedere la ripresa della vegetazione lì dove il parassita aveva già distrutto i vasi linfatici della pianta. Ripeto, è una prova, del resto quando non si conosce nessuna cura bisogna agire per esperimenti, però che sia nata la vegetazione sui rami ormai morti ci fa sperare in un estremo tentativo per salvare gli alberi. Magari riuscissimo a risolvere con questa tecnica - si augura l’assessore - anche se riuscissimo a salvare solo un albero per noi sarebbe comunque una vittoria, bisogna comunque tentare, come ripetono da mesi gli agricoltori. Questa è una prova, come tante altre se ne stanno facendo, anche se non possiamo elencarle tutte, ma può essere una strada. Ieri, quando abbiamo fatto il sopralluogo per la verifica era presente anche il proprietario degli alberi trattati con questa iniezione di acqua informatizzata e anche lui era ottimista nel constatare i nuovi germogli sulla pianta contaminata da Xylella».
In realtà, esperimenti di tipo endoterapico, cioè che hanno come base metodi di intervento antiparassitario, in questi mesi ne sono stati fatti tanti, soprattutto nell’area dell’hinterland gallipolino, ma i nuovi germogli nascevano già con il batterio della Xylella. Questo per dire che anche la cura con l’acqua “informatizzata” potrebbe rivelarsi un flop, sebbene ci siano studi che parlano di benefici legati all’uso di quest’acqua, dimostrando, appunto, come l’opportuno trattamento permette di raggiungere notevoli risultati in termine di disinfezione.
Per il momento, come sottolinea l’assessore è solo «un esperimento riuscito, anche se questo non significa che abbiamo trovato la cura - ribadisce Nardoni - magari lo fosse. Sta di fatto, che l’effetto vegetazione che ho visto ieri su quelle piante è davvero importante, adesso andremo avanti con il monitoraggio e poi vedremo, fermo restando che si lavora di concerto con l’Osservatorio regionale fitosanitario e che tutte le informazioni raccolte fino a questo momento faranno parte di un fascicolo che consegneremo al Ministero, in modo che il 27 agosto, giorno in cui sarà emanato il decreto, ci possa essere più chiarezza su come bisogna muoversi, anche in ordine alla direttiva della Comunità europea».
fonte: il Quotidiano di Lecce del 14 agosto 2014
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