Magazine Cultura
Non sono un grande cultore di fumetti, ma quest’opera mi piace – e non poco – per due motivi in particolare: innanzitutto per l’intervistato, cioè uno degli intellettuali (o, se volete, uno dei più grandi “cattivi maestri” di questo paese…) probabilmente una delle persone più odiate dalla popolazione italiana (secondo me perché un buon 90% della suddetta popolazione non ha il bagaglio culturale per capirne il pensiero), e secondo perché ogni medium che abbia un risvolto sociale diventa automaticamente di mio interesse. E questo filone fumettistico definito graphic-journalism devo dire che mi piace non poco.
L’intento – dichiarato o meno che sia – dell’autore e dell’editore BeccoGiallo è molteplice: il primo e più importante è, ovviamente, quello di divulgare il pensiero negriano. Il secondo – importante probabilmente allo stesso modo – è quello non solo di ampliare la cerchia di persone che si innamorano di quel genere di fumetto che rientra nella casistica indipendente (considerando anche che Calia, per altro autore anche di altre storie di graphic-journalism come quella su Porto Marghera è cresciuto alla scuola di Radio Sherwood, una delle primissime radio di movimento italiane), ma anche quello di provare a sfruttare in chiave positiva uno dei principali difetti della società moderna, una società che – ce lo sentiamo ripetere da più parti – si fonda sull’immagine.
Dunque quale miglior soluzione di un giornalismo grafico? Quale miglior soluzione – nell’epoca del monopolio delle immagini – di un tipo di giornalismo d’inchiesta fatto per immagini?
L’ultimo motivo per cui "È primavera - intervista a Antonio Negri" è un motivo prettamente politico: è completamente scaricabile. Cliccando sull’immagine in apertura (o, per chi avesse problemi, cliccando qui: http://www.globalproject.info/public/resources/pdf/Intervista_Antonio_Negri_free1.pdf) vi si aprirà un bel testo di 160 pagine in formato .pdf che potrete comodamente stampare e leggere con calma oppure – se non vi va di consumare carta – potete benissimo leggervelo stando seduti davanti allo schermo del vostro pc, magari in una noiosa giornata estiva in cui la calura eccessiva non vi permette di stare fuori. L'aspetto politico è dato dal fatto che la libera diffusione della conoscenza si pone in contrasto con la società odierna in cui la privatizzazione è entrata a far parte del suo dna. Non so se sia la soluzione, ma tra la società della proprietà privata e quella del "creative commons" io scelgo quest'ultima.
Come vedete non ho speso troppe parole per descrivere l’intervistato. Scelta dettata dal fatto che per chi conosce Toni Negri non c’è alcun bisogno di presentazione alcuna. Per tutti gli altri basta semplicemente scorrere queste 160 pagine…
Detto questo, buona lettura a tutt*
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