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E se i videogiochi entrassero in biblioteca?

Creato il 12 maggio 2015 da Biblioragazzi

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I videogiochi sono sempre più diffusi e a giocare non sono soltanto bambini e ragazzi, ma anche adulti e anziani. Ma cosa accadrebbe se i videogiochi varcassero le porte della biblioteca? Non si tratta di un’utopia. Infatti, ciò avviene da più di 10 anni nella Ann Arbor Library (Michigan), in cui Eli Neiburger, autore del libro Gamers in the library?! The why, what, and how of videogame tournaments for all ages, si occupa ogni mese dell’organizzazione e della gestione dei tornei di gaming. Nel 2004, una sua collega gli propose di organizzare un evento basato sui videogiochi e da quel momento i videogiochi sono presenti in pianta stabile all’interno della struttura.

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Per organizzare un evento di gaming è necessario, in primo luogo, che il bibliotecario abbia quantomeno una conoscenza generale sul mondo videoludico. In ogni caso, è necessario che egli si cimenti con l’attività di gioco in prima persona, in modo tale da essere in grado di comprendere più a fondo il funzionamento dei giochi e di poterli selezionare in modo adeguato per gli utenti della biblioteca. Appare poi fondamentale la presenza di uno spazio ampio e lontano dalle aree silenziose della biblioteca, infatti, il momento del gioco è per sua natura chiassoso e rumoroso: deve restarlo senza però disturbare le attività tradizionali della biblioteca. Le attrezzature per lo svolgimento di un torneo di gaming comprendono console o computer, un videoproiettore, delle casse per il sonoro e premi per i vincitori.

La biblioteca Ann Arbor organizza tornei di gaming con cadenza mensile, durante il weekend: il venerdì sera è dedicato alla fascia dei giovani fino ai 19 anni; il sabato pomeriggio ai preadolescenti; la domenica pomeriggio alla famiglie. In linea di massima, il pubblico che partecipa agli eventi di gaming è prettamente maschile, ma Neiburger si dice soddisfatto poiché non aveva mai avuto modo di osservare una tale affluenza di ragazzi e giovani di queste fasce di età.

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In Italia, nel 2003, Francesco Mazzetta, bibliotecario della biblioteca comunale di Fiorenzuola D’Arda, è stato il primo a introdurre i videogiochi in biblioteca e organizzare eventi di gaming. Mazzetta afferma che attraverso queste attività genitori e insegnanti hanno modo di scoprire una nuova faccia della biblioteca, comprendendo che può essere in grado di rispondere a molteplici esigenze, incluse quelle digitali. In maniera analoga all’esperienza della Ann Arbor Library, anche in questo caso il pubblico degli eventi organizzati nella biblioteca era composto prevalentemente da bambini e ragazzi. Uno degli elementi che ha influenzato negativamente le attività di gaming nella biblioteca di Fiorenzuola D’Arda è stato la mancanza di uno spazio adeguato, fattore che ha poi causato l’interruzione delle attività nel 2011. In ogni caso, la biblioteca dispone di una collezione di videogiochi che supera i 480 titoli.

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Al momento, in Italia, sono presenti diverse strutture che permettono di prendere in prestito i videogiochi o di utilizzarli sul posto: la biblioteca comunale di Arcade (TV); il Multiplo di Cavriago (RE); la biblioteca comunale di Castelvetro Piacentino (PC) che nel 2012 e nel 2013 ha organizzato due notti bianche dedicate ai giochi e ai videogiochi; l’Archivio Videoludico della Fondazione Cinetica di Bologna.

Organizzare eventi di gaming in biblioteca potrebbe sembrare difficile e complesso, tuttavia, i testi in lingua inglese e italiana inerenti al settore possono fornire una vasta gamma di informazioni e consigli utili per i bibliotecari che sono intenzionati a organizzare questo genere di attività. Tra i testi in lingua inglese si riportano il già citato Gamers in the library?! di Eli Neiburger e Game on di Beth Gallaway, invece tra quelli in lingua italiana La biblioteca in gioco: i videogame tra dimensione ludica e ruolo educativo di Francesco Mazzetta e I videogiochi a scuola e in biblioteca di Martina Marsano. Inoltre, la collaborazione tra le varie biblioteche potrebbe rappresentare un valido metodo per affrontare le fasi iniziali inerenti all’organizzazione di tali attività.


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