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E' stata Giulia, di Macrina Mirti (seconda puntata)

Creato il 01 gennaio 2015 da Babetteleggepervoi
Com'è andato il Cenone di Capodanno?
Avete fatto follie?
No? Allora consolatevi con la seconda puntata del racconto di Macrina Mirti.
Sì? Allora festeggiate di nuovo con la seconda puntata del racconto di Macrina Mirti.
E' stata Giulia, di Macrina Mirti (seconda puntata)
Cosa succederà nella stanza di Sara? Il linguaggio e la situazione sono adatti a un pubblico adulto. Lo so che siete "grandi", ma ricordarlo non guasta.
- È la porta accanto - gli dico, ma lui non si muove. Rimane sull'uscio, a contemplare me e il membro di lattice. Alla fine si decide: entra in camera e si chiude la porta alle spalle.- Non lo sapevo, Sara. Non potevo nemmeno immaginarlo - dice avvicinandosi con aria rapace.- Che cosa?- domando cercando di nascondere il membro fasullo. Sono tanto imbarazzata che non esiterei a lanciarmi giù dalla finestra pur di rimediare a questa situazione del cavolo. - Ti ho sempre giudicato una donna fredda- sussurra. È così vicino che sento il suo alito caldo carezzarmi la fronte e i capelli.- È stata Giulia - tento di giustificarmi.- È vero. È stata lei. Ho accettato di accompagnarla solo per farti dispetto. Credevo che tu mi prendessi in giro. Che avessi un uomo. Non sapevo che fossi dedita ai piaceri solitari.- Io, veramente...- Come fai?- domanda.- Che cosa?- È da una vita che mi chiedo come le donne usino questi affari.- Davvero? Ti interessa?- Moltissimo!- sussurra con la voce resa roca dall'eccitazione. Mi si appoggia addosso e io sento sulla coscia la sua erezione.- Cosa vorresti fare?- domando. Ho le gambe che mi tremano e anche la mia voce è diventata roca. Non so da dove mi venga il coraggio di rispondergli a tono.- Io ti vorrei scopare, Sara. È da una vita che desidero leccarti tutta - gorgoglia infilandomi la punta della lingua in un orecchio.Perché non me lo hai mai detto prima, brutto idiota?, penso tra me, mentre un lungo brivido di eccitazione mi percorre dalla cima dei capelli alla punta dei piedi. Volto il viso dalla sua parte e mi ritrovo labbra contro labbra. Lui inumidisce le mie con la lingua, poi penetra nella fessura tra i denti ed entra in bocca a esplorarmi il palato. La mia lingua si fa incontro alla sua e si lascia accarezzare. Mentre mi bacia, Guido mi spinge sul letto e mi si incolla addosso. Mi infila la mano sotto l'orlo della gonna e inizia a massaggiarmi le cosce. Sono scossa da un tremito di passione. Alla faccia di Giulia e del suo membro di lattice! E dire che indosso casti slip di cotone! Non avrei mai pensato che questa potesse essere l'occasione adatta per i miei tanga da competizione. Ci stacchiamo ansanti e rimaniamo in silenzio, occhi negli occhi. Mi piace il modo in cui mi contempla, come se volesse esplorare ogni centimetro della mia pelle.- Cosa vuoi fare?- domando ancora. - Stare con te - risponde. Si slaccia i pantaloni e se li tira giù con un movimento rapido. Oh mamma! Non credevo che fosse così dotato! Sono in deliquio. Purtroppo, però il destino mi è ancora avverso. - Insomma, Guido! Lo hai trovato, il bagno?- strilla Giulia dalla sala da pranzo. Poi sento il rumore pesante dei tacchi che sbattono sul pavimento del corridoio.- Guido! - grida ancora bussando sulla porta del gabinetto. Stretti l'uno all'altro, incapaci persino di respirare, io e lui restiamo immobili, in attesa della catastrofe prossima ventura.- Sara, sai dov'è Guido? - domanda mentre apre la porta, senza neppure preoccuparsi di bussare.Ci ha visti.Non faccio nemmeno in tempo a rispondere, che un urlo disumano scuote la casa. - Puttana!- strilla con tutto il fiato che ha in gola.Odo il tramestio che, poco alla volta, inizia ad agitare il parentado riunito nella tavolata di Natale.- Puttana! Puttana! Puttana! - riecheggia ancora l'ululato, sordo e terribile come il suono di una campana a martello. Il rumore di passi affrettati si avvicina, accompagnato da sussurri soffocati . Guido cerca di alzarsi in piedi, ma nella fretta inciampa nei pantaloni abbassati fino alle caviglie.Io, invece, mi nascondo coprendomi la testa con il piumone.Sento la voce di mia madre chiedere cosa è stato. Poi gli strilli concitati di Giulia e della zia Lavinia. All'improvviso, Guido solleva la coperta:- Io scappo, Sara - mi dice. - Ti chiamo più tardi.Riabbassa il coltrone e io mi riaccuccio sotto le coperte, aspettando che la tempesta si plachi.Sento qualcuno (Giulia, chi altri?) avventarsi sul mio letto al grido di: - Sei una stronza! - mentre mia madre tenta di trattenerla. Esco dal mio riparo, agguanto il fallo di lattice e glielo scaglio contro.- Riprenditelo! - urlo. - A me non serve! Ne ho uno vero!Nel parapiglia che segue, mia madre mi chiude a chiave nella camera, mentre trascina via Giulia, zia Lavinia e il resto della truppa. Sento la sua voce calma e autorevole levarsi sopra quelle isteriche delle altre. Poi rumore di passi e la porta di casa che sbatte. Silenzio di tomba. Se ne sono andati via tutti.Alla fine, la chiave ruota nella serratura della camera e mia madre compare nell'intelaiatura della porta. Ha il membro di lattice tra le mani, ma lo tiene lontano dal corpo, come se potesse mordere: - E questo?- domanda severa.- Era il regalo di Giulia.- Che stronza! - sbotta. Poi mi guarda: - Si può sapere che cavolo hai combinato? Tua cugina era sconvolta e zia Lavinia mi ha giurato che non trascorrerà mai più un Natale insieme a noi. - Mi dispiace, mamma!- l'abbraccio. Ma non è affatto vero. Non ho nessun rimorso nei confronti di Giulia e zia Lavinia. - Non ti senti un po’ in colpa? – domanda mamma, quasi mi leggesse nella mente.- Da morire.- Già. Come il gatto che ha mangiato il topo – ridacchia. Poi guarda il fallo di lattice e me lo tende. - Buttalo via – ordina. – Non voglio questa robaccia nella mia casa. Ma come lo festeggiate il Natale, voi ragazze?

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