Magazine

E' una vita che ti aspetto

Creato il 03 novembre 2012 da Luluovertherainbow @rainbowlulu_
E' UNA VITA CHE TI ASPETTOOggi voglio parlarvi del secondo libro di Fabio Volo : "E' una vita che ti aspetto", edito Mondadori , 2004. Come promesso dedicherò a quest'autore un post a settimana, per ognuno dei suoi libri fin'ora pubblicati.
Questo suo secondo lavoro è come un secondo capitolo di un'opera più grande, che racchiude tutti i suoi testi. E', infatti,  una delle caratteristiche di Volo, quella di creare quasi sempre una congiunzione tra il nuovo libro con quello precedente. Cambiano i nomi dei personaggi, ma è come se seguisse i processi di crescita sotto un punto di vista, a parer mio molto autobiografico, dello stesso individuo. Infatti in ogni suo testo scrive di fasi diverse della vita, cronologicamente l'una il continuo dell'altra,dal primo al ultimo.
In "E' una vita che ti aspetto", racconta di Francesco, un trentenne come molti, che scontento un po' dalla vita, fa un lavoro che non gli piace e si trova spesso in contraddizione con se stesso e con i suoi mille dubbi. E' un paradosso vivente, infatti è legatissimo al padre con cui però non riesce mai a raggiungere la confidenza e l'affettuosità che desidera. Vorrebbe smettere di fumare, ma continua a farsi le canne. Vorrebbe innamorarsi, ma continua a fare il marpione in giro, saltando da una donna all'altra. Vorrebbe bastarsi da solo, ma invece non fa altro che aver paura del giudizio altrui e cerca approvazione per non essere escluso. In tutto ciò però rimane fermo, nel suo baratro di confusione, rimanendo sempre più scontento di se stesso.
Arriva a toccare il fondo, ma da lì riesce a risalire pian piano e in questo gioca un ruolo fondamentale l'incontro con una donna, nè perfetta, nè eccezionale, ma una donna come tante, che riesce ad entrare nel suo mondo e nel suo cuore, nel momento in cui Francesco capisce che la verità sull'amore è tutta nel lasciarsi andare ai sentimenti, senza aver più paura di amare o non sentirsi in grado di saperlo fare.

"Alla fine ho pianto. Era tanto che non lo facevo. Anche se mi impegnavo e mi sforzavo, non ci riuscivo. Le lacrime non conoscevano da troppo tempo la forma delle mie guance, la linea del mio viso, la luce del di fuori. Silenziose per natura, arrivate agli occhi cadevano all'indietro giù fino in fondo al cuore che sempre più faticava a galleggiare"


BUONA LETTURALULU'

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :