Di Gabriella Maddaloni. Dopo l’allarme lanciato negli ultimi giorni dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sul rischio di contagio Ebola, alcuni paesi sudamericani hanno deciso di rafforzare le misure preventive.
Si tratta nello specifico delle 2 principali nazioni del “Cono sud”, Brasile e Argentina, che hanno informato sull’adozione di protocolli di sicurezza volti a scoprire e curare in tempo eventuali casi di contagio del virus. I governi dei 2 Paesi hanno stabilito di rafforzare i controlli sanitari nei loro porti e aeroporti.
Intanto, in Guinea continua la lotta contro l’infezione, che da quelle parti è dilagante: gli ultimi dati parlano di 495 casi infetti in totale, con 367 morti. Ne informa il Ministero della Salute locale. 94 soni i pazienti dimessi dai vari ospedali della regione, mentre altre 19 sono ancora ricoverati. È la città meridionale di Gueckedou quella maggiormente afflitta dal contagio, con altri 9 casi registrati nell’ultima settimana. A Conarky, la capitale, si è avuta notizia di altri 7 casi infetti, mentre nelle regioni interne colpite dall’Ebola, per ora non si hanno novità circa ulteriori contagi.
Buone notizie arrivano dagli Stati Uniti: Kent Brantly, il medico contagiato e trattato col siero sperimentale ZMapp, migliora “di giorno in giorno”. Lo riporta lui stesso in una lettera pubblicata sul sito dell’associazione per cui lavora, la Samaritan’s Purse: “Divento più forte ogni giorno e ringrazio Dio per la sua misericordia, perché ho combattuto questa terribile malattia. Sono stato testimone dell’orrore”.