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Ebola: caso sospetto a Roma

Creato il 09 ottobre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Roma piomba nel terrore.
Da cinque giorni all’Istituto Spallanzani di Roma è ricoverato un medico italiano, entrato in contatto con un collega affetto dal virus Ebola che attualmente sta combattendo in Germania contro la malattia.
Il medico italiano, da quanto riporta Il Messaggero, sarebbe entrato in contatto col virus durante una festa con altri operatori sanitari il 28 settembre scorso in Sierra Leone, una delle zone maggiormente falcidiate dal virus letale.
Tra gli operatori sanitari presenti alla festa, vi era anche un medico ugandese di Emergency, specializzato in Pediatria, che è in seguito risultato positivo ai test sull’Ebola.

Il medico italiano, attualmente sotto osservazione, è un ortopedico marchigiano di 53 anni.
Sebbene non si parli ancora di effettivo contagio, restano ugualmente vivi i sospetti derivati dal contatto col virus Ebola. I primi controlli effettuati sul paziente, lasciano vive le speranze. Per adesso non si sono verificati i sintomi discriminanti del virus.
Dai primi test e dai risultati finora in possesso, il medico italiano è risultato negativo. Tuttavia, al fine di scongiurare definitivamente il contagio di Ebola, è doveroso attendere una settimana ancora.
Al momento dell’atterraggio all’aeroporto romano di Fiumicino, l’uomo è stato prontamente isolato, e pertanto è assolutamente impossibile che abbia contagiato altre persone sul territorio italiano. La capitale, tuttavia, è da giorni col fiato sospeso. Dopo le ultime notizie pervenute, il virus Ebola non avrebbe risparmiato nessun continente. Tra casi sospetti e casi conclamati, la malattia ha fatto il giro del mondo: dagli Usa alla Spagna all’Australia. Ad oggi i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della Sanità riferiscono  3.879 decessi.
In Italia si parla già di psicosi. Il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, fa sapere delle numerose telefonate che ogni giorno l’istituto riceve da altre strutture sanitarie per il timore dell’Ebola.


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