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Ebola: i media colpevoli di discriminazione

Creato il 05 novembre 2014 da Cafeafrica @cafeafrica_blog
“Io sono una donna nera arrabbiata” sono le parole che Isha Sesay, giornalista di CNN International, ha usato riferendosi al modo di affrontare il tema Ebola da parte dei media.
“Ci si concentra solo sui pochi casi negli Stati Uniti e in Europa, contribuendo all’ignoranza sulla malattia e non considerando affatto l’umanità africana.”
“Ero in aeroporto un paio di settimane fa in attesa dell’autista. Ero lì al nastro trasportatore. Lui arriva e mi dice ‘Di dove sei?’ E io ho detto, ‘sono della Sierra Leone’. Lui fa un passo indietro allontanandosi da me.”
“È stato allora che ho pensato che il lavoro fatto dai media è pessimo. Se la gente pensa che solo perché io sono della Sierra Leone, esclusivamente con la mia presenza, indipendentemente dal fatto che sia effettivamente andata in Sierra Leone, sono in qualche modo intrinsecamente una portatrice di Ebola.”
“Vedo negli Stati Uniti una mancanza assoluta di informazione e anche una mancanza di empatia per quello che stiamo vivendo in questo momento nel continente africano.
“L’attenzione dei media sull’Ebola è concentrata solo sulla paura che l’emisfero occidentale possa essere infettato. Non si parla dell’Africa e soprattutto delle persone. Di come questa malattia stia distruggendo la dignità e la vita di intere comunità.”
Sesay ha creato Ebola Deeply (EbolaDeeply.org), un progetto di media indipendenti per condividere notizie ed informazioni necessarie per fermare la diffusione del virus Ebola.
“Con Ebola Deeply voglio far emergere le voci del nostro popolo che sta soffrendo, soprattutto di quelli che non sono affetti dalla malattia direttamente, ma che vengono comunque colpiti dalle conseguenze.”

Fonte: Face2faceafrica.com


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