Magazine Cultura

Ecco Alcuni Alimenti Che Vanno Acquistati Bio

Creato il 19 maggio 2015 da Paolopol

Alcuni alimenti, più di altri, necessitano di essere acquistati biologici, perché la loro versione ‘classica’ assorbe un numero elevato di pesticidi. Ecco una lista che ne comprende alcuni.

frutta-verdura-bio

Una premessa è d’obbligo: scegliere frutta, verdura, legumi, cereali e loro derivati provenienti da agricoltura biologica significa avere la certezza che per la loro produzione non siano stati utilizzati fertilizzanti, diserbanti o altre sostanze chimiche potenzialmente tossiche. Un discorso analogo vale per carne, uova, latte e derivati. La loro provenienza biologica garantisce che agli animali da allevamento non siano stati somministrati antibiotici o ormoni promotori della crescita o peggio che siano stati allevati con farine animali.

1) Soia e derivati

La Soia è di gran moda negli ultimi anni e forse se ne fa un uso troppo esagerato. Bisogna considerare che il 70 per cento della soia coltivata nel mondo è ogm. E’ l’ingrediente transgenico che è più facile trovarsi nel piatto. In uno studio pilota statunitense, il pesticida glifosato, il cui utilizzo è abbinato a quello della soia ogm, è stato riscontrato in alte concentrazioni nel latte materno e nelle urine delle persone che mangiano cibi transgenici, dimostrando che l’erbicida si accumula nel corpo umano. Il biologico vieta l’utilizzo di organismi geneticamente modificati in tutta la filiera, dal campo al punto vendita e rimane l’unico modo per consumare soia e derivati con la sicurezza di non assumere ogm.

2) Latte e latticini

Secondo uno studio rilanciato dal New York Times afferma che “il latte biologico diminuisce senza dubbio il fattore di rischio per le malattie cardiovascolari”. I ricercatori del Washington State University’s Center for Sustaining Agriculture and Natural Resources hanno analizzato 384 campioni di latte intero bio e convenzionale prodotto nella stessa zona per ben diciotto mesi. Ne è risultato che il primo contiene il 62 per cento in più di acidi grassi omega 3 amici del cuore e il 25 per cento in meno di omega 6.

La quantità delle due tipologie di grassi e il rapporto tra loro è vantaggioso per la salute: si attesta infatti su 2,28, valore molto vicino a quello considerato ideale dai nutrizionisti (2,3), mentre quello del latte convenzionale è di 5,77. Lo studio, in gran parte finanziato dalla più grande associazione di produttori del biologico americana, è stato divulgato come prova che gli standard di allevamento bio, con le mucche che pascolano all’aperto finché la stagione lo consente, tenute in condizioni poco affollate, alimentate con foraggi privi di pesticidi e ogm, cresciuti senza farmaci e con sistemi di gestione del letame che evitano la contaminazione del suolo, dell’acqua e delle colture, “premiano” i consumatori con un profilo di grassi più sano per il cuore. Il latte bio non può contenere metaboliti di farmaci, ormoni, contaminanti chimici né tracce di pesticidi.

Consigli analoghi valgono per coloro che consumano latte e latticini, compresi yogurt e formaggi. Dato il trattamento riservato agli animali all’interno degli allevamenti intensivi, con somministrazione di antibiotici e medicinali e di mangimi industriali, è lecito dubitare della qualità dei prodotti caseari ottenuti dalla lavorazione di latte che potrebbe contenere tracce di pesticidi, ormoni ed altre sostanze chimiche non propriamente benefiche. Per quanto riguarda le tracce di pesticidi e sostanze tossiche, esse dovrebbero essere minori in latte e latticini ottenuti a partire da animali allevati a foraggio ed ai quali non siano state somministrate sostanze medicinali di alcun tipo.

3) Prodotti da forno e snack

Ci riferiamo a crackers, biscotti, merendine, gallette, fette biscottate ed altri prodotti da forno consumati abitualmente a merenda o a colazione, che non si ha il tempo di preparare in casa scegliendo ingredienti biologici. La regola vale anche per altri alimenti consumati quotidianamente, come pasta o riso. In qualsiasi prodotto confezionato che non sia certificato come biologico è possibile che siano presenti tracce, seppur minime, di pesticidi, che potrebbero però accumularsi a poco a poco nell’organismo, rappresentando non di certo un toccasana per la salute. Se possibile, cercate sempre di optare per snack salutari e per prodotti di qualità.

Per non parlare dell’utilizzo dell’olio di palma e della margarina praticamente in tutti i prodotti industriali come biscotti e merendine.

4) Alimenti per bambini

Omogeneizzati, pastina, yogurt, formaggini, succhi di frutta ed ogni altro alimento da destinare all’alimentazione dei più piccoli andrebbe scelto preferibilmente di provenienza biologica, in modo da preservare il delicato apparato digerente dei bambini da un precoce accumulo di tossine e di sostanze dannose, come le tracce di pesticidi che purtroppo permangono su frutta e verdura,ma anche in cereali, farine e prodotti caseari non biologici. Gli omogeneizzati possono essere sostituiti da pappe naturali preparate in casa che il pediatra saprà di certo consigliarvi.

Negli anni scorsi, ci fu una polemica tra due grandi aziende italiane che producono pasta e alimenti anche per bambini. L’una accusava l’altra di avere un elevato indice di pesticidi nelle pastine per bambini. Per tutta risposta, l’altra grande azienda produttrice di pasta, rispose che i suoi livelli di pesticidi erano nella norma perche’ la sua pasta per bambini aveva la dicitura ‘Da consumare sopra i tre anni’. In rete si trovano facilmente informazioni al riguardo.

5) Carne

Chi desidera consumare carne, dovrebbe fare riferimento a prodotti di provenienza biologica certificata, ottenuta da animali a cui non siano stati somministrati ormoni o medicinali e che abbiano seguito la loro alimentazione naturale.

6) Mele

Da alcuni anni le mele si piazzano tristemente in cima alla classifica degli alimenti più trattati con pesticidi e con più residui chimici sulla buccia. Ne sono stati rilevati fino a 40 diversi; gli antiparassitari sono stati riscontrati anche nel succo di mela non biologico. Uno studio svizzero pubblicato negli atti del 25° International Horticultural Congress ha riscontrate nelle mele bio un maggior contenuto di potassio (+31%) e di fenoli (+19%, perlopiù flavonoidi). In tutti i campioni, inoltre, la polpa era più salda e saporita.

7) Cereali integrali

Sulla parte esterna del chicco si concentrano i residui di pesticidi e di sostanze nocive che possono rimanere sui cereali coltivati e conservati con metodologie convenzionali, ovvero con sostanze chimiche. Ecco perché è sempre consigliabile sceglierli da agricoltura biologica. Lo studio in laboratorio condotto dall’Inran dal titolo “Valutazione di possibili rischi connessi alla presenza di eventuali contaminazioni in produzioni convenzionali e biologiche attraverso degli indicatori precoci e sensibili” ha rilevato che le farine biologiche non contengono molecole in grado di danneggiare la risposta immunitaria, contrariamente alle farine provenienti dalle pratiche convenzionali”.

8) Uova

Gli antiparassitari utilizzati nei mangimi degli allevamenti industriali possono passare, anche se in minima parte, nelle uova, così come i medicinali somministrati ai polli per evitare il contagio di malattie tra gli animali ammassati nelle gabbie. Il metodo biologico (codice 0 nell’etichetta delle uova) mette al riparo il consumatore da queste possibilità: le galline degli allevamenti bio vivono a terra, possono razzolare liberamente, hanno uno spazio adeguato per muoversi, non sono imbottite di antibiotici e i loro mangimi sono sani e privi di ogm.

Inoltre, il tuorlo dell’uovo bio non è colorato artificialmente.

9) Arance e limoni

Lo studio del’Inran “Arance di produzione biologica e convenzionale: indagine sul contenuto in carotenoidi e folati” ha rilevato che luteina e zeaxantina (che hanno attività antiossidante) presentano valori più alti nella produzione biologica. Le arance bio, inoltre, contengono molta più vitamina C di quelle che non lo sono, fino al 30 per cento in più. Lo rivela un rapporto divulgato al Great Lakes Regional meeting dell’American Chemical Society. Nonostante le arance bio siano mediamente più piccole di quelle convenzionali, spiegano i ricercatori, contengono comunque molta più vitamina C. L’ipotesi è “che i coltivatori non bio usino fertilizzanti azotati che causano una maggiore assimilazione di acqua, che potrebbe ‘diluire’ i contenuti vitaminici del frutto”. In cucina, le arance ma soprattutto i limoni vengono spesso utilizzati con la buccia. Se bio, non presentano rischio di contaminazione da pesticidi, altrimenti la buccia di questi agrumi non è commestibile poichè trattata.

10) Verdure a foglia verde

Insalate, come la lattuga, ed altre verdure a foglia verde, come gli spinaci o la bieta sono tra le colture a cui l’agricoltura intensiva dedica il maggior impiego di pesticidi, al fine di sconfiggere gli attacchi da parte di insetti e parassiti. La soluzione è fare in modo di scegliere insalate e verdure a foglia verde biologiche, oppure coltivarle nel proprio orto senza l’ausilio di prodotti chimici, oppure ancora rivolgersi ad un gruppo di acquisto solidale (gas) di quartiere.

11) Peperoni e Pomodori

I peperoni sono tra gli ortaggi maggiormente a rischio di subire attacchi da parte di insetti e parassiti. I pesticidi impiegati nella loro coltivazione vengono facilmente assorbiti dalla loro buccia, che noi purtroppo consumiamo abitualmente nella preparazione di diversi piatti a base di tali ingredienti. Per lo stesso motivo sarebbe bene fare attenzione anche alla scelta dei pomodori che non consumeremo pelati. I pesticidi purtroppo possono facilmente oltrepassare le sottili bucce di peperoni e pomodori, dando dunque adito alla necessità di preferirli se provenienti da agricoltura biologica, dato che compiere un loro lavaggio accurato potrebbe non essere sufficiente a proteggerci da eventuali tossine.

Inoltre, gran parte dei pomodori non bio provengono da colture ogm, compresi i pomodorini ciliegino. I pomodorino pachino vengono coltivati usando sementi dell’azienda biotech israeliana, Hazera Genetics, come spiegò anni fa l’allora ministro Galan al Corriere del Sera.

12) Uva

Le analisi dicono che su scala mondiale il livello di contaminazione da pesticidi sull’uva si attesti intorno al 70 per cento, con una trentina di prodotti chimici diversi.  Scegliere uva biologica non serve solo a dribblare la chimica da un frutto che, tra l’altro, non si sbuccia: una ricerca pubblicata dal “British Journal of Cancer” spiega che il resveratrolo, sostanza anticancro che si trova naturalmente nel vino rosso e negli acini d’uva, viene prodotto dalle viti come autodifesa: è un fungicida naturale.

I ricercatori hanno scoperto che il resveratrolo si trova in più alte concentrazioni nelle piante non trattate con fungicidi artificali e pesticidi. Cioè in quelle provenienti dall’agricoltura organica.

13) Caffè

Secondo uno studio condotto dagli esperti dell’Università del Texas, la coltivazione di caffè sta minacciando l’ambiente perché, a differenza di come si faceva in passato quando il caffè cresceva solo nelle zone ombrose, le moderne aziende agricole coltivano in pieno sole. Dal 1996 ad oggi il numero di aziende che ha scelto di coltivare il caffè all’ombra è sceso del 20 per cento. L’esposizione delle piante al sole serve a incrementare i raccolti, ma per praticarla gli agricoltori disboscano i terreni, per sfruttare meglio la luce. L’abbattimento degli alberi ha provocato un calo della presenza di pipistrelli e di altri predatori naturali di insetti, il che ha portato all’aumento dell’impiego di pesticidi sulle coltivazioni per debellare gli attacchi dei parassiti. Commercio equo e solidale e biologico generalmente prediligono le coltivazioni in zone ombrose, a minor impatto ambientale.

I chicchi di caffè utilizzati per dare origine ad una delle bevande più consumate nel nostro Paese in ogni parte della giornata provengono probabilmente da piantagioni situate in Paesi esteri nei quali non sempre si tiene conto delle regolamentazioni relative all’impiego di pesticidi, qualora esse siano presenti. Le piante di caffè ed i chicchi che vengono raccolti da esse si ritrovano ad assorbire quantità spropositate di sostanze chimiche, a meno che non provengano da coltivazioni che hanno aderito ai metodi dell’agricoltura biologica. La scelta ideale dovrebbe ricadere su caffè biologico e fair-trade, che possa garantire la salubrità della bevanda e il corretto trattamento dei lavoratori adibiti alla raccolta dei chicchi ed alle successive fasi di produzione.

14) Pesche, Fragole e Ciliegie

Secondo l’Environment Working Group statunitense, le pesche sono tra i frutti che riescono a trattenere la maggiore concentrazione di pesticidi. Non basterebbe dunque lavarle accuratamente e pelarle per mettersi al riparo da essi. Eliminare la buccia significa inoltre privarsi della parte del frutto che contiene la più elevata concentrazione di nutrienti benefici. Anche in questo caso, si consiglia dunque di preferire frutti di provenienza biologica o dichiaratamente non trattati tramite pesticidi, nel caso si conoscano personalmente i produttori. Tale preferenza dovrebbe essere estesa in particolare anche a fragole e ciliegie.

15) Patate

Le patate sono probabilmente il tubero che, secondo i dettami dell’agricoltura convenzionale ed intensiva, richiede una maggiore lotta nei confronti di tutti quei microrganismi che potrebbero metterne a repentaglio la possibilità di raccolta. Tra di essi, a spaventare maggiormente gli agricoltori, vi sono i funghi. Ecco dunque spiegato l’ ampio ricorso dei coltivatori ai fungicidi. Meglio spendere un po’di più e scegliere patate biologiche, sicure e prive di residui chimici di qualsiasi tipo.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :