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Ecco come beve il micio

Da Stukhtra

Finalmente spiegata l’impeccabile tecnica dei felini

di Anna D’Errico

L’eleganza si vede dai dettagli. E i gatti, che di classe se ne intendono, anche nel bere hanno uno stile invidiabile. Il loro segreto? La fisica.

Il biofisico Roman Stocker, del Massachusetts Institute of Technology (MIT), ha pubblicato su “Science” un articolo meritevole addirittura della copertina, in collaborazione con Pedro Reis, sempre del MIT, Sunghwan Jung, del Virginia Tech, e Jeffrey Aristoff, dell’Università di Princeton, uno studio in cui descrive il metodo usato dai gatti per bere.

Tutto ha avuto inizio una mattina a colazione, mentre il biofisico osservava il suo gatto Cutta Cutta lappare dalla ciotola. Essendo interessato allo studio della fluidodinamica, ha rivolto la propria attenzione verso il modo di bere “pulito” del suo amico peloso. Effettivamente in questo i gatti non hanno eguali e la cosa è subito verificabile. Munitevi di un cane e di un gatto, teneteli separati (altrimenti si distrarranno) e date loro una ciotola di acqua o di latte. Vedrete che il cane ci tufferà il muso e inizierà a bere il liquido schizzando in giro a suon di “Ciac! Ciuc! Slurp!” e altre varie sonorità, nel caso in cui non fosse ben chiaro ai presenti che sta bevendo. Il gatto invece si avvicinerà lesto alla ciotola, annuserà un attimo la superficie del liquido e poi delicatamente inizierà a lappare: non una goccia in giro (ché bagnarsi fa brutto), non un rumore.

Ecco come beve il micio

Cutta Cutta alle prese con la ciotola del latte. (Cortesia: P.Reis/M. Pilotto/R. Stocker)

Ed è solo questione di lingua. I cani, come molti altri animali, per bere la piegano a cucchiaio e in questo modo portano il liquido alla bocca. I gatti (e questo già si sapeva) piegano la punta della lingua all’ingiù e così sfiorano appena la superficie. Ciò che non si capiva era come poi il liquido venisse ingerito. Per venire a capo della faccenda, Stocker e i suoi colleghi hanno anzitutto filmato Cutta Cutta e altri gatti mentre bevevano e poi hanno analizzato i filmati al rallentatore. Il secondo passo è stato creare un modello matematico e un sistema robotizzato che riproducessero i movimenti della lingua del gatto. Così gli scienziati hanno scoperto che, sfiorando appena la superficie del liquido con la punta della lingua e poi ritraendola subito, si crea una colonna di liquido. In questo modo, sfruttando l’inerzia del moto, si arriva a un punto di equilibrio. Il gatto riesce istintivamente a cogliere questo momento e a succhiare il liquido prima che ricada. Il tutto con un ritmo di circa 4 lappate al secondo. Quando si dice l’arguzia felina.

Gli scienziati si sono poi chiesti se la stessa tecnica venga usata anche dai cugini più grandi, cioè le tigri e i leoni. E per appurarlo sono andati presso lo zoo del New England a filmare anche questi animali. Il risultato è stato lo stesso. Insomma, la tecnica tra i felini è ben collaudata. Inoltre, come spiega il neurobiologo Hillel Chiel, della Case Western Reserve University a Cleveland, negli Stati Uniti, che lavora alla progettazione di robot in grado di mimare il comportamento animale, questa è proprio una di quelle tecniche da “rubare” per nuove implementazioni tecnologiche. Sicché ormai Cutta Cutta è una piccola star e lo studio potrebbe avere interessanti applicazioni nella robotica.

Ammettetelo: state già puntando il vostro gatto con ciotola e videocamera.


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