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Echi #12 | Quattro Notti di un Sognatore

Creato il 26 dicembre 2013 da Frankviso
Echi #12 | Quattro Notti di un SognatoreRobert Bresson
Francia, 1971

Molto probabilmente il film più sognante di Bresson; distante da quel realismo, spesso crudele, a cui l'autore ci ha abituati. E senza dubbio tra i suoi lavori più minimalisti dove i corpi, inamovibili, plasticizzati come figure scultoree in un affresco di affinità dumontiane, possono veramente rapportarsi a quelle macchie di nero dipinto sospese in un vuoto etereo. Fotografie, che il pittore avanguardista espone allo sguardo trasognato di Jacques, l'artista romantico, eternamente innamorato del sogno; quello sugli amori mai concretizzati, ma riformulati periodicamente attraverso i suoi pensieri, la sua voce, i suoi dipinti...
L'astrattista
"Io sono per una pittura evoluta, in linea con il proprio tempo. Non m'interessano le esplosioni al contatto con la natura, ma più semplicemente, l'incontro del pittore con un'idea. L'importante non è l'oggetto da dipingere, ne il pittore, ma il gesto; il gesto che smaterializza l'oggetto e che restando sospeso in uno spazio lo delimita, e quindi lo rappresenta. Non l'oggetto e il pittore in senso reale dunque, ma l'oggetto e il pittore in astratto. E' la loro concreta astrattezza che crea l'opera, un'opera così sensitivamente strutturata da creare un insieme assolutamente definito. Guarda queste macchie: più sono piccole e più grande è il mondo che definiscono suggerendolo. Quello che conta non sono le macchie, ma tutto ciò che non si vede, è ovvio. Naturalmente questo obbliga noi pittori a sovvertire completamente la problematica dell'arte alla base, attualizzando a dovere il processo della sua ristrutturazione funzionale."
Echi #12 | Quattro Notti di un Sognatore
Il sognatore
"Noi passeggiamo sempre nel parco mano nella mano, sperando e sperando. Il castello è triste, lei vi passa metà dell'anno con il suo vecchio marito taciturno, annoiato, che fa paura, ma il nostro amore è puro, innocente. La ritrovo a Venezia; non è forse lei in quel palazzo pieno di luci e di musica? Si, e balla... Lei mi vede da lontano, mi viene incontro. E' una notte chiara, meravigliosa, come non c'è ne che una nella vita. Jacques, Jacques, è tutto dimenticato: separazione, dispiacere, lacrime. Jacques, perdonami se ho sbagliato; ero cieca, ho fatto del male a tutti e due. Per te ho sofferto la morte, però è te che amo. Sono stupefatto, esaltato. Marta, quale forza fa brillare così i tuoi occhi e illumina il tuo viso dolcissimo? Grazie per il tuo amore, che tu sia benedetta per la felicità che mi dai"...
Ed è così, che nuovamente confinato nel suo appartamento, lontano dal Pont Neuf di Parigi dove le imbarcazioni navigano tra musica e luci, l'artista romantico, pennelli alla mano, torna ad immergersi fra i colori dei suoi quadri; torna a ridipingersi, in quella sua vita da sognatore.
Echi #12 | Quattro Notti di un Sognatore

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