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Ecologia fascista (5): Sangue e Suolo come dottrina ufficiale

Creato il 20 febbraio 2013 da Davide

“L’unità di sangue e suolo deve essere restaurata”, proclamava Richard Walther Darré nel 1930. Questa frase famigerata denotava una connessione quasi mistica tra “sangue” (la razza del Volk) e “suolo” (la terra e l’ambiente naturale) specifici ai popoli germanici e assente, per esempio, tra i celti e gli slavi. Per gli entusiasti del Blut und Boden (Sangue e Suolo), gli ebrei erano della gente particolarmente sradicata e vagabonda, incapace di qualsiasi vera relazione con la terra. Il sangue tedesco, in altre parole, dava vita a una pretesa esclusiva al sacro suolo tedesco. Mentre il termine “sangue e suolo” aveva circolato nei circolo völkisch almeno fin dall’epoca gugliemina, fu Darré che per primo la divulgò come slogan e poi la sacralizzò come principio guida del pensiero nazista. Riandando con il pensiero a Arndt e Riehl, egli sognava una completa ruralizzazione della Germania e dell’Europa, radicata su un contadiname proprietario revitalizzato, allo scopo di assicurare salute razziale e sostenibilità ecologia.
Darré era uno dei principali “teorici della razza” del partito e fu anche fondamentale nel galvanizzare l’appoggio contadino ai nazisti durante il periodo critico dei primi anni Trenta. Dal 1933 al 1942 egli tenne il posto di Leader dei Contadini del Reich e Ministro dell’Agricoltura. Questo non era un feudo minore; il ministero dell’agricoltura aveva il quarto budget in ordine di grandezza tra tutta la miriade di ministeri nazisti fin molto addentro alla guerra (38). Da questa posizione Darré fu in grado di prestare un appoggio vitale alle varie iniziative orientate ecologicamente. Giocò un ruolo essenziale nell’unificare le nebulose tendenze proto-ambientaliste nel nazionalsocialismo:

«Fu Darré che diede ai mal definiti sentimenti anti-civiltà, antiliberali, anti modernisti e anti-urbani dell’élite nazista un fondamento nella mistica agraria. E sembra che Darré avesse un’influenza immensa sull’ideologia del nazionalsocialismo, come se fosse in grado di articolare in modo significativamente più chiaro di prima il sistema di valori di una società agraria contenuto nell’ideologia nazista e – soprattutto – legittimare questo modello agrario e dare alla politica nazista uno scopo che era chiaramente orientato verso una ri-agriarizzazione di grande portata» (39).

Questo scopo non era solo squisitamente consono con l’espansione imperialista in nome del Lebensraum (spazio vitale), era in effetti una delle sue prime giustificazioni, anzi motivazioni. In un linguaggio pieno delle metafore biologizzanti dell’organicismo, Darré dichiarava: «Il concetto di Sangue e Suolo ci dà il diritto morale di riprenderci tanta terra nell’Est quanta è necessaria per stabilire un’armonia tra il corpo del nostro Volk e lo spazio geopolitico» (40).
Oltre a fornire il camuffamento verde alla colonizzazione dell’Europa orientale, Darré lavorò all’istituzione di principi sensibili ecologicamente come vera base della politica agricola del Terzo Reich. Anche nelle sue fasi più produttivistiche, questi precetti restarono emblematici della dottrina nazista. Quando la “Battaglia per la Produzione” (uno schema per incentivare la produttività nel settore agricolo) fu proclamata al secondo Congresso dei Contadini del Reich nel 1934, proprio il primo punto del programma diceva “Tieni il suolo sano!” Ma la più importante innovazione di Darré fu l’introduzione su larga scala di metodi di agricoltura biologica, significativamente etichettati agricoltura secondo le leggi della vita. Il termine mette ancora una volta in rilievo l’ideologia dell’ordine naturale che sta alla base di molto pensiero ecologico reazionario. La spinta per queste misure senza precedenti venne dall’antroposofia di Rudolf Steiner e le sue tecniche di coltivazione biodinamica.
La campagna per istituzionalizzare l’agricoltura biologica comprese decine di migliaia di piccole proprietà e di grandi possedimenti in tutta la Germania. Incontrò considerevole resistenza da parte di altri membri della gerarchia nazista, soprattutto Backe e Göring. Ma Darré, con l’aiuto di Hess e altri, fu in grado di sostenere questa politica fino alle sue dimissioni forzate nel 1942 (un evento che aveva poco a che fare con le sue inclinazioni ambientaliste). E questi sforzi in nessun modo rappresentarono semplicemente le predilezioni personali di Darré; come fa vedere la storia standard della Germania agricola, Hitler e Himmler “avevano assoluta simpatia per queste idee” (42). Ancora, fu a causa soprattutto dell’influenza di Darré nell’apparato nazista che fornì, in pratica, un livello di sostegno governativo a sistemi di coltivazione ecologicamente solidi e a una programmazione dell’uso della terra ineguagliati da nessun stato né prima né dopo.
Per queste ragioni Darré è stato talvolta considerato un precursore del movimento verde contemporaneo. La sua biografa, infatti, una volta fece riferimento al lui come a “padre dei verdi” (43). Il suo libro “Sangue e Suolo”, senza dubbio la miglior fonte singola su Darré in inglese o in tedesco, sminuisce in modo notevole gli elementi virulentemente fascisti del suo pensiero, ritraendolo invece come un radicale agrario malguidato. Questo grave errore di giudizio indica la spinta potentemente disorientante di una “aura” ecologica. Gli scritti di Darré pubblicati da soli, che datano ai primi anni venti, sono sufficienti per condannarlo come razzista rabbioso e ideologo sciovinista particolarmente prono a un antisemitismo odioso e volgare (parlava degli ebrei, in modo rivelatore, come di “erbacce”). La sua permanenza decennale come leale servitore e, soprattutto, architetto dello stato nazista dimostra la sua dedizione alla disgraziata causa hitleriana. Un autore afferma persino che fu Darré che convinse Hitler e Himmler della necessità di sterminare gli ebrei e gli slavi (44). Gli aspetti ecologici del suo pensiero non possono, a conti fatti, essere separati dall’intera cornice nazista. Ben lontano dall’incorporare le sfaccettature “redentrici” del nazionalsocialismo, Darré rappresenta lo spettro funesto dell’ecofascismo al potere. (segue)

Note
37. R. Walther Darré, Um Blut und Boden: Reden und Aufsätze, München, 1939, p. 28. La citazione è da un discorso del 1930 intitolato ‘Sangue e suolo come fondamenti di vita della razza nordica’
38. Bramwell, Ecology in the 20th Century, p. 203. Vedi anche Frei, National Socialist Rule in Germany, p. 57, che sottolinea come il controllo totale di Darré sulla politica agricola costituisse una posizione di dominio unica all’interno del sistema nazista.
39. Bergmann, Agrarromantik und Großstadtfeindschaft, p. 312.
40. ibid., p. 308.
41. Vedi Haushofer, Ideengeschichte der Agrarwirtschaft, pp. 269-271, e Bramwell, Ecology in the 20th Century, pp. 200-206, per l’influenza formativa delle idee steineriane su Darré.
42. Haushofer, Ideengeschichte der Agrarwirtschaft, p. 271.
43. Anna Bramwell, “Darré. Was This Man ‘Father of the Greens’?” History Today, September 1984, vol. 34, pp. 7-13. Questo ripugnante articolo fa parte di una lunga serie di distorsioni che hanno lo scopo di dipingere Darré come un eroe anti Hitler – uno sforzo tanto inutile quanto spregevole.
44. Roger Manvell e Heinrich Fraenkel, Hess: A Biography, London, 1971, p. 34.


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