Magazine Calcio

ECONOMIA - Le banche si preparano al peggio: sanno già come andrà a finire?

Creato il 25 gennaio 2012 da Calcisulcalcio
ECONOMIA - Le banche si preparano al peggio: sanno già come andrà a finire?
Mentre Standard & Poor's fa downgrade massivi in Europa e in Grecia si prova a negoziare l'haircut del debito con i privati, le banche si mettono al sicuro. A quanto pare, il rischio percepito da banche di investimento e istituti di credito è sempre più crescente. Ma quali sono i fattori che indicano la propensione della banche a rifugiarsi da eventuali eventi con effetto sistemico come un default di qualche Stato?
Depositi presso BCE - L'aumento continuo di questi depositi sta ad indicare come le banche preferiscano tenere i soldi al sicuro pur di non investirli nel mercato o, addirittura, immetterli sotto forma di credito per rialimentare la circolazione di moneta. In tal merito ricordiamo l'asta BCE del 21/12 dove sono stati prestati 489 mld € al tasso dell'1% per 3 anni. Già da inizio gennaio era possibile vedere un aumento continuo dei depositi presso la BCE che, partendo dai 413 mld € del 1/1, sono arrivati ora a superare i 500 mld €, un ammontare nettamente superiore ai 489 mld € prestati all'asta.
Ciò che è preoccupante è il tasso di interesse a carico delle banche: all'asta di dicembre il tasso che le banche dovevano pagare è dell'1%, nettamente inferiore all'1,75% stabilito dalla BCE. Il tasso di interesse che la BCE paga sui depositi è dello 0,25%. Sostanzialmente, chi deposita denaro presso la BCE, incorre in una perdita in conto capitale e paga il differenziale di tasso tra depositi e prestiti. Le banche, in questo caso, pagano il differenziale per rifugiarsi da un mercato percepito come pericolo vero e proprio in quanto più rischioso di quanto percepito dagli operatori.
Titoli di Stato con rendimenti negativi - Recenti sono i collocamenti di titoli di Stato con rendimento nominale negativo. Un esempio sono i Bubill tedeschi, collocati ad un tasso del -0,012%, percepiti come asset sicuri dai compratori e dal mercato che vede nella Germania l'ancora di salvezza dell'Europa.
Anche qui bisogna ricordare che i titoli tedeschi, così come quelli americani, per la maggior parte delle loro scadenze, hanno rendimento reale (ciò che veramente conta) negativo a causa dell'inflazione che, almeno in Europa, continuerà a salire per via del futuro abbassamento dei tassi in programma alla BCE. Le banche comprano titoli tedeschi, con rendimenti negativi, purché, anche in questo caso, vi sia il ritorno della maggior parte di capitale.
Il rischio sistemico è altissimo e un eventuale default greco potrebbe avere effetti catastrofici sull'intero sistema economico mondiale. Le trattative con i creditori privati continuano a stento in quanto l'haircut proposto è troppo alto e anch'esso comporterebbe gravi conseguenze per il sistema bancario, specie per grandi gruppi bancari come RBS e Deutsche Bank.
di David Pascucci

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog