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Educare i figli: alimentazione e stare a tavola.

Da Educareibambini

20educare i figli 1Educare i figli è una percorso che pervade tutti gli aspetti del vivere comune, tra questi ne emerge uno che deve essere regolamentato: quello dell’alimentazione.

Bisogna educare i figli anche a tavola!

Il rapporto con il cibo si deve regolamentare: il bambino deve mangiare a pasto e deve mangiare quello che si sente, senza alcuna forzatura, perché è in grado di autoregolarsi.

Inoltre il bambino va allenato al gusto: proponendogli un cibo alla volta, quindi un sapore alla volta, imparerà a riconoscere questo sapore, lo memorizzerà e selezionerà ciò che gli piace.

Attenzione però: il bambino impara i gusti e non la fame, quella c’è o non c’è. Queste due cose non vanno confuse e vanno tenute ben distinte.

Se io mangio e poi vado a letto il giorno dopo rischio di non fare colazione perché è in corso ancora la digestione della cena.

Lo stesso vale per i bambini che dovrebbero poter mangiare e avere poi due ore prima di andare a letto, senza ulteriori spuntini post-cena: non è una violenza, è educazione alimentare.

Quando ero bambino non esistevano centinaia di tipi diversi di merendine e snack, ce n’erano tre o forse quattro.

Oggi si può scegliere tra una varietà enorme di dolciumi e spuntini di vario genere e questo non perché i produttori di dolciumi tengono particolarmente ai nostri figli e al loro benessere, ma perché hanno come intento quello di arricchirsi.

Siamo noi genitori a dover dare freno al consumo di questi cibi e a definire delle regole.

Nell’ educare i figli, i genitori sperimentano assieme al problema del cibo anche quello dello stare a tavola.
educare i figli

Voi come impostate il pranzo o la cena? Come state a tavola?

Stare a tavola nella maggior parte dei casi vuol dire stare a tavola con la televisione accesa e, quindi, con un elemento di disturbo che non facilita di certo le cose.

A questo si aggiunge il problema del rifiuto di molti bambini di stare seduti.

Si alzano, si muovono, si agitano e, puntualmente, vengono rincorsi dalla mamma, con la forchetta in mano, che tenta di fargli mandar giù un boccone: non sia mai muoiano di fame!

Quando si mangia si sta seduti a tavola finché non si è terminato: questa è la regola e va rispettata.

Provate a metterla in pratica, senza ansia ma con fermezza.

La prima sera le cose potrebbero non andare molto bene, la seconda forse nemmeno, ma se abbiamo la determinazione e la costanza nel giro di una settimana la regola sarà appresa e “digerita”.

Attenzione però: affinché ciò avvenga la regola deve essere univoca, chiara e precisa. Deve essere univoca per non dare adito a fraintendimenti e ambiguità e deve essere ben definita.

In questo modo avremmo messo le cose in chiaro sin dal principio: la regola c’è e va rispettata, anche se il bambino cercherà comunque di infrangerla, eluderla o di capire se, per caso, qualcuno ha cambiato idea.

Educare i Figli: Il giocatore che non ti aspetti

Nell’ educare i figli è innegabile che ci siano bambini particolarmente tenaci nel non voler accettare le regole, ma questo dipende dai genitori che hanno un comportamento altalenante e non forniscono un punto fermo, stabile su cui andare a costruire il processo di accettazione e rispetto: a volte rimangono fermi sul punto, altre cedono con troppa facilità.

In questa situazione i piccoli hanno la tendenza ad assumere lo stesso comportamento dei giocatori d’azzardo: io ci provo, tanto non è detto che non la spunti: una volta vinco, una volta perdo, ma tanto vale la pena provare.

Il bambino che impara che dagli adulti può ottenere tutto ciò che vuole pretenderà questo modo di fare da tutti gli adulti indistintamente: zii, nonni, persino la maestra.

A questo punto il piccolo fa una gran fatica ad accontentarsi e comincia a “rilanciare” e rilancia in modo incontrollato e incontrollabile, vuole sempre di più.

I bambini, invece, hanno bisogno di limiti e quei limiti di cui hanno bisogno sono dati innegabilmente proprio dalle regole.

Racconta la tua esperienza!

Educare i figli: alimentazione e stare a tavola. by Marco Masella

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