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Effetti collaterali

Creato il 07 maggio 2013 da Misterjamesford
Effetti collateraliRegia: Steven Soderbergh Origine: USAAnno: 2013
Durata:
106'
La trama (con parole mie): Emily Taylor aveva tutto, un marito giovane, bello e ricco che l'amava, soldi, visibilità, svago, e tutto ancor prima dei venticinque anni. Quando il suo compagno Martin viene incarcerato per insider trading e sconta quattro anni, la giovane è costretta a ripartire da zero, trovandosi un lavoro e cercando di ricostruire un'esistenza dalle fondamenta.
Il ritorno di Martin, che in carcere ha fatto nuove conoscenze ed ha mille progetti per il futuro, però, non appare così roseo ad Emily, che sprofonda in una crisi depressiva e tenta il suicidio: affidata alle cure dello psichiatra Jonathan Banks, deciderà di sperimentare un nuovo e rivoluzionario prodotto in modo da poter tornare a vivere, senza sapere che lo stesso prevede consistenti effetti collaterali.
Quando, in preda al sonnambulismo, commette un delitto e viene incarcerata, sarà chiamato proprio Banks a fornire una perizia della giovane Emily: è l'inizio di un viaggio nella mente della donna che ribalterà da capo a piedi il mondo del medico.
Effetti collaterali
Devo ammettere di essere rimasto molto sorpreso.
Onestamente, ero preparato a sfoderare le bottiglie delle grandi occasioni per festeggiare quello che, a quanto lui stesso afferma, dovrebbe essere l'ultimo atto sul grande schermo di Steven Soderbergh, pronto a ritirarsi dal giro della settima arte per concentrare le sue energie su Teatro e Musica: ed invece il buon Steven, che in passato ha abituato il sottoscritto a lavori decisamente convincenti - Traffic, Erin Brockovich, Sesso bugie e videotape, il recente Magic Mike - ed altri assolutamente inguardabili - la doppietta Contagion/Knockout - è riuscito a chiudere più che dignitosamente - e per ora - la sua carriera di cineasta con un thriller interessante e decisamente riuscito nell'intento di tenere inchiodati alla poltrona, giocato su una sceneggiatura furbetta ma efficace e su un'ottima interpretazione della fordiana Rooney Mara, che spolvera un personaggio sfaccettato e pericoloso - per se stessa e chi le sta accanto - guadagnandosi ulteriormente l'odio di Julez, che deve ormai averla identificata come l'attrice nemica numero uno.
L'idea di una sorta di trucco da illusionista - anche se non va certo paragonato ad una qualsiasi delle perle di Nolan - che distrae il pubblico dal bersaglio grosso passando dal dramma di coppia a quello della malattia mentale, per poi spostarsi sulle attualissime tematiche dell'insider trading e divenire una sorta di crime story con tanto di intrigo sentimentale ed il morto a rendere tutto più difficile - o più facile, a seconda dei punti di vista - è senza dubbio azzeccata, e Soderbergh riesce nell'intento di evitare che il suo lavoro assuma connotazioni banali e prevedibili virando spesso e volentieri, soprattutto spostando l'attenzione dello spettatore da Emily - assoluta protagonista e vittima nella prima parte - a Jonathan Banks - assoluto protagonista e vittima nella seconda -.
In questo senso Jude Law è bravo a raccogliere il testimone di Rooney Mara e ad assumere il ruolo nocchiero per l'audience, lasciata priva di riferimenti - almeno fino all'escalation conclusiva - e spaurita come il buon dottore cui presta il volto, ritenuto almeno in parte responsabile degli accadimenti che colpiscono Emily e Martin: il progressivo sprofondare di quello che, almeno all'apparenza, si presenta come un professionista integerrimo, diviene così una sorta di riflessione di regista e sceneggiatore a proposito dei lati oscuri e dei segreti che ognuno di noi finisce per avere, e che in determinate situazioni hanno il potere di diventare leve sfruttabili per indurci a commettere atti mai pensati prima o a rappresentare i varchi ideali nel nostro sbarramento di difesa, punti deboli perfetti per essere sfruttati da chiunque voglia manipolarci, o portarci all'esasperazione e alla sconfitta.E nello scioglimento della matassa Soderbergh riesce addirittura ad essere a suo modo originale nel mescolare ingredienti già visti e conosciuti, creando una sorta di (quasi) nuovo cocktail basato sul riciclo intelligente e mantenendo alta la tensione anche una volta rivelati i retroscena di un piano che ribalta completamente l'ottica di partenza, in un twist che ricorda in qualche modo il primo De Palma ed un certo tipo di Cinema made in USA anni settanta o legato alle migliori performance del recente Allen - Match point e Sogni e delitti -.
Certo, non è tutto oro quello che luccica, e senza dubbio Effetti collaterali si presenta come uno di quei titoli che si guardano rapiti la prima volta, curiosi di scoprire come si è stati raggirati la seconda e dalla terza assumono la non sempre conveniente connotazione dell'esercizio di stile, un pò quello che accadde, ai tempi, anche con un cult come Fight club: lungi da me pensare che quest'opera "ultima" del regista della saga di Ocean possa anche solo sognare di lasciare un segno marcato come quello della creatura di Fincher nata dal romanzo di Chuck Palaniuk, ma senza dubbio siamo di fronte ad una pellicola solida che porta a casa non soltanto la pagnotta standard, ma finisce per stupire - e neppure poco - pur articolandosi su un impianto che, di fatto, non ha nulla di davvero geniale nella sostanza, ma pare rimaneggiato ad arte nella forma.
Sicuramente, proprio per questo, c'è chi non esiterà a definirlo un film vuoto ed incapace di lasciare un segno in questo duemilatredici partito con il botto ed afflosciatosi settimana dopo settimana, eppure trovo che Soderbergh sia riuscito a trasformare un potenziale e banalissimo flop in un thriller d'autore di quelli che, ormai, paiono materia da consegnare alla Storia e al decennio che ne fece la fortuna, quei novanta che per uscire dalla sbornia di tamarrate che furono gli eighties finirono per ricordare al pubblico che era giunto il momento di tornare a sentire brividi lungo la schiena: e non c'è modo migliore, per scatenarli, che partire dal luogo più oscuro, affascinante e malleabile di ognuno di noi.
La mente. Anche quando la stessa è venata dalle più torbide passioni del nostro essere animali.
MrFord
"But instead, I kept my tears inside
'cause I knew if I started I'd keep crying
for the rest of my life with you
I finally built up the strength to walk away
don't regret it but I still live with the side effects."Mariah Carey - "Side effects" -

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