Egokid: siamo Troppa gente su questo pianeta

Dopo tre anni tornano gli Egokid con un disco dal titolo Troppa gente su questo pianeta. In effetti, avendo ormai superato i 7 miliardi di individui iniziamo ad essere davvero in tanti. E questo sovraffollamento non ha solo conseguenze logistiche, ma è anche e soprattutto causa di frustrazione per tutti coloro che non riescono a compiere la propria realizzazione personale. L’ultimo disco della band milanese contiene dieci tracce che costruiscono una vicenda unica, fatta appunto di un disagio individuale che sfocia nella malattia, vista però anche come simbolo e strumento di nuova rinascita. Il tutto accompagnato da melodie sensuali, che ogni tanto pescano dal passato più psichedelico degli Egokid, e che si sposano alla perfezione con la scrittura elegante che caratterizza i testi.

Il Re Muore è di sicuro il brano manifesto del disco. Scritta insieme a Samuele Bersani, la canzone racconta la fine di un amore ma anche la fine dell’età dell’innocenza e delle illusioni: “Tramonterai da solo, come tutte le luci del mondo“. A fare da file rouge all’album è la malattia: quella delle persone care, come si canta in La madre; quella soggettiva, suggerita in In un’altra dimensione; quella derivante dall’ideologia politica (Il mio orgoglio, quarta traccia del disco); l’anaffettività de L’alieno; fino ad arrivare a La malattia, dove è esistenziale e collettiva.

Eppure nonostante sia questa la tematica di Troppa gente su questo pianeta, la musica che lo caratterizza non è mai sofferente, anzi proprio laddove il testo va a sottolineare dei momenti di tristezza e malinconia, la musica infonde una straordinaria voglia di vivere e di affrontare le difficoltà che ci si presentano. Il tutto si concretizza in arrangiamenti che fanno volentieri a meno di sovrastrutture orchestrali per affidarsi solo ed esclusivamente a chitarre, piano e tastiere. Gli Egokid sono: Diego Palazzo, voce, chitarra, piano e tastiere; Piergiorgio Pardo, voce, piano e tastiere; Davide Debenedetti, tastiere e programmazione; Cristian Clementi alle chitarre; Fabrizio Bucchieri al basso; e Giacomo Carlone alla batteria. Un ensemble che ha dato vita ad un disco curato nei minimi dettagli, che si lascia ascoltare mentre ci culla con le sue melodie sensuali.