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Elezioni 2013: il programma sulla scuola di Mario Monti

Creato il 16 febbraio 2013 da Propostalavoro @propostalavoro

Elezioni 2013: il programma sulla scuola di Mario MontiDopo aver analizzato il programma sulla scuola della coalizione di centro sinistra capeggiata da Pierluigi Bersani, dopo il Pdl e Lega Nord, è adesso il turno della lista "Scelta Civica" di Mario Monti. Il premier uscente parte da una previsione di circa 8 miliardi di euro di nuove risorse destinate all'istruzione nell'arco della sua eventuale legislatura, una politica fiscale che consenta di dedurre progressivamente le spese certificate in istruzione, un nuovo stato giuridico per i docenti e la costituzione di reti di scuole per un migliore utilizzo degli organici. Monti ci tiene a precisare che il suo non è un programma elettorale, ma un piano di governo.

Ma vediamo nel dettaglio i punti esposti nel programma, identificate come le quattro leve necessarie per cambiare la scuola:

1. Autonomia reale e risorse certe: Anche se sulla carta le scuole sono autonome dal 1999 in realtà non hanno la possibilità di esserlo effettivamente per i troppi vincoli e la mancanza di risorse adeguate. È necessario definire, in modo chiaro e condiviso, i compiti che spettano allo Stato, alle Regioni e agli Enti locali per dare ad ogni scuola certezze nei riferimenti e strumenti reali per operare, diffondendo la consapevolezza del rilievo costituzionale delle istituzioni scolastiche quali veri interlocutori istituzionali a livello nazionale e territoriale. L’autonomia didattica, organizzativa e finanziaria deve trovare un progressivo compimento nella logica della sussidiarietà e della responsabilità.

2. Valutazione e miglioramento della qualità: La valutazione non è lo scopo, ma uno strumento finalizzato a un obiettivo preciso, migliorare ogni singola scuola e centro di formazione professionale. Senza avere un punto di riferimento esterno con cui paragonarsi è impossibile migliorare. Il sistema di valutazione nazionale è un’infrastruttura fondamentale per garantire un sistema educativo di qualità in tutto il Paese e per evitare che l’autonomia si trasformi in autoreferenzialità.

Veniamo al punto 3 il più cocente e importante in questo periodo, quello che riguarda il personale docente e riportiamo per intero quanto esposto a tal proposito nel programma sul sito ufficiale di Scelta Civica:

3. Nuove politiche per il personale: La chiave per un sistema di istruzione di qualità sono insegnanti preparati e motivati e dirigenti con elevate competenze professionali.

Insegnanti:

La prima emergenza è rompere uno schema culturale per cui il valore dello studio e della ricerca e il significato della professione di insegnante sono stati mortificati. Occorre valorizzare la figura del docente e considerarlo un professionista quale è. Occorre procedere alla individuazione di strumenti per riconoscerne l’impegno lavorativo, la passione educativa, il merito professionale. Tre proposte: dare un nuovo status giuridico ai docenti, rivedere il contratto nazionale di lavoro, prevedere delle progressioni di carriera e nuove modalità di reclutamento che lascino progressivamente spazio all’autonomia responsabile delle istituzioni scolastiche e la possibilità di concorsi per reti di scuola. Occorre, inoltre, favorire come in ogni professione, la formazione e l’aggiornamento in servizio, anche consentendo di dedurre i costi sostenuti dai docenti.

Il criterio per realizzare la formazione iniziale e in servizio degli insegnanti deve essere quello sussidiario, capace di valorizzare il contributo delle Università e degli Enti di ricerca, l’iniziativa delle scuole e di gruppi di docenti e l’apporto delle associazioni disciplinari e professionali e del mondo del lavoro e delle professioni;  portare a soluzione la questione del precariato senza ledere i diritti acquisiti, ma escludendo ulteriori riaperture delle graduatorie ad esaurimento. E’ necessario interrompere il circolo vizioso che da molto tempo ha fatto entrare in ruolo persone dopo 10, 15, 20 anni di attesa, prevedendo un ingresso costante e regolare di giovani insegnanti nella scuola, attraverso nuove forme di reclutamento; migliorare il percorso di formazione iniziale dei docenti. La messa a regime del TFA (Tirocinio Formativo Attivo) deve essere un’occasione per rendere più efficaci e snelle le modalità della formazione iniziale rispettandone due principi: l’abilitazione deve essere conseguente alla valutazione di un effettivo tirocinio svolto nelle classi. Come in tutte le professioni, deve esserci una netta distinzione tra il momento in cui si consegue l’abilitazione all’insegnamento e il momento in cui si entra nei ruoli del personale della scuola attraverso concorso pubblico.

Dirigenti scolastici:

Riconoscere il ruolo e la professionalità dei dirigenti scolastici, dando loro autonomia e responsabilità di scelta per il raggiungimento dei risultati, promuovendo una leadership distribuita all’interno della scuola, che valorizzi professionalità e funzioni specifiche dei docenti; Realizzare un sistema di reclutamento dei dirigenti, con l’obiettivo di attrarre e selezionare professionalità con attitudini alla dirigenza, facendo una selezione che, in linea con tutte le esperienze internazionali, valorizzi le professionalità dimostrate dai docenti nelle esperienze di middle management ricoperte nella scuola; Aprire la dirigenza scolastica italiana al confronto internazionale ed in particolare a partnership con i colleghi europei, anche per la formazione in servizio.

4. Sostegno alle famiglie e diritto allo studio: Le famiglie devono essere sostenute nel loro compito educativo. Se una famiglia spende per l'educazione dei figli deve essere aiutata, perché si tratta di un investimento per tutto il Paese. 

Alessia Gervasi


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