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Elezioni FIR: l’accetta delle opinioni e delle voci su un quadro complesso

Creato il 20 luglio 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Elezioni FIR: l’accetta delle opinioni e delle voci su un quadro complesso

Tagliare le cose con l’accetta è facile e giornalisticamente efficace. Lo facciamo spesso noi scribacchini, sottoscritto compreso. Parlo ovviamente della campagna elettorale per la presidenza FIR. Esempio: dire che il Veneto è con Zatta e la Lombardia o la Toscana con Gavazzi. Rende l’idea, il messaggio arriva subito a chi legge ma si rischia di non cogliere bene il quadro d’insieme con tutte le sfumature, che magari fanno la differenza. Oppure c’è chi mette nel suo mirino solo quelle sfumature, rendendole più grandi o “pesanti” di quello che sono.
Prendiamo il Veneto: si dice il Veneto è con Amerino Zatta. Poi si legge che nella provincia X la società Y non voterà per lui e allora in tanti si affrettano a dire che il “Veneto è disunito”, ma sarebbe più corretto sostenere che anche gli altri candidati possono godere di qualche spazio al sole. Quanto ampio? Impossibile dirlo. Io non so cosa l’attuale presidente del Benetton Treviso si aspetti dalla sua regione, ma direi che se il Veneto votasse con percentuali altissime anche se non da plebiscito bulgaro per un solo candidato, beh, sarebbe un grande politicamente pesantissimo visto che da quelle parti per molti anni lo sport principale è stato quello di mettere in difficoltà il proprio vicino. Come dicono a Livorno? Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio…
Ecco, la Toscana. Si dice che la Toscana è compatta con Gavazzi. Probabilissimo. Poi bastano due telefonate per sapere che il fronte ha più di una crepa, che tutti non sono d’accordo e che anche gli altri candidati (Zatta e Gianni Amore) hanno ben più di uno spazio di manovra. Questo significa che la Toscana nella sua maggioranza si esprimerà per un candidato diverso da Alfredo Gavazzi? No – anche se lo potremo dire con certezza solo a metà settembre – ma le percentuali potrebbero essere diverse da quelle che si prefigurano oggi.
O la Lombardia. Il mantra è: la Lombardia è con Gavazzi, memori di quello che è successo quattro anni fa. Poi un osservatore più attento si potrebbe accorgere che le volte che Gianni Amore è venuto in questa regione (io scrivo da Milano) ha sempre trovato orecchie attente pronte ad ascoltarlo. Ieri sera Zatta a Bergamo ha raccolto tantissime società: gran parte del milanese, della Brianza e ovviamente della provincia orobica, dando corpo a tutte quelle voci che vogliono una Lombardia tutt’altro che monolitica e con le società di quelle aree geografiche molto ben disposte verso il candidato trevigiano. Come leggere tutto questo? Difficilissimo dirlo a luglio, ma si può pensare che forse Gavazzi in Lombardia avrà una maggioranza molto meno ampia di quanto non dice la “vulgata popolare”. Zatta può contare su diversi voti e anche Amore potrà dire la sua.
Insomma l’accetta è utilissima, ma poi sono coltelli e coltellini a dare un forma e un senso al quadro generale. E – a naso – quello che potrebbe uscirne non è poi così scontato.


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